"Impresa è donna", in Fiera del levante presentata la roadmap di Confcommercio
Le sfide dell’innovazione e della sostenibilità per competere sui mercati internazionali
giovedì 20 ottobre 2022
17.49
«Impresa è donna, è vero, ma spesso le imprese nascono perché non ci sono servizi di sostegno affinchè le donne possano conciliare la vita familiare con quella lavorativa. Non riuscendo ad incanalare il loro tempo in normali orari di lavoro, avviano il loro percorso lavorativo creando imprese femminili ma purtroppo per necessità e non per scelta».
A dichiararlo è stata Marina Lalli, Relazioni istituzionali Nuova Fiera del Levante, intervenuta a Impresa è donna: le sfide dell'innovazione e della sostenibilità per competere sui mercati internazionali, la roadmap di Confcommercio per promuovere la cultura di impresa e di genere.
Le imprese femminili sono green e sostenibili. È quanto emerge dall'indagine sulle imprese femminili e la sostenibilità realizzata da Terziario Donna Confcommercio, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio "Guglielmo Tagliacarne" e presentata, negli spazi della Campionaria della Fiera del Levante. All'evento di presentazione hanno partecipato Carla Palone, Assessora alla citta Produttiva e mare del Comune di Bari, Titti De Simone, Consigliera del Presidente Regione Puglia, Luciana Di Bisceglie, Vicepresidente nazionale Terziario Donna Confcommercio, Presidente Terziario Donna Confcommercio Bari, Anna Lapini, Presidente Nazionale Terziario Donna Confcommercio-Imprese per l'Italia, Alessandro Rinaldi, Istituto Tagliacarne, Alessandro Delli Noci, Assessore Sviluppo Economico Regione Puglia, Massimo Lombardini, Associate Research Fellow ISPI, Lara Marchetta Delegata WWF Puglia, Lucia Parchitelli, Consigliera regionale – prima firmataria del pdl "Disposizioni in materia di Bioeconomia", Luca Squeri, Responsabile energia Forza Italia, Cristina Riganti, Vicepresidente nazionale Terziario Donna Confcommercio incaricata per la sostenibilità. Testimonianze imprenditoriali di Mariarita Costanza, Macnil e Daniela Chiapperini ApuliaKundi.
Nove imprese femminili su dieci ritengono importante adottare misure green per ragioni di sostenibilità ambientale e il 47% prevede di fare investimenti orientati a ridurre gli impatti dell'impresa sull'ambiente per il triennio 2022-2024. Questa attenzione alla sostenibilità ambientale da parte delle imprese "in rosa" si è accentuata dopo la crisi pandemica e si incrementerà anche alla luce della crisi generata dal conflitto Russia-Ucraina, soprattutto in relazione ai temi dell'autonomia energetica. Le imprese green sono più competitive: infatti, tra le imprese femminili che hanno effettuato investimenti in sostenibilità ambientale, il 45% ha dichiarato di prevedere un incremento di fatturato nel 2022 rispetto all'anno scorso, il 22% prevede di incrementare il numero dei propri occupati, il 14% prevede un ritorno ai livelli produttivi pre-Covid.
La maggior parte delle imprese eco-investitrici ha avviato innovazioni che riguardano il processo produttivo più che la realizzazione di prodotti green. Tuttavia, nel corso degli anni è aumenta la quota di imprese che punta ad entrambe le innovazioni. Questa tendenza non può che essere valutata positivamente e indica una sempre maggiore consapevolezza delle imprese sulle tematiche della sostenibilità ambientale.
Le imprese non eco-investitrici incontrano diverse barriere che impediscono loro di realizzare investimenti green. I tre principali ostacoli sono: l'insufficienza di risorse finanziarie, segnalato da più di un'impresa femminile su tre (34%) e da un'impresa maschile su cinque (20%); la mancanza di cultura green segnalata dal 21% delle imprese femminile e dal 28% delle imprese maschili; la scarsa conoscenza delle agevolazioni pubbliche e alla difficoltà di ottenerle (17% delle femminili e 22% delle maschili).
Le imprese femminili terziarie mostrano una maggiore attenzione alle tematiche legate alla sostenibilità sociale, curando maggiormente il rapporto con i fornitori (31% vs il 27% delle imprese maschili) e con i clienti (27% vs 16% delle imprese maschili).
«Anche quando si parla di sostenibilità, le donne, le imprenditrici, dimostrano di essere "più avanti", di saper guardare oltre, di aver compreso che non ci può essere sostenibilità ambientale senza sostenibilità sociale ed economica, e viceversa - commenta Anna Lapini, presidente di Terziario Donna Confcommercio. Ma anche in questo caso le donne scontano condizioni di partenza e di contesto penalizzanti: la maggiore propensione ad intraprendere un percorso green si scontra con l'insufficienza di risorse finanziarie, difficoltà che "blocca" la transizione ecologica di un'impresa femminile su tre, ma "solo" un'impresa maschile su 5. Le politiche e gli strumenti messi in campo da Terziario Donna Confcommercio – formazione, alfabetizzazione finanziaria, digitalizzazione, etc) mirano a rimuovere questi ostacoli».
