Il ricordo di Michele Fazio. I genitori: «Non lasciare il territorio nelle mani della mafia»
Il sindaco Antonio Decaro: «Questa piazza era omertosa, oggi sono orgoglioso che molti denuncino»
giovedì 12 luglio 2018
12.40
Sono passati 17 anni dalla scomparsa del giovane 16enne Michele Fazio. Tornava semplicemente a casa sua, dopo una giornata di lavoro come barista, quando, all'improvviso, un proiettile lo colpì mortalmente alla nuca. Lungo quel tragitto, percorso abitualmente, alcuni esponenti del clan Capriati, ragazzi poco più grandi di Michele, avevano deciso di vendicare l'uccisione di Francesco Capriati, assassinato due settimane prima, colpendo un esponente a caso del clan Strisciuglio, responsabile dell'agguato. E così, il commando, dopo aver avvistato la vittima designata, fece fuoco. Tra i due litiganti, a pagare il prezzo più alto fu Michele. Cadde a terra esanime, ucciso per errore in una guerra a lui estranea. Oggi, come ogni anno, i famigliari e le autorità civili e militari hanno ricordato il giovane.
«C'è rabbia, ma non silenzio - hanno aperto subito i genitori, Pinuccio e Lella Fazio -. Non bisogna lasciare il quartiere nelle mani della mafia, occorre battersi con impegno per prendere tra le mani il territorio e non lasciare i giovani tra le mani delle mafie».
«Non partecipiamo a questa manifestazione per abitudine o dovere istituzionale - ha commentato Antonio Decaro, sindaco di Bari -, ma per stare tutti assieme».
«Questa piazza era più omertosa, si girava la testa, la gente stava zitta e non parlava. Il lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine ha consentito alla comunità di prendere consapevolezza. Era forse paura? Oggi so che sono stati fatti tanti passi avanti e sono orgoglioso di essere sindaco di una città che ha tra le fila imprenditori che denunciano le estorsioni, e si costituiscono parte civile nei processi», aggiunge.
E poi conclude ricordando Stefano Fumarulo: «Stefano diceva di tracciare una linea tra buoni e cattivi e cercare di portare quanti più cattivi dalla parte dei buoni, senza lasciare zone grige».
«Il ricordo di Michele Fazio è una data discrimine rispetto alla quale c'è un prima e c'è un dopo. Nessuno più discute dell'esistenza della mafia in questa città: tutti coloro che hanno collaborato, hanno fornito una ricostruzione esatta della criminalità organizzata che non può più essere smentita», ha commentato il governatore Michele Emiliano.
«C'è rabbia, ma non silenzio - hanno aperto subito i genitori, Pinuccio e Lella Fazio -. Non bisogna lasciare il quartiere nelle mani della mafia, occorre battersi con impegno per prendere tra le mani il territorio e non lasciare i giovani tra le mani delle mafie».
«Non partecipiamo a questa manifestazione per abitudine o dovere istituzionale - ha commentato Antonio Decaro, sindaco di Bari -, ma per stare tutti assieme».
«Questa piazza era più omertosa, si girava la testa, la gente stava zitta e non parlava. Il lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine ha consentito alla comunità di prendere consapevolezza. Era forse paura? Oggi so che sono stati fatti tanti passi avanti e sono orgoglioso di essere sindaco di una città che ha tra le fila imprenditori che denunciano le estorsioni, e si costituiscono parte civile nei processi», aggiunge.
E poi conclude ricordando Stefano Fumarulo: «Stefano diceva di tracciare una linea tra buoni e cattivi e cercare di portare quanti più cattivi dalla parte dei buoni, senza lasciare zone grige».
«Il ricordo di Michele Fazio è una data discrimine rispetto alla quale c'è un prima e c'è un dopo. Nessuno più discute dell'esistenza della mafia in questa città: tutti coloro che hanno collaborato, hanno fornito una ricostruzione esatta della criminalità organizzata che non può più essere smentita», ha commentato il governatore Michele Emiliano.