Infermieri ubriachi richiamati dalla Asl Bari, Andreula: «Iniziativa inopportuna»

Una nota a firma di Alessandro Sansonetti scatena la bufera e la risposta del presidente di OPI Bari

mercoledì 6 novembre 2019 18.35
A cura di La Redazione
Una circolare emanata dal direttore medico facente funzione del presidio ospedaliero Bari Sud Alessandro Sansonetti che "accusa" gli infermieri del Di Venere e del Fallacara di Triggiano di recarsi al lavoro ubriachi contravvenendo alla legge. E scoppia la polemica, con la pronta risposta di OPI Bari.

La notizia, riportata questa mattina dal Corriere del Mezzogiorno e ripresa da tutte o quasi le testate locali, non lascia adito a dubbi, in quanto nella nota si legge che: «Nonostante i divieti imposti dalla vigente legislazione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e le raccomandazioni emanate nel corso degli anni sono giunte notizie a questa Direzione, di personale sanitario che si presenta sul posto di lavoro in evidente stato di ebbrezza».

Accuse pesanti nei confronti dei direttori delle unità operative e del personale dirigente e di comparto delle due strutture, a cui non esitano a rispondere da OPI (Ordine delle Professioni Infermieristiche) di Bari: «Va stigmatizzata l'iniziativa del dottor Alessandro Sansonetti che ha scatenato una bufera e gettato discredito sul lavoro di decine di professionisti della sanità impegnati quotidianamente, tra mille difficoltà, a garantire adeguati livelli di assistenza ai cittadini seppure tra mille difficoltà - scrive il presidente Saverio Andreula - Il dottor Sansonetti ha puntato il dito, in maniera generica, contro il personale sanitario gettandolo, al tempo stesso, in pasto ai giornali che alla vicenda hanno dato ampia eco con una sintesi che discredita chi lavora nella sanità pubblica. Sarebbe stato più opportuno svolgere una funzione di controllo e, accertate le eventuali responsabilità, sanzionatoria contro chi avesse trasgredito la legge. Una leggerezza, quella del dottor Sansonetti, che mette all'indice dell'opinione pubblica chi, invece, lavora al servizio della comunità, rischiando spesso anche la propria incolumità fisica, come accade nei pronto soccorso dei nostri ospedali».