Inchiesta: Coronavirus, gli eventi muoiono ma la cultura deve vivere – Parte 2

In attesa di una nuova estate, rimaniamo vicini grazie a internet

domenica 8 marzo 2020 11.00
A cura di Ida Vinella
Lo crediamo, e dobbiamo crederci sempre. La parola "crisi" di certo nasconde in sé anche "opportunità". Ed è ciò che stiamo vivendo da meno di una settimana, una crisi che sta rivoluzionando il nostro modo di vivere e di relazionarci. Le relazioni, i contatti, lo stare insieme è il principio di base su cui reggono gli eventi, creati per unire le persone, per tenerle insieme unite da uno scopo, che sia nobile o di puro e semplice intrattenimento.

Abbiamo cominciato una riflessione sull'attuale "stato di salute" del mondo degli eventi nel nostro territorio, e oggi proseguiamo raccogliendo altre voci e documentando altre realtà.

Stop per quasi tutti gli eventi nei centri commerciali

Il settore delle agenzie che operano nei centri commerciali italiani ha subito un importante contraccolpo. Raccogliamo il racconto del titolare di un'azienda di Trani: «Il colpo che abbiamo subito è stato durissimo. Avevamo sette eventi programmati in contemporanea e ne stiamo portando avanti solo uno, tutti gli altri sono stati annullati, ciò significa che abbiamo perso fatturato per circa 60mila euro in un solo weekend. Quelle attività che prevedevano un percorso ludico-didattico con le scuole sono saltate perché le classi hanno annullato tutte le prenotazioni».

Simile lo scenario che emerge da quello che ci racconta Stefano Santangelo, titolare di una società di eventi nel foggiano: «Lavoriamo in tutta Italia e abbiamo molti freelance che si alternano negli eventi, si tratta di lavoratori che non percepiranno introiti per un bel periodo». E continua: «Non si sa quanto tutto questo durerà e si rischia realmente la catastrofe. Ed il problema è che solo in Italia abbiamo preso queste contromisure mentre il mondo si muove regolarmente». In un post sui social afferma: «Fiere, congressi, eventi di moda, meeting e grandi eventi sportivi hanno fatturato nel 2019 100 miliardi di euro. Gli alberghi fanno il 40% del loro fatturato grazie agli eventi. Ora la mia domanda è: come mai si è deciso di stanziare dei fondi solo per le aziende colpite dalla zona rossa, se poi vengono bloccati gli eventi in tutta Italia? Sono 460mila gli addetti di questi settori, capite? Senza contare chi gestisce alberghi e B&B che vedrà perdere il fatturato del 40% per gli eventi».

Il settore Comics si ferma e aspetta l'estate

Un mercato che da qualche anno si è affacciato in Puglia conquistando un'importante fascia di pubblico e appassionati è quello degli eventi comics, legato all'universo nerd di giochi, videogame, fumetti e cosplay. La primavera alle porte è solitamente una stagione molto vivace in questo settore, ma proprio in questi giorni gli appuntamenti previsti tra marzo e aprile sono stati rinviati ai prossimi mesi. Tra questi c'è il Lecce Cosplay & Comics 2020, originariamente programmato per il 21 e 22 marzo, rinviato a data da destinarsi; stesso destino per Zoocomix, l'iniziativa che ha debuttato lo scorso anno allo Zoosafari di Fasano, costretta dal DPCM al rinvio dall'iniziale programmazione del 28 e 29 marzo al weekend del 13 e 14 giugno. Oltre l'orizzonte pugliese ci sono i grandi eventi di respiro nazionale che hanno preso decisioni analoghe: Cartoomics a Milano, Romics a Roma, Comicon a Napoli.

C'è chi addirittura aspetterà dicembre. Si tratta del BGeek, la fiera di settore della città di Bari, tra gli eventi più longevi in Puglia: l'edizione 2020, di cui ancora non erano state annunciate le date, slitterà a dicembre in un'inedita veste invernale. L'unico evento di settore che non ha subito modifiche è il Festival del Nerd di Foggia.

