I ristoratori aprono per protesta, ma Bari non ci sta
Nella nostra città nessuna adesione alla manifestazione lanciata sul web #ioapro1501
venerdì 15 gennaio 2021
9.11
Una manifestazione di protesta lanciata via social da parte di bar e ristoranti italiani, attraverso l'hashtag #ioapro1501, ma Bari dice No.
Nessun locale di Bari avrebbe deciso di aderire, ritenendo giusta la protesta data la situazione, ma inadeguata nei modi.
«La nostra presenza in Piazza Prefettura in questi giorni - scrivono da Passione Horeca - con una tavola apparecchiata, aveva l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto al rischio di implosione di un intero comparto (cruciale dal punto di vista economico e sociale per l'intera regione) e di incontrare la Prefetta, in quanto rappresentante del Governo nazionale: durante l'incontro, durato più di un'ora, abbiamo consegnato nelle sue mani il documento elaborato dal coordinamento Ho.Re.Ca. nazionale di cui facciamo parte. Ascoltato e condiviso il nostro grido di disperazione, ci ha dato assicurazione che si farà portavoce delle nostre richieste presso gli esponenti del Governo; nel frattempo continua lo stato di agitazione della nostra categoria, una mobilitazione ormai estesa a tutta la regione in forme e modalità coordinate».
«Passione Horeca non aderisce alla campagna #ioapro prevista a partire dal 15 gennaio poiché non ne condivide il metodo: esporrebbe sia clienti che gestori al rischio di sanzioni e sarebbe facile preda di strumentalizzazioni politiche o mediatiche, pur rispettando la libertà di scelta di chi volesse aderire. Continuerà invece la mobilitazione nel rispetto della legalità e del senso civico di comunità».
Un appello ai ristoratori era stato fatto in questo senso ieri pomeriggio da Antonello Magistà, coordinatore provinciale FIEPET Bari: «Nelle difficoltà, nelle sofferenze che quotidianamente ci confidiamo e che a volte solo tra noi comprendiamo, abbiamo il dovere di continuare a rispettare le regole anche se spesso ci appaiono ingiuste. Non commettiamo questo grande errore che potrebbe costarci davvero caro, e non mi riferisco solo ad eventuali sanzioni, ma pagheremmo in termini di immagine, credibilità, vanificheremmo la reputazione di una categoria che rimane il fiore all'occhiello dell' Italia e che appena sarà possibile ripartire avrà un ruolo fondamentale per la rinascita del paese. Vi prego stringiamo i denti, continuiamo a mantenere visione e lucidità, avremo una ripartenza grandiosa che ci ripagherà di tutti i sacrifici fatti in questo anno. Sicuramente è importante far sentire in modo forte e determinato, la nostra voce, le nostre istanze, far capire che i ristori sono insufficienti, che molte attività sono a rischio chiusura, che i nostri collaboratori sono in difficoltà esattamente come noi, ma facciamolo nel rispetto delle regole, come la nostra generazione ha sempre fatto»
Nessun locale di Bari avrebbe deciso di aderire, ritenendo giusta la protesta data la situazione, ma inadeguata nei modi.
«La nostra presenza in Piazza Prefettura in questi giorni - scrivono da Passione Horeca - con una tavola apparecchiata, aveva l'obiettivo di sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto al rischio di implosione di un intero comparto (cruciale dal punto di vista economico e sociale per l'intera regione) e di incontrare la Prefetta, in quanto rappresentante del Governo nazionale: durante l'incontro, durato più di un'ora, abbiamo consegnato nelle sue mani il documento elaborato dal coordinamento Ho.Re.Ca. nazionale di cui facciamo parte. Ascoltato e condiviso il nostro grido di disperazione, ci ha dato assicurazione che si farà portavoce delle nostre richieste presso gli esponenti del Governo; nel frattempo continua lo stato di agitazione della nostra categoria, una mobilitazione ormai estesa a tutta la regione in forme e modalità coordinate».
«Passione Horeca non aderisce alla campagna #ioapro prevista a partire dal 15 gennaio poiché non ne condivide il metodo: esporrebbe sia clienti che gestori al rischio di sanzioni e sarebbe facile preda di strumentalizzazioni politiche o mediatiche, pur rispettando la libertà di scelta di chi volesse aderire. Continuerà invece la mobilitazione nel rispetto della legalità e del senso civico di comunità».
Un appello ai ristoratori era stato fatto in questo senso ieri pomeriggio da Antonello Magistà, coordinatore provinciale FIEPET Bari: «Nelle difficoltà, nelle sofferenze che quotidianamente ci confidiamo e che a volte solo tra noi comprendiamo, abbiamo il dovere di continuare a rispettare le regole anche se spesso ci appaiono ingiuste. Non commettiamo questo grande errore che potrebbe costarci davvero caro, e non mi riferisco solo ad eventuali sanzioni, ma pagheremmo in termini di immagine, credibilità, vanificheremmo la reputazione di una categoria che rimane il fiore all'occhiello dell' Italia e che appena sarà possibile ripartire avrà un ruolo fondamentale per la rinascita del paese. Vi prego stringiamo i denti, continuiamo a mantenere visione e lucidità, avremo una ripartenza grandiosa che ci ripagherà di tutti i sacrifici fatti in questo anno. Sicuramente è importante far sentire in modo forte e determinato, la nostra voce, le nostre istanze, far capire che i ristori sono insufficienti, che molte attività sono a rischio chiusura, che i nostri collaboratori sono in difficoltà esattamente come noi, ma facciamolo nel rispetto delle regole, come la nostra generazione ha sempre fatto»