Il cinema indipendente a Bari: arriva il corto "Cara Alice"
Ieri è stato pubblicato il trailer del lavoro di Gabriele Armenise con Fabio Salerno ed Elisabetta Aloia
sabato 26 novembre 2022
15.10
Una troupe di giovani pugliesi che ha scelto di investire nel cinema indipendente per portarlo a un livello alto. Così nasce "Cara Alice", un cortometraggio, produzione Gango Studio, che vede alla regia il giovane barese Gabriele Armenise, 20 anni, studente di Lettere all'Università "Aldo Moro" e di regia all'Accademia "Amarcord" di Bari.
«Sono stato in sintonia con l'attore Fabio Salerno da quando gli ho parlato per la prima volta della mia proposta – esordisce Gabriele – entrambi crediamo nel cinema indipendente come valida alternativa alle grandi produzioni, purchè realizzato stilisticamente, narrativamente e tecnicamente bene».
Ieri mattina è stato pubblicato il trailer del cortometraggio, per il quale è in corso un crowfounding, nel quale si confida per mezzi e fondi che permettano di realizzare un prodotto di qualità. Le riprese del cortometraggio sono in programma per la prossima primavera.
"Cara Alice" narra la storia di due coniugi, Mauro e Alice, interpretati rispettivamente da Fabio Salerno ed Elisabetta Aloia. Quando Mauro, operario da una vita, scopre di avere il cancro, decide di ritirarsi in fabbrica, lo stesso posto dove ha contratto la malattia, per non procurare dolore a sua moglie e alle sue due figlie, interpretate da Virginia Boccardi e Virginia Cimmino. Mauro scopre un paradosso: all'affetto della famiglia preferisce la fabbrica, luogo idealizzato per anni come l'unica possibilità di emergere per lasciarsi alle spalle la povertà.
"Cara Alice" s'ispira alle inchieste su una fabbrica barese che produceva componenti di amianto che hanno provocato, nel tempo, numerose vittime. Un tema per cui il giovane barese ha sviluppato negli anni una certa sensibilità.
«Soprattutto grazie a mio padre, che ha svolto tante inchieste a riguardo, ho sempre sentito parlare di queste vicende – prosegue Gabriele – e ho avvertito l'esigenza di esprimermi anch'io, per rendere giustizia a tutte le persone che hanno perso la vita».
In "Cara Alice" è fondamentale anche il ruolo dei partecipanti.
«La mia idea di cinema d'autore è quella di una coralità di autori – precisa il giovane - ogni componente dell'equipe, dal direttore della fotografia al grafico, è autore del corto a modo proprio».
Un messaggio forte tanto quanto l'obiettivo del corto stesso, che è quello di diffondere la speranza, rappresentata da Alice e dalle due ragazze.
«Possiamo allontanarci dall'avarizia, dalla morte, dai soprusi per fare spazio a una nuova cittadinanza – sottolinea Gabriele – che abbia consapevolezze e strumenti per reagire alle ingiustizie».
Fare cinema significa anche questo: guardare al mondo con un altro punto di vista.
«Sono stato in sintonia con l'attore Fabio Salerno da quando gli ho parlato per la prima volta della mia proposta – esordisce Gabriele – entrambi crediamo nel cinema indipendente come valida alternativa alle grandi produzioni, purchè realizzato stilisticamente, narrativamente e tecnicamente bene».
Ieri mattina è stato pubblicato il trailer del cortometraggio, per il quale è in corso un crowfounding, nel quale si confida per mezzi e fondi che permettano di realizzare un prodotto di qualità. Le riprese del cortometraggio sono in programma per la prossima primavera.
"Cara Alice" narra la storia di due coniugi, Mauro e Alice, interpretati rispettivamente da Fabio Salerno ed Elisabetta Aloia. Quando Mauro, operario da una vita, scopre di avere il cancro, decide di ritirarsi in fabbrica, lo stesso posto dove ha contratto la malattia, per non procurare dolore a sua moglie e alle sue due figlie, interpretate da Virginia Boccardi e Virginia Cimmino. Mauro scopre un paradosso: all'affetto della famiglia preferisce la fabbrica, luogo idealizzato per anni come l'unica possibilità di emergere per lasciarsi alle spalle la povertà.
"Cara Alice" s'ispira alle inchieste su una fabbrica barese che produceva componenti di amianto che hanno provocato, nel tempo, numerose vittime. Un tema per cui il giovane barese ha sviluppato negli anni una certa sensibilità.
«Soprattutto grazie a mio padre, che ha svolto tante inchieste a riguardo, ho sempre sentito parlare di queste vicende – prosegue Gabriele – e ho avvertito l'esigenza di esprimermi anch'io, per rendere giustizia a tutte le persone che hanno perso la vita».
In "Cara Alice" è fondamentale anche il ruolo dei partecipanti.
«La mia idea di cinema d'autore è quella di una coralità di autori – precisa il giovane - ogni componente dell'equipe, dal direttore della fotografia al grafico, è autore del corto a modo proprio».
Un messaggio forte tanto quanto l'obiettivo del corto stesso, che è quello di diffondere la speranza, rappresentata da Alice e dalle due ragazze.
«Possiamo allontanarci dall'avarizia, dalla morte, dai soprusi per fare spazio a una nuova cittadinanza – sottolinea Gabriele – che abbia consapevolezze e strumenti per reagire alle ingiustizie».
Fare cinema significa anche questo: guardare al mondo con un altro punto di vista.