Il ministro Provenzano in Fiera del Levante: «I cinque punti per il rilancio del Sud»

L'esponente del nuovo governo Conte: «Obiettivo contrasto alla povertà educativa, creazione di infrastrutture e avvio delle Zes»

domenica 15 settembre 2019 14.30
A cura di Riccardo Resta
Passano da Bari le prime dichiarazioni programmatiche di Giuseppe Provenzano, il neo ministro per il Sud e la Coesione territoriale nominato nel governo Conte bis. Questa mattina Provenzano ha parlato in Fiera del Levante, ospite del padiglione 152, casa della Regione Puglia durante l'ottantatreesima edizione della campionaria.

Sono cinque i punti sviscerati dal ministro per il rilancio del Sud, parlando con la stampa insieme al governatore regionale Michele Emiliano. «Il primo passaggio - dice Provenzano - è la lotta alla povertà educativa minorile, che prevede investimenti nelle scuole e nel sistema della formazione. Si devono convogliare qui risorse e fondi di coesione europei fino a 15 miliardi. In secondo luogo intendiamo spezzare l'isolamento del Mezzogiorno, mediante la creazione di infrastrutture materiali, immateriali e sociali. Un punto che deve essere tenuto insieme al ridisegno delle istituzioni».

Tema della Fiera 2019 è la sostenibilità ambientale, uno degli argomenti salienti nell'agenda del nuovo governo presieduto da Giuseppe Conte: «Il terzo obiettivo - continua il ministro - è avviare nel Mezzogiorno il "Green new deal". Entro la fine dell'anno una parte dei fondi di coesione deve già essere disponibile».

Gli ultimi due punti riguardano «Trasferimento tecnologico e rete dei talenti. Ci sono tante scintille di piccole e medie imprese nel Mezzogiorno in settori cruciali come l'aerospazio e realtà di eccellenza nel settore dell'istruzione. Manca l'anello di congiunzione fra realtà produttive e ricerca. Questo è il trasferimento tecnologico, l'integrazione fra pubblico e privato per mettere a frutto le ricerche. Da ultimo si deve correre con l'istituzione delle Zes per dire la nostra nel mare Mediterraneo».

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«Sono convinto - dice ancora Provenzano - che il vero interesse nazionale dell'Italia sia ricucire le fratture: fra nord sud, fra campagne e industrie, fra centro e periferia. È interesse dell'Italia e in primo luogo del Nord di investire nel Mezzogiorno, nel mercato interno. L'unico modo per ridurre i flussi distributivi è creare processo di sviluppo. Questo va fatto al sud, che non è una causa persa. La politica deve tornare a fare interventi per diffondere il tessuto produttivo. Sarà cruciale il rapporto con l'Europa: per la prima volta il commissario europeo per le politiche di coesione è una donna, del sud del Vecchio continente. Insieme all'Europa dobbiamo rilanciare l'urgenza di investimenti pubblici. Si deve sancire il diritto a restare, è fondamentale assicurare a tutti la libertà di andare e tornare, creare le condizioni per costruirsi un futuro anche nella sua terra. La mobilità è una conquista solo se è una scelta. "Resto al Sud" è una misura da rilanciare e rafforzare. Si deve creare un contesto di benessere nel Mezzogiorno, a cominciare da una rete di servizi essenziali e di lavoro buono e di qualità».

Dall'occupazione, quindi, passa l'impegno interistituzionale di Governo, comuni e regioni: «Il lavoro si crea rilanciando investimenti pubblici e privati - la ricetta del ministro. La mia urgenza è mettere in salvo la programmazione 2014-2020 perché c'è il rischio di disimpegno risorse europee. Ci deve essere sforzo congiunto fra ministeri e regioni, agire in forte complementarietà con le risorse ordinarie. Il problema non è stanziare risorse ma spenderle. Ogni programma operativo ha delle punte di eccellenza: tutte le autorità di gestione creino una banca delle buone prassi per importarle in altre regioni. Dobbiamo fare uno sforzo concordato con le regioni per far spendere gli enti locali. Chiederò a Decaro, presidente Anci, come riprogrammare le risorse per salvare la programmazione 2014-2020».

La domanda è: come? «Facendo funzionare quello che già c'è - la risposta di Provenzano. Creare confini di competenze chiari. Palazzo Chigi deve prendere in mano la regia degli investimenti pubblici, con i bracci operativi come la banca pubblica per gli investimenti. La banca per il Mezzogiorno dovrebbe attrarre i talenti meridionali protagonisti nelle banche d'investimento del mondo. Si deve rafforzare la capacità amministrativa: abbiamo bisogno di aprire le porte della pubblica amministrazione a una nuova generazione che ha molto da dare. Lo strumento imprescindibile è la lotta alle mafie e alla corruzione», conclude il ministro.