A dichiararlo è stata Marina Lalli, Relazioni istituzionali Nuova Fiera del Levante, intervenuta a Impresa è donna: le sfide dell'innovazione e della sostenibilità per competere sui mercati internazionali, la roadmap di Confcommercio per promuovere la cultura di impresa e di genere.
Le imprese femminili sono green e sostenibili. È quanto emerge dall'indagine sulle imprese femminili e la sostenibilità realizzata da Terziario Donna Confcommercio, in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio "Guglielmo Tagliacarne" e presentata, negli spazi della Campionaria della Fiera del Levante. All'evento di presentazione hanno partecipato Carla Palone, Assessora alla citta Produttiva e mare del Comune di Bari, Titti De Simone, Consigliera del Presidente Regione Puglia, Luciana Di Bisceglie, Vicepresidente nazionale Terziario Donna Confcommercio, Presidente Terziario Donna Confcommercio Bari, Anna Lapini, Presidente Nazionale Terziario Donna Confcommercio-Imprese per l'Italia, Alessandro Rinaldi, Istituto Tagliacarne, Alessandro Delli Noci, Assessore Sviluppo Economico Regione Puglia, Massimo Lombardini, Associate Research Fellow ISPI, Lara Marchetta Delegata WWF Puglia, Lucia Parchitelli, Consigliera regionale – prima firmataria del pdl "Disposizioni in materia di Bioeconomia", Luca Squeri, Responsabile energia Forza Italia, Cristina Riganti, Vicepresidente nazionale Terziario Donna Confcommercio incaricata per la sostenibilità. Testimonianze imprenditoriali di Mariarita Costanza, Macnil e Daniela Chiapperini ApuliaKundi.
Nove imprese femminili su dieci ritengono importante adottare misure green per ragioni di sostenibilità ambientale e il 47% prevede di fare investimenti orientati a ridurre gli impatti dell'impresa sull'ambiente per il triennio 2022-2024. Questa attenzione alla sostenibilità ambientale da parte delle imprese "in rosa" si è accentuata dopo la crisi pandemica e si incrementerà anche alla luce della crisi generata dal conflitto Russia-Ucraina, soprattutto in relazione ai temi dell'autonomia energetica. Le imprese green sono più competitive: infatti, tra le imprese femminili che hanno effettuato investimenti in sostenibilità ambientale, il 45% ha dichiarato di prevedere un incremento di fatturato nel 2022 rispetto all'anno scorso, il 22% prevede di incrementare il numero dei propri occupati, il 14% prevede un ritorno ai livelli produttivi pre-Covid.
La maggior parte delle imprese eco-investitrici ha avviato innovazioni che riguardano il processo produttivo più che la realizzazione di prodotti green. Tuttavia, nel corso degli anni è aumenta la quota di imprese che punta ad entrambe le innovazioni. Questa tendenza non può che essere valutata positivamente e indica una sempre maggiore consapevolezza delle imprese sulle tematiche della sostenibilità ambientale.
Le imprese non eco-investitrici incontrano diverse barriere che impediscono loro di realizzare investimenti green. I tre principali ostacoli sono: l'insufficienza di risorse finanziarie, segnalato da più di un'impresa femminile su tre (34%) e da un'impresa maschile su cinque (20%); la mancanza di cultura green segnalata dal 21% delle imprese femminile e dal 28% delle imprese maschili; la scarsa conoscenza delle agevolazioni pubbliche e alla difficoltà di ottenerle (17% delle femminili e 22% delle maschili).
Le imprese femminili terziarie mostrano una maggiore attenzione alle tematiche legate alla sostenibilità sociale, curando maggiormente il rapporto con i fornitori (31% vs il 27% delle imprese maschili) e con i clienti (27% vs 16% delle imprese maschili).
«Anche quando si parla di sostenibilità, le donne, le imprenditrici, dimostrano di essere "più avanti", di saper guardare oltre, di aver compreso che non ci può essere sostenibilità ambientale senza sostenibilità sociale ed economica, e viceversa - commenta Anna Lapini, presidente di Terziario Donna Confcommercio. Ma anche in questo caso le donne scontano condizioni di partenza e di contesto penalizzanti: la maggiore propensione ad intraprendere un percorso green si scontra con l'insufficienza di risorse finanziarie, difficoltà che "blocca" la transizione ecologica di un'impresa femminile su tre, ma "solo" un'impresa maschile su 5. Le politiche e gli strumenti messi in campo da Terziario Donna Confcommercio – formazione, alfabetizzazione finanziaria, digitalizzazione, etc) mirano a rimuovere questi ostacoli».