In Puglia si sprecano 310mila tonnellate di cibo
"Grazie alla Coldiretti, ora avanti tutta con la nostra legge"
venerdì 7 aprile 2017
18.43
"La mia proposta di legge ha come obiettivo quello di creare uno strumento operativo per trasferire le eccedenze alimentari da chi le produce a chi ne ha bisogno. Sappiamo già quali sono i luoghi di produzione degli sprechi. E ora, grazie allo studio della Coldiretti, sappiamo anche quali sono le tipologie di alimenti nell'ambito delle quali si producono eccedenze". Lo ha spiegato il consigliere regionale Pd, Ruggiero Mennea, oggi durante la presentazione del 'dossier sugli sprechi alimentari', elaborato da Coldiretti, Campagna Amica Puglia e Istituto pugliese per il consumo e che ha coinvolto un campione di famiglie di ogni provincia pugliese che hanno appuntato sul proprio 'diario anti-spreco' il cibo buttato.
"Quello degli sprechi alimentari - ha proseguito l'esponente del Pd - è stato un tema molto spesso sottaciuto, ma di recente è diventato punto di riferimento delle politiche di lotta alla povertà. Purtroppo la povertà è un fenomeno che si sta allargando. E in Puglia, con l'attivazione del Red, sono state già censite 350 famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. Si è anche avuto un interessamento del Parlamento in materia di lotta allo spreco alimentare e, ora, la legge Gadda (entrata in vigore nel settembre scorso) ci dà la possibilità di poter attuare strumenti legislativi puntuali".
Secondo quanto spiegato dal consigliere regionale, "si è passati dal concetto di cessione (dal punto di vista giuridico e fiscale) a quello di donazione. Questa evoluzione ci consente di allentare le maglie amministrative (sia sanitarie che fiscali) per rendere più agevole il trasferimento delle eccedenze alimentari". La legge regionale - già licenziata dalla competente commissione consiliare e in procinto di essere approvata anche in Consiglio regionale – prevede, in dettaglio, un tavolo di coordinamento presieduto dal governo regionale (attraverso l'assessore al welfare e quello alle risorse agroalimentari), che mette insieme i produttori di eccedenze, i Comuni e il terzo settore. "Quest'ultimo è fondamentale per operare il trasferimento delle eccedenze", ha detto Mennea. "In Puglia ci sono realtà che già operano in tal senso gratuitamente. In provincia di Lecce c'è già un sistema anti-sprechi alimentari in azione dal 2009. Queste buone prassi possono essere trasferite sul piano regionale. Fondamentale è anche il ruolo delle associazioni dei consumatori".
Ma la cosa più importante è che la 'legge Mennea' non ha solo un obiettivo di solidarietà, ma si propone come modello virtuoso a 360 gradi. "Si prefigge di attuare una nuova cultura rispetto agli sprechi, alla sana alimentazione e alla difesa dell'ambiente", ha sottolineato. "Se il cibo non viene buttato si evita di produrre altri rifiuti. Non è escluso che, in prospettiva, si possa ridurre anche la Tari aderendo a un sistema di recupero delle eccedenze alimentari". Inoltre, la legge vede come interlocutori principali i Comuni, "che sono i soggetti attuatori delle politiche di lotta alla povertà e hanno le banche dati delle famiglie che si trovano in difficoltà. In questa maniera - ha rimarcato - evitiamo di creare zone grigie, in cui si possono annidare le speculazioni".
Infine con i 600 mila euro di dotazione finanziaria prevista, per quest'anno, dalla legge si attiveranno progetti pilota nelle sei province, con campagne di sensibilizzazione e comunicazione che coinvolgono innanzitutto le scuole, "perché per cambiare cultura - sostiene il consigliere regionale del Pd - si deve iniziare dai ragazzi". Previsto anche il coinvolgimento di enti, quali Diocesi e Comuni, che possiedono immobili inutilizzati che potrebbero essere destinati allo stoccaggio dei beni alimentari. "Mi aspetto una grande partecipazione, creiamo un emporio della solidarietà - ha concluso. "Perché chi vive nella povertà, non deve necessariamente perdere la propria dignità".
"Quello degli sprechi alimentari - ha proseguito l'esponente del Pd - è stato un tema molto spesso sottaciuto, ma di recente è diventato punto di riferimento delle politiche di lotta alla povertà. Purtroppo la povertà è un fenomeno che si sta allargando. E in Puglia, con l'attivazione del Red, sono state già censite 350 famiglie che vivono sotto la soglia di povertà. Si è anche avuto un interessamento del Parlamento in materia di lotta allo spreco alimentare e, ora, la legge Gadda (entrata in vigore nel settembre scorso) ci dà la possibilità di poter attuare strumenti legislativi puntuali".
Secondo quanto spiegato dal consigliere regionale, "si è passati dal concetto di cessione (dal punto di vista giuridico e fiscale) a quello di donazione. Questa evoluzione ci consente di allentare le maglie amministrative (sia sanitarie che fiscali) per rendere più agevole il trasferimento delle eccedenze alimentari". La legge regionale - già licenziata dalla competente commissione consiliare e in procinto di essere approvata anche in Consiglio regionale – prevede, in dettaglio, un tavolo di coordinamento presieduto dal governo regionale (attraverso l'assessore al welfare e quello alle risorse agroalimentari), che mette insieme i produttori di eccedenze, i Comuni e il terzo settore. "Quest'ultimo è fondamentale per operare il trasferimento delle eccedenze", ha detto Mennea. "In Puglia ci sono realtà che già operano in tal senso gratuitamente. In provincia di Lecce c'è già un sistema anti-sprechi alimentari in azione dal 2009. Queste buone prassi possono essere trasferite sul piano regionale. Fondamentale è anche il ruolo delle associazioni dei consumatori".
Ma la cosa più importante è che la 'legge Mennea' non ha solo un obiettivo di solidarietà, ma si propone come modello virtuoso a 360 gradi. "Si prefigge di attuare una nuova cultura rispetto agli sprechi, alla sana alimentazione e alla difesa dell'ambiente", ha sottolineato. "Se il cibo non viene buttato si evita di produrre altri rifiuti. Non è escluso che, in prospettiva, si possa ridurre anche la Tari aderendo a un sistema di recupero delle eccedenze alimentari". Inoltre, la legge vede come interlocutori principali i Comuni, "che sono i soggetti attuatori delle politiche di lotta alla povertà e hanno le banche dati delle famiglie che si trovano in difficoltà. In questa maniera - ha rimarcato - evitiamo di creare zone grigie, in cui si possono annidare le speculazioni".
Infine con i 600 mila euro di dotazione finanziaria prevista, per quest'anno, dalla legge si attiveranno progetti pilota nelle sei province, con campagne di sensibilizzazione e comunicazione che coinvolgono innanzitutto le scuole, "perché per cambiare cultura - sostiene il consigliere regionale del Pd - si deve iniziare dai ragazzi". Previsto anche il coinvolgimento di enti, quali Diocesi e Comuni, che possiedono immobili inutilizzati che potrebbero essere destinati allo stoccaggio dei beni alimentari. "Mi aspetto una grande partecipazione, creiamo un emporio della solidarietà - ha concluso. "Perché chi vive nella povertà, non deve necessariamente perdere la propria dignità".