Gli operatori 118 della Puglia chiedono regolarizzazione. Emiliano: «Presto le assunzioni»
Protesta davanti alla sede del consiglio regionale. La richiesta è di uniformare le condizioni di lavoro
martedì 25 settembre 2018
16.12
Mattinata di protesta in via Capruzzi per gli operatori del 118 della Puglia, recatisi presso la sede del consiglio regionale per portare all'attenzione della politica le loro rimostranze. Accolta con una tiepida soddisfazione la notizia dell'istituzione di AREU (Agenzia Regionale dell'Emergenza-Urgenza), gli operatori del 118 reclamano un'accelerata nel processi di uniformazione delle loro condizioni di lavoro. In Puglia, infatti, al momento sono presenti circa un centinaio di postazioni 118, gestite in maniera difforme da circa quaranta associazioni di volontariato.
Proprio in virtù del fatto che il sistema di assistenza del 118 venga gestito da Onlus, i singoli casi degli operatori sono molto differenti fra loro, tranne che per gli stipendi mediamente bassi, la discontinuità previdenziale e i turni lunghi e massacranti. Ecco, quindi, che il sit-in di stamani è servito per chiedere al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, una regolamentazione univoca della loro professione da parte dell'ente, unitamente a una contrattualizzazione chiara e dignitosa.
«Ho già presentato il disegno di legge con cui verrete tutti assunti», ha detto Emiliano ai manifestanti. «Dobbiamo fare una legge per costituire l'azienda - continua il governatore regionale. Dopo di ché andrà operata una selezione del personale, come in tutti i concorsi pubblici. Le Sanità Service a Foggia hanno assunto personale del 118 con procedure ai limiti della regolarità; noi questo non lo possiamo fare».
Sulla questione si era espresso anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mario Conca, che in una nota aveva dichiarato: «Non si possono definire volontarie persone che fanno 15 turni al mese, compreso notturni e festivi, imposti dall'associazione pena l'essere escluso dal giro. Cittadini che non maturano una pensione, sono sottopagati, non hanno diritto al ricollocamento e spesso lavorano marito e moglie. A questi lavoratori bisogna aggiungere i medici convenzionati che, oltre all'instabilità rispetto ai colleghi strutturati, sono sottopagati e sottoposti a stress continui, costretti in ambulanza fino all'età di settant'anni. Per non parlare del limbo normativo della non riconosciuta figura professionale dell'autista soccorritore, ignorato dall'Inail se si fa male durante un'emergenza e perseguibile dalla magistratura se omette il soccorso».
Proprio in virtù del fatto che il sistema di assistenza del 118 venga gestito da Onlus, i singoli casi degli operatori sono molto differenti fra loro, tranne che per gli stipendi mediamente bassi, la discontinuità previdenziale e i turni lunghi e massacranti. Ecco, quindi, che il sit-in di stamani è servito per chiedere al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, una regolamentazione univoca della loro professione da parte dell'ente, unitamente a una contrattualizzazione chiara e dignitosa.
«Ho già presentato il disegno di legge con cui verrete tutti assunti», ha detto Emiliano ai manifestanti. «Dobbiamo fare una legge per costituire l'azienda - continua il governatore regionale. Dopo di ché andrà operata una selezione del personale, come in tutti i concorsi pubblici. Le Sanità Service a Foggia hanno assunto personale del 118 con procedure ai limiti della regolarità; noi questo non lo possiamo fare».
Sulla questione si era espresso anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mario Conca, che in una nota aveva dichiarato: «Non si possono definire volontarie persone che fanno 15 turni al mese, compreso notturni e festivi, imposti dall'associazione pena l'essere escluso dal giro. Cittadini che non maturano una pensione, sono sottopagati, non hanno diritto al ricollocamento e spesso lavorano marito e moglie. A questi lavoratori bisogna aggiungere i medici convenzionati che, oltre all'instabilità rispetto ai colleghi strutturati, sono sottopagati e sottoposti a stress continui, costretti in ambulanza fino all'età di settant'anni. Per non parlare del limbo normativo della non riconosciuta figura professionale dell'autista soccorritore, ignorato dall'Inail se si fa male durante un'emergenza e perseguibile dalla magistratura se omette il soccorso».