Il Piccolo Teatro minaccia la chiusura, Maselli: «Nietta non gettare la spugna»
La scorsa settimana il blitz della polizia locale durante uno spettacolo aveva scatenato lo sfogo dell'attrice
venerdì 25 gennaio 2019
Il Piccolo Teatro Eugenio D'Attoma a Bari minaccia di chiudere alla fine della stagione 2019. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'irruzione della Polizia Locale durante uno spettacolo per controllare tutti gli spettatori. Il problema sta nel fatto che il Piccolo Teatro non può fare spettacoli aperti al pubblico, ma può andare in scena solo per i suoi soci.
«È una lunga storia - dichiara l'assessore Maselli - in estrema sintesi la famiglia D'Attoma/Tempesta non ha i soldi per realizzare gli interventi necessari a rendere agibile il teatro e per questo motivo ricorre all'associazione culturale per continuare le attività, senza essere impresa di esercizio teatrale. Questo li costringe a fare le tessere ai suoi soci oltre a vendere i biglietti agli stessi. Altri teatri hanno chiuso definitivamente, a causa della normativa nazionale (ad esempio la Anomima G.R.), altri hanno sostenuto costi ingenti per adeguarsi (Purgatorio, Barium, ecc.). Molti di loro, evidentemente, ritengono di subire una concorrenza sleale e dunque chiamano ripetutamente e anonimamente la centrale di Polizia Municipale che, dinanzi ai ripetuti reclami, non può che intervenire sul posto durante gli spettacoli e verificare che almeno tutti gli spettatori abbiano le tessere».
E proprio di queste denunce dei colleghi si lamentava Nietta Tempesta nel lungo sfogo successivo all'accaduto, sottolineando di essere stanca: «di queste atteggiamenti persecutori» spiegando di sapere: «perfettamente che dietro ci sono delle segnalazioni da parte di qualche mio collega che teme la nostra proposta seria e qualitativa. Invidia, scarsa capacità di essere propositivi, complesso di inferiorità? Non so precisamente quali meccanismi animino queste menti malate, ma sicuramente c'è sempre un ritorno della propria cattiveria».
La Tempesta, 86 anni di cui oltre 50 dedicati al teatro, chiamava in causa sia il sindaco che l'assessore. Maselli così risponde al suo "appello": «Da parte nostra, segnaleremo al Comando di Polizia Municipale di comunicare a tutti gli agenti il massimo rispetto di chi lavora nel mondo dell'arte, comunque inquadrato. Ho già fatto un appello pubblico a giovani compagnie e gruppi di giovani teatranti affinché diano una mano alla Tempesta per rendere possibile un rilancio del Piccolo Teatro, ove possibile».
«Noi non abbiamo la possibilità di realizzare interventi su immobili privati - conclude l'assessore - e possiamo erogare contributi, da regolamento comunale, solo a soggetti dotati di agibilità. Invito Nietta Tempesta, comunque, a rinunciare al suo proposito di gettare la spugna, perché il suo teatro è il teatro di tutti e tutte noi».
«È una lunga storia - dichiara l'assessore Maselli - in estrema sintesi la famiglia D'Attoma/Tempesta non ha i soldi per realizzare gli interventi necessari a rendere agibile il teatro e per questo motivo ricorre all'associazione culturale per continuare le attività, senza essere impresa di esercizio teatrale. Questo li costringe a fare le tessere ai suoi soci oltre a vendere i biglietti agli stessi. Altri teatri hanno chiuso definitivamente, a causa della normativa nazionale (ad esempio la Anomima G.R.), altri hanno sostenuto costi ingenti per adeguarsi (Purgatorio, Barium, ecc.). Molti di loro, evidentemente, ritengono di subire una concorrenza sleale e dunque chiamano ripetutamente e anonimamente la centrale di Polizia Municipale che, dinanzi ai ripetuti reclami, non può che intervenire sul posto durante gli spettacoli e verificare che almeno tutti gli spettatori abbiano le tessere».
E proprio di queste denunce dei colleghi si lamentava Nietta Tempesta nel lungo sfogo successivo all'accaduto, sottolineando di essere stanca: «di queste atteggiamenti persecutori» spiegando di sapere: «perfettamente che dietro ci sono delle segnalazioni da parte di qualche mio collega che teme la nostra proposta seria e qualitativa. Invidia, scarsa capacità di essere propositivi, complesso di inferiorità? Non so precisamente quali meccanismi animino queste menti malate, ma sicuramente c'è sempre un ritorno della propria cattiveria».
La Tempesta, 86 anni di cui oltre 50 dedicati al teatro, chiamava in causa sia il sindaco che l'assessore. Maselli così risponde al suo "appello": «Da parte nostra, segnaleremo al Comando di Polizia Municipale di comunicare a tutti gli agenti il massimo rispetto di chi lavora nel mondo dell'arte, comunque inquadrato. Ho già fatto un appello pubblico a giovani compagnie e gruppi di giovani teatranti affinché diano una mano alla Tempesta per rendere possibile un rilancio del Piccolo Teatro, ove possibile».
«Noi non abbiamo la possibilità di realizzare interventi su immobili privati - conclude l'assessore - e possiamo erogare contributi, da regolamento comunale, solo a soggetti dotati di agibilità. Invito Nietta Tempesta, comunque, a rinunciare al suo proposito di gettare la spugna, perché il suo teatro è il teatro di tutti e tutte noi».