Il rituale dell'acqua di San Giovanni, ecco come si prepara

In molti ne parlano ma pochi sanno cos'è il liquido che propizia una buona estate

mercoledì 24 giugno 2020 17.55
Nella notte fra 23 e 24 giugno è tradizione preparare la cosiddetta "acqua di San Giovanni", che secondo la credenza diffusa possiede proprietà curative e taumaturgiche.

Un rituale legato al solstizio d'estate, il giorno più lungo dell'anno: secondo la tradizione, l'infuso va preparato per propiziare una buona stagione, calda ma senza fenomeni come siccità o piogge improvvise che danneggerebbero i raccolti.

Secondo la tradizione, per preparare l'acqua è necessario raccogliere diverse varietà di di erbe e fiori spontanei, come iperico, lavanda, menta, artemisia, rosmarino, salvia e malva. Alcune versioni della tradizione indicano la possibilità di aggiungere all'infuso anche fiori spontanei come fiordalisi, papaveri, rose o camomilla.

Al calar del sole, fiori ed erbe che sono stati raccolti vanno messi a bagno in acqua e lasciati all'esterno per tutta la notte, così che possano assorbire la rugiada del mattino e accrescere le loro proprietà benefiche e propiziatorie. La mattina del 24 giugno quella stessa acqua si utilizza per lavare mani e viso.