Gasolio di contrabbando, sequestrate 260 tonnellate in tre attività di servizio di Bari
Maxi operazione della Guardia di finanza che ha portato alla denuncia in stato di libertà di cinque persone
venerdì 22 marzo 2019
13.17
Imponente operazione dei Finanzieri del II Gruppo Bari, che hanno posto sotto sequestro oltre 260 tonnellate di carburante tipo gasolio di contrabbando in tre distinte attività di servizio.
Nel corso delle tre distinte operazioni sono state sequestrate 11 cisterne contente prodotto energetico tipo gasolio per un totale di 260.610 chilogrammi che erano stati sottratti alla tassazione (sottoposto ad analisi da parte del laboratorio chimico delle Dogane). Sotto sequestro sono finiti anche i due autoarticolati utilizzati per compiere l'illecito trasporto su strada e denunciate in stato di libertà all'Autorità Giudiziaria barese ben 5 persone residenti nelle aree del sud barese e del casertano. Il prodotto sequestrato è quantificabile in oltre 300.000 litri con una imposta evasa quantificabile in alcune centinaia di migliaia di euro.
A dare il via all'operazione una specifica analisi dei rischi che le Fiamme Gialle hanno effettuato sui manifesti ferroviari dei treni merci in arrivo presso gli scali ferroviari merci di Bari e provincia su cisterne inviate dal nord Europa. Sotto la lente d'ingrandimento dei "baschi verdi" sono finiti i flussi di tank che, settimanalmente, giungevano negli scali ferroviari merci, senza alcuna documentazione a supporto che comprovasse il pagamento dell'Iva e delle accise gravanti sui prodotti energetici. La documentazione che presentavano non era, infatti, idonea, in quanto classificava la merce come "olio vegetale", "vernici" o prodotti simili e, quindi, non classificabile nei prodotti sottoposti ad accisa a norma del D.lgs. nr. 504/1995 c.d. Testo Unico Accise.
Sono in corso ulteriori indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bari per risalire alla filiera commerciale a monte e a valle dei sequestri operati. Il fenomeno del contrabbando di gasolio è importante non solo dal punto di vista fiscale per i tributi evasi e la mancata riscossione da parte dell'Erario di quanto dovuto, ma, nel caso specifico, anche per la modalità con cui veniva trafficato. Le cisterne sequestrate venivano fatte viaggiare su rotaia senza alcuna dichiarazione alle Ferrovie che all'interno fosse contenuto materiale infiammabile e pericoloso che, quindi, viaggiava senza precauzioni lungo i tratti ferroviari e stradali con conseguente rischio per l'incolumità dei pubblici trasporti.
Nel corso delle tre distinte operazioni sono state sequestrate 11 cisterne contente prodotto energetico tipo gasolio per un totale di 260.610 chilogrammi che erano stati sottratti alla tassazione (sottoposto ad analisi da parte del laboratorio chimico delle Dogane). Sotto sequestro sono finiti anche i due autoarticolati utilizzati per compiere l'illecito trasporto su strada e denunciate in stato di libertà all'Autorità Giudiziaria barese ben 5 persone residenti nelle aree del sud barese e del casertano. Il prodotto sequestrato è quantificabile in oltre 300.000 litri con una imposta evasa quantificabile in alcune centinaia di migliaia di euro.
A dare il via all'operazione una specifica analisi dei rischi che le Fiamme Gialle hanno effettuato sui manifesti ferroviari dei treni merci in arrivo presso gli scali ferroviari merci di Bari e provincia su cisterne inviate dal nord Europa. Sotto la lente d'ingrandimento dei "baschi verdi" sono finiti i flussi di tank che, settimanalmente, giungevano negli scali ferroviari merci, senza alcuna documentazione a supporto che comprovasse il pagamento dell'Iva e delle accise gravanti sui prodotti energetici. La documentazione che presentavano non era, infatti, idonea, in quanto classificava la merce come "olio vegetale", "vernici" o prodotti simili e, quindi, non classificabile nei prodotti sottoposti ad accisa a norma del D.lgs. nr. 504/1995 c.d. Testo Unico Accise.
Sono in corso ulteriori indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bari per risalire alla filiera commerciale a monte e a valle dei sequestri operati. Il fenomeno del contrabbando di gasolio è importante non solo dal punto di vista fiscale per i tributi evasi e la mancata riscossione da parte dell'Erario di quanto dovuto, ma, nel caso specifico, anche per la modalità con cui veniva trafficato. Le cisterne sequestrate venivano fatte viaggiare su rotaia senza alcuna dichiarazione alle Ferrovie che all'interno fosse contenuto materiale infiammabile e pericoloso che, quindi, viaggiava senza precauzioni lungo i tratti ferroviari e stradali con conseguente rischio per l'incolumità dei pubblici trasporti.