Il Libertà in piazza per l'integrazione, Bucci: «Intervenire sull'illegalità»
Diverse associazioni ieri sera si sono confrontate sui problemi del quartiere, evento nato dalla petizione anti-migranti
mercoledì 18 luglio 2018
23.28
Erano in tanti ieri sera in piazza Risorgimento a Bari, nel quartiere Libertà, per rispondere con proposte alla petizione anti-migranti del Movimento Riprendiamoci Il Futuro di Luigi Cipriani. Tutti uniti nel sostenere che i problemi del Libertà non sono legati alla presenza dei migranti, ma all'illegalità e alla malavita che spesso sfrutta proprio i più deboli. La manifestazione, organizzata da Cgil Bari, ha visto la partecipazione di numerose associazioni e realtà del territorio, da Anpi Bari a Libera Puglia, da Arci Bari a La Giusta Causa, Spazio13, Confesercenti e molti altri, oltre a un centinaio di persone, cittadini del quartiere di tutte le provenienze. Per le istituzioni presente il vicesindaco Introna e il presidente della Regione Puglia Emiliano.
Il quartiere Libertà è da sempre un territorio difficile, in cui prima ancora degli stranieri, convivono realtà molto diverse tra di loro. Come ricordato diverse volte dallo stesso sindaco Decaro è uno dei quartieri più popolosi della città, in cui c'è il più alto tasso di natalità, ma che allo stesso tempo vede il più alto tasso di minori affidati ai servizi sociali e di persone agli arresti domiciliari. Non è un mistero la presenza della criminalità organizzata, come la stessa aggressione alla giornalista Rai pochi mesi fa ha evidenziato. D'altronde, come sottolinea don Francesco Preite del Redentore: «Il degrado non lo portano gli stranieri, ma la mancanza di lavoro e istruzione, che creano opportunità per il futuro».
Importante la partecipazione alla manifestazioni di alcuni cittadini stranieri che abitano il quartiere e che ci tengono a precisare come il primo passo fondamentale per l'integrazione sia la conoscenza dell'altro. «Nella vita ogni persona che incontriamo è una risorsa, conosciamoci perché tutto ciò che conosciamo non può farci paura» queste le parole di Barry Ibrahim, studente della scuola Penny Wirton, realtà che insegna ai migranti la lingua italiana, e che ha sede in alcuni locali della scuola Don Bosco. Senza considerare che uno dei problemi reali è la criminalità che spesso usa i più deboli, siano essi migranti o baresi. «Sono un cittadino del quartiere Libertà - dice Janaq Qarri, abitante del quartiere Libertà di origini albanesi - il vero problema non siamo noi migranti, è facile prendersela con gli stranieri, ma in realtà c'è una situazione di criminalità che minaccia tutti quanti, che colpisce anche gli stranieri. Anche se ce ne andassimo, la mafia e il crimine rimarrebbero. Serve superare la paura e il silenzio e denunciare"
Dure le parole di Gigia Bucci, segrerario generale di Cgil Bari: «Non possiamo consentire a qualche sciacallo di fare campagna elettorale scaricando i problemi dei cittadini sui migranti. Invece dobbiamo intervenire sul problema sociale, sulla mancanza di lavoro, sulla presenza della criminalità organizzata, sulle situazioni di illegalità che dilagano sulle spalle delle persone e che chiediamo al Comune di affrontare con uno sportello antievasione».
Il quartiere Libertà è da sempre un territorio difficile, in cui prima ancora degli stranieri, convivono realtà molto diverse tra di loro. Come ricordato diverse volte dallo stesso sindaco Decaro è uno dei quartieri più popolosi della città, in cui c'è il più alto tasso di natalità, ma che allo stesso tempo vede il più alto tasso di minori affidati ai servizi sociali e di persone agli arresti domiciliari. Non è un mistero la presenza della criminalità organizzata, come la stessa aggressione alla giornalista Rai pochi mesi fa ha evidenziato. D'altronde, come sottolinea don Francesco Preite del Redentore: «Il degrado non lo portano gli stranieri, ma la mancanza di lavoro e istruzione, che creano opportunità per il futuro».
Importante la partecipazione alla manifestazioni di alcuni cittadini stranieri che abitano il quartiere e che ci tengono a precisare come il primo passo fondamentale per l'integrazione sia la conoscenza dell'altro. «Nella vita ogni persona che incontriamo è una risorsa, conosciamoci perché tutto ciò che conosciamo non può farci paura» queste le parole di Barry Ibrahim, studente della scuola Penny Wirton, realtà che insegna ai migranti la lingua italiana, e che ha sede in alcuni locali della scuola Don Bosco. Senza considerare che uno dei problemi reali è la criminalità che spesso usa i più deboli, siano essi migranti o baresi. «Sono un cittadino del quartiere Libertà - dice Janaq Qarri, abitante del quartiere Libertà di origini albanesi - il vero problema non siamo noi migranti, è facile prendersela con gli stranieri, ma in realtà c'è una situazione di criminalità che minaccia tutti quanti, che colpisce anche gli stranieri. Anche se ce ne andassimo, la mafia e il crimine rimarrebbero. Serve superare la paura e il silenzio e denunciare"
Dure le parole di Gigia Bucci, segrerario generale di Cgil Bari: «Non possiamo consentire a qualche sciacallo di fare campagna elettorale scaricando i problemi dei cittadini sui migranti. Invece dobbiamo intervenire sul problema sociale, sulla mancanza di lavoro, sulla presenza della criminalità organizzata, sulle situazioni di illegalità che dilagano sulle spalle delle persone e che chiediamo al Comune di affrontare con uno sportello antievasione».