Il fratello di Peppino Impastato presenta il suo libro a Bari: «Abbiate il coraggio di farvi sentire»
Giovanni Impastato ospite dell'istituto "Massari-Galilei": «I ragazzi hanno miti sbagliati, non solo Gomorra ma anche Amici di Maria de Filippi»
mercoledì 10 aprile 2019
19.08
Fa tappa a Bari Giovanni Impastato, fratello di Peppino, vittima di mafia ucciso la notte tra l'8 ed il 9 Maggio 1978 da un commando mafioso che maldestramente tentò di mascherare l'omicidio in suicidio. Giovanni Impastato ha presentato ieri il suo libro "Oltre i cento passi" (Piemme Editore, Maggio 2017), nell'aula magna dell'istituto "Massari-Galilei" di Bari. Un testo in cui fa il punto sulla mafia contemporanea e racconta l'opera di Peppino Impastato, giornalista e attivista politico, che sfidò il boss Tano Badalamenti, signore di Cinisi in provincia di Palermo, fondando insieme ad alcuni amici Radio Aut, un'emittente libera.
Un caso controverso quello di Peppino Impastato, morto nella stessa notte del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, in via Caetani a Roma. Solo grazie alla perseveranza della mamma e del fratello Giovanni, Peppino ha ricevuto giustizia dopo un complesso percorso giudiziario durato 25 anni. «Ne è valsa la pena - dice convinto Impastato - perché è stata prima di tutto una vittoria della giustizia contro chi non la voleva, comprese forze dell'ordine e magistrati che ieri indagavano ed oggi sono in posti di rilievo».
Stimolato dai ragazzi, Giovanni Impastato si scaglia contro il virtuale dei social che blocca il vero scambio di idee tra ragazzi, contro la malavita nel calcio e l'assenza di interesse dell'opinione pubblica per il fenomeno. «Bisogna ribellarsi se una cosa non ci piace, bisogna avere il coraggio di farsi sentire ma soprattutto bisogna realmente identificare un problema e non farcelo dire da qualcun altro», continua. «I ragazzi devono essere spronati e svegliati soprattutto perché oggi i miti diffusi dalla televisione sono quelli sbagliati, non solo la malavita di Gomorra ma anche Amici della De Filippi».
A chi gli chiede del fratello, Giovanni Impastato risponde: «Peppino era molto ironico, quasi non lo si riconoscerebbe nella versione dell'impegnato politicamente», conclude Impastato.
Un caso controverso quello di Peppino Impastato, morto nella stessa notte del ritrovamento del corpo di Aldo Moro, in via Caetani a Roma. Solo grazie alla perseveranza della mamma e del fratello Giovanni, Peppino ha ricevuto giustizia dopo un complesso percorso giudiziario durato 25 anni. «Ne è valsa la pena - dice convinto Impastato - perché è stata prima di tutto una vittoria della giustizia contro chi non la voleva, comprese forze dell'ordine e magistrati che ieri indagavano ed oggi sono in posti di rilievo».
Stimolato dai ragazzi, Giovanni Impastato si scaglia contro il virtuale dei social che blocca il vero scambio di idee tra ragazzi, contro la malavita nel calcio e l'assenza di interesse dell'opinione pubblica per il fenomeno. «Bisogna ribellarsi se una cosa non ci piace, bisogna avere il coraggio di farsi sentire ma soprattutto bisogna realmente identificare un problema e non farcelo dire da qualcun altro», continua. «I ragazzi devono essere spronati e svegliati soprattutto perché oggi i miti diffusi dalla televisione sono quelli sbagliati, non solo la malavita di Gomorra ma anche Amici della De Filippi».
A chi gli chiede del fratello, Giovanni Impastato risponde: «Peppino era molto ironico, quasi non lo si riconoscerebbe nella versione dell'impegnato politicamente», conclude Impastato.