Pochi giorni prima dell'aggravarsi dell'emergenza, è stata archiviata con successo nella vicina Andria la quarta edizione del GAME, che nei giorni scorsi ha condiviso un messaggio di solidarietà con i prossimi eventi di settore in calendario per il 2020. Vito Ballarino, direttore artistico di questa manifestazione, ha condiviso il suo pensiero sull'attuale situazione. «I punti fondamentali di questa realtà sono due: ammettere l'esistenza di questa crisi che ha scombussolato la programmazione e modificherà il mercato da qui ai prossimi mesi, perché è anche una crisi di paura, non solo economica. Tante attività sono ferme, e a questo si aggiunge un blocco psicologico e un freno sui consumi. Ci sarà indubbiamente un mutamento del mercato. Il secondo punto è che bisogna approfittare per trovare degli spunti di miglioramento, superando l'aspetto più tragico: ad esempio, porre le basi per fare sistema, cooperazione, superare gli attriti e attivarsi per sedersi tutti intorno allo stesso tavolo, cominciando a supportarsi a vicenda. Solo così riusciremo davvero ad andare lontano e a costruire qualcosa di solido e forte. Ora ci servono più ponti e meno muri».

In questo momento di estrema difficoltà vogliamo mostrare tutta la nostra vicinanza agli amici delle fiere pugliesi e non e di tutti gli eventi impattati da questa terribile crisi.
Sappiamo quanto sia importante il settore per il pubblico, gli appassionati, gli standisti e tutti i professionisti che ci lavorano e speriamo si possa tornare quanto prima alla normalità.
L'augurio che ci facciamo è che si possa uscire da questo momento oscuro rilanciando al meglio le iniziative, ampliando le idee e allargando i confini delle collaborazioni possibili.
È evidente che la crisi non terminerà con l'emergenza sanitaria ma bisognerà insieme lavorare per superare la paura.
Per farlo abbiamo il dovere di ripensare i modelli organizzativi capendo come rafforzare le collaborazioni e costruendone di nuove.
Noi del #GAME rimaniamo a disposizione per supportare chiunque ne abbia bisogno e risponderemo a qualunque nuovo input che possa generare nuovi ponti.
Cooperare e unirsi è essenziale in questo momento.

Il racconto di chi porta il buonumore negli eventi

Con un'esperienza alle spalle da animatore, oggi front man, intrattenitore e presentatore in numerosi eventi in tutt'Italia, il molfettese Pako Carlucci ha voluto raccontarci il suo punto di vista, quello di chi vive pienamente il mondo degli eventi puntando sui sorrisi del pubblico. «L'ultimo evento al quale ho lavorato è stato un importante torneo di tennis a Bergamo a fine febbraio. Tutto è iniziato da quel momento: su disposizione del Prefetto non si è disputata la finale, qualcosa di mai visto prima d'ora. Ho avuto allora la percezione che qualcosa stava per cambiare». Il settore degli eventi in quelle ore ha vissuto i primi grandi stravolgimenti. «Nel giro di un paio di giorni ho ricevuto a tamburo battente comunicazioni di eventi annullati o rinviati fino a fine maggio. Considerando che spesso di tratta di eventi che si programmano con un anno di anticipo, il danno economico generato è davvero gigantesco. Il mio timore è che tutto l'anno possa vedere uno stop ai grandi eventi, ed è una macchina che si blocca, alberghi, logistica, service, sicurezza… Ci sarà una reazione a catena su tanti settori economici».

«Le prossime tre settimane saranno fondamentali – ci dice in conclusione Pako che tradisce un umore grigio nonostante il suo lavoro così colorato – c'è chi ha paura e chi si vergogna di avere paura: dobbiamo limitarci ad avere fiducia, fare ciò che chiedono e perché no, sfruttare il mondo di internet per continuare a stare insieme e a far tornare il buonumore, che è l'unico contagio di cui abbiamo bisogno».

La cultura può vivere grazie a internet

Come ben intuito, dalle nuove tecnologie digitali giungono le soluzioni migliori per affrontare questa crisi. Cominciano ad apparire iniziative come presentazioni di libri e incontri con gli autori che avverranno comunque, a porte chiuse, ma saranno trasmesse al pubblico online tramite dirette Facebook. C'è anche l'idea di una discoteca di Modugno che ha lanciato una sorta di party via social.

«Con alcune telecamere riprenderemo il nostro djset e con il supporto di effetti sonori, luci in sala e ledwall in funzione, ricreeremo una serata virtuale, non accessibile per via del decreto ministeriale, ma alla quale chiunque potrà partecipare collegandosi alla nostra diretta e interagendo con noi attraverso il sistema di messaggistica».


Internet vuol dire community, vuol dire stare insieme senza essere vicini, e quindi perché non approfittare dello sconfinato potere del web per dare nuova forma agli eventi e permettere alla cultura di andare avanti?

Continueremo a monitorare, e nel frattempo rimaniamo virtualmente vicini, grazie ai social, grazie al web: ora può essere il momento per creare nuovi modi di condivisione e di contatto, senza rinunciare a quella dose di spensieratezza che ci permetterà di essere pronti quando l'emergenza finalmente cesserà.