Imam di Bari accusato di frode, diatriba familiare

L'avvocato di Lorenzini con una nota spiega l'insussistenza delle accuse e la possibilità di demolirle

venerdì 26 gennaio 2018
In seguito alle notizie in merito all'accusa all'imam di Bari, Sharif Lorenzini, di frode e di aver sottratto cifre considerevoli dall'azienda di certificazione Halal di cui era amministratore insieme al fratello, giunge una nota a chiarimento della vicenda da parte del suo legale, l'avvocato Vincenzo Papeo. Di seguito il comunicato completo.

«L'Ingegner Sharif Lorenzini è stato attinto dalla misura interdittiva del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi per la durata di anni uno, peraltro con notevole ridimensionamento da parte del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari delle originarie richieste della Procura, ivi compresa l'esclusione della sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per talune ipotesi di reato, sulla base evidentemente di una ricostruzione ad opera di una sola delle parti del noto conflitto con un familiare, già socio estromesso nell'ambito di comuni attività associative. Infatti, nel mentre quest'ultimo ha potuto fornire, con più esposti e denunce, la propria ricostruzione dei fatti, l'Ing. Lorenzini ha appreso degli stessi e dei presunti elementi di prova a sostegno dei medesimi solo con la notifica dell'ordinanza cautelare avvenuta qualche giorno addietro, per cui non ha avuto modo ancora di sottoporre all'attenzione della Magistratura la propria versione. Peraltro trattasi di vicende che prendono le mosse sin dal lontano 2008, allorquando ebbe a costituirsi la prima realtà associativa coinvolta, per cui ogni adeguata dimostrazione dell'innocenza del mio assistito non potrà che richiedere la giusta tempistica. Si è certi che all'esito dell'attività difensiva e soprattutto della produzione delle prove a discarico, talune delle quali già individuate e di portata davvero demolitrice dell'ipotesi accusatoria, la stessa Autorità Giudiziaria non potrà che convincersi di tale innocenza, Autorità nella quale sin da ora si pone totale fiducia, ivi compresa la Magistratura inquirente, essendo all'evidenza stata indotta alle proprie determinazioni come detto solo sulla base di una delle due parti contendenti».