“Il grande spirito” di Sergio Rubini
Questa sera in anteprima mondiale al Teatro Petruzzelli
venerdì 3 maggio 2019
17.11
Ogni sera al teatro Petruzzelli i grandi del cinema ricevono il premio Federico Fellini per l'eccellenza artistica e cinematografica e Sergio Rubini ha interpretato proprio Federico Fellini in "L'intervista" del 1987 con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg. "Ho avuto la fortuna -spiega Rubini- di fare questo incontro un po' come nel mio film, il personagio Cervo Nero, incontra l'uomo del destino che gli cambia la vita. Io l'ho incontrato l'uomo del destino. Avevo 22 anni ed ho incontrato Fellini quasi 40 anni fa. E quindi è un personaggio che mi ha accompagnato per tutta la vita, una specie di maestro e di angelo custode. Mi emoziona tantissimo ed è anche molto privata. Il rapporto che ho conservato è una cosa che ha a che fare non tanto con il cinema quanto con l'umanità e con quello che mi ha insegnato. E quindi è una cosa molto segreta e privata quasi indicibile"
E' stato presentato questa mattina in conferenza al Teatro Margherita il film "Il grande spirito". Una occasione unica per chi lo vedrà in anteprima mondiale questa sera al Teatro Petruzzelli e nelle sale dal prossimo 9 maggio. Tonino detto Barboncino, interpretato da Sergio Rubini, è uno dei tre complici di una rapina che durante la fuga incontra un individuo eccentrico detto Cervo Nero, interpretato da Rocco Papaleo."Un film potente -spiega Papaleo- con uno sfondo, oserei dire, quasi politico perché c'è una grossa metafora, ma nemmeno troppo metafora sull'Ilva, sull'inquinamento e sull' avvelenamento. Ma è anche una storia di amicizia".
E' stato presentato questa mattina in conferenza al Teatro Margherita il film "Il grande spirito". Una occasione unica per chi lo vedrà in anteprima mondiale questa sera al Teatro Petruzzelli e nelle sale dal prossimo 9 maggio. Tonino detto Barboncino, interpretato da Sergio Rubini, è uno dei tre complici di una rapina che durante la fuga incontra un individuo eccentrico detto Cervo Nero, interpretato da Rocco Papaleo."Un film potente -spiega Papaleo- con uno sfondo, oserei dire, quasi politico perché c'è una grossa metafora, ma nemmeno troppo metafora sull'Ilva, sull'inquinamento e sull' avvelenamento. Ma è anche una storia di amicizia".