Inchiesta "Codice Interno", il ministro valuta lo scioglimento del Comune di Bari
A comunicarlo il sindaco Decaro dopo una telefonata ricevuta da Piantedosi: «Atto di guerra. Violenza a cui mi opporrò»
martedì 19 marzo 2024
20.36
Ora è ufficiale, il Comune di Bari rischia di essere sciolto per infiltrazione mafiosa. La decisione del ministro Piantedosi di nominare una commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune segue quanto emerso in seguito all'indagine "Codice Interno" che ha portato all'arresto di una consigliere comunale e a scoperchiare un vaso di Pandora che ha travolto la municipalizzata Amtab e non solo.
Fortemente critico in merito alla decisione del ministro il sindaco, Antonio Decaro: «Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione. L'atto - come un meccanismo a orologeria - segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all'indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l'avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra».
Fortemente critico in merito alla decisione del ministro il sindaco, Antonio Decaro: «Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione. L'atto - come un meccanismo a orologeria - segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all'indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l'avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra».
«Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia - aggiunge Decaro - che in conferenza stampa ha detto testualmente: "l'amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata", gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell'inchiesta su Mafia Capitale».
«È un atto gravissimo, che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio (guarda caso) alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent'anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita.
È giusto che si sappia che negli scorsi giorni mi è stato richiesto di raccogliere tutte le attività svolte dal Comune di Bari contro la criminalità organizzata - prosegue -. Bene, è stato consegnato al Prefetto alle 12.00 di ieri, un voluminoso dossier, composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine, contenente le attività svolte dal Comune contro la criminalità organizzata in questi anni. È evidente, vista la rapidità con cui è giunta la notizia della nomina della Commissione, che nessuno si è curato di leggere quelle carte. Ha avuto dunque più valore la pressione politica del centrodestra barese che fatti, denunce, documenti, testimonianze. Si tratta di una vicenda vergognosa e gravissima, che va contro la città, contro i cittadini perbene, contro il sindaco».
«A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città - conclude il primo cittadino -. Fosse l'ultimo atto della mia esperienza politica. Non starò zitto. Non assisterò in silenzio a questa operazione di inversione della verità e di distruzione della reputazione di una amministrazione sana e di una intera città. P.S.: se gli uffici del Ministero non hanno ritenuto di leggere le carte che ho consegnato, le farò leggere ai cittadini. E come ho sempre fatto, lascerò che siano loro a giudicare».