Gravina in Puglia, profanate le tombe di Ciccio e Tore
Forzato l'ingresso della cappella e scardinate le lastre, Valente: «Offesa ad una città intera»
domenica 7 marzo 2021
21.51
Una brutta notizia arriva da Gravina in Puglia. Ignoti un paio di giorni fa hanno forzato l'ingresso della cappella cimiteriale in cui riposano i due fratellini ed hanno scardinato le lastre di vetro che ricoprono le tombe dei piccoli Ciccio e Tore.
Una storia quella di Francesco e Salvatore Pappalardi che continua a scuotere la cittadina in provincia di Bari. Scomparsi il 5 giugno 2006 e ritrovato morti dopo quasi due anni.
«La loro tragica storia non basta alla fame di dolore degli sciacalli - scrive il sindaco Alesio Valente - Me ne ha voluto parlare con la voce rotta dalla sofferenza il padre dei due fanciulli, Filippo, fiducioso che le istituzioni, anche attraverso il sindaco, e naturalmente attraverso le forze dell'ordine e la magistratura, possano aiutare a far luce su quanto accaduto, sui motivi di tanto odio vigliacco. Ho ascoltato con attenzione e con commozione le parole di Filippo ed ho voluto esprimergli tutta la mia vicinanza. Una profanazione grave, che suscita sdegno e apre la via ad un interrogativo inquietante: perché?».
«Un gesto del genere - sottolinea il primo cittadino - che è come sale su una ferita mai rimarginata, è un'offesa non solo ad una famiglia che piange i suoi bambini, ma ad una città intera, che forse con quella triste vicenda non ha ancora fatto del tutto i conti. Ed è forse ora di fermarsi a riflettere, nel nome della verità».
Una storia quella di Francesco e Salvatore Pappalardi che continua a scuotere la cittadina in provincia di Bari. Scomparsi il 5 giugno 2006 e ritrovato morti dopo quasi due anni.
«La loro tragica storia non basta alla fame di dolore degli sciacalli - scrive il sindaco Alesio Valente - Me ne ha voluto parlare con la voce rotta dalla sofferenza il padre dei due fanciulli, Filippo, fiducioso che le istituzioni, anche attraverso il sindaco, e naturalmente attraverso le forze dell'ordine e la magistratura, possano aiutare a far luce su quanto accaduto, sui motivi di tanto odio vigliacco. Ho ascoltato con attenzione e con commozione le parole di Filippo ed ho voluto esprimergli tutta la mia vicinanza. Una profanazione grave, che suscita sdegno e apre la via ad un interrogativo inquietante: perché?».
«Un gesto del genere - sottolinea il primo cittadino - che è come sale su una ferita mai rimarginata, è un'offesa non solo ad una famiglia che piange i suoi bambini, ma ad una città intera, che forse con quella triste vicenda non ha ancora fatto del tutto i conti. Ed è forse ora di fermarsi a riflettere, nel nome della verità».