Italia in Comune Puglia risponde a Feltri: "Galleggia tra luoghi comuni e violazioni deontologiche"
Molti sindaci pugliesi del partito hanno voluto dire la loro sulle esternazioni del noto giornalista contro gli abitanti della nostra regione
lunedì 30 luglio 2018
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Cominciano ad arrivare risposte dalla Puglia alle esternazioni di Vittorio Feltri contro i pugliesi. «Infelici a dir poco» sono le parole di Vincenzo Gesualdo, coordinatore per la Puglia di Italia in Comune con cui ha definito le ultime dichiarazioni del giornalista. Il direttore di Libero, ospite in diretta alla trasmissione 'Stasera Italia' su Rete 4, si è scagliato contro i pugliesi in attesa di un'occupazione, descritti, per usare degli eufemismi, come 'scansafatiche' e parassiti.
«Innanzitutto, bisognerebbe spiegare a Feltri che la disoccupazione in Puglia è figlia di politiche nazionali che non hanno mai garantito parità occupazionali al Nord come al Sud - ha sottolineato Gesualdo - La mancanza di lavoro non è una libera scelta né, tantomeno, un pretesto per stare a casa a fare 'i perdigiorno', ma è un vero e proprio dramma, di cui giornalmente i quotidiani, come quello che lo stesso Feltri dirige, riportano epiloghi di casi estremi e disperati. In secondo luogo, che non c'è nulla da vergognarsi nel cercare di elevare la propria posizione non accettando, magari dopo aver conseguito un titolo di studio, un lavoro nei campi, ma arrivando persino ad abbandonare la propria terra pur di lavorare dignitosamente. Far passare la mancanza di lavoro come 'voglia di non lavorare' è un sillogismo un po' troppo elementare, una visione decisamente semplicistica. Ci saremmo aspettati una disamina un po' più articolata di una situazione così complessa».
Sulla vicenda, si sono espressi anche alcuni dei sindaci aderenti al partito. «Ecco come, in un colpo solo, Feltri è riuscito a offendere tutti i pugliesi, 'rei' di non avere un lavoro, e tutti coloro che, invece, arrivano nella nostra terra in cerca di un futuro migliore. 'Terroni' e 'negri', per usare parole sue. Ed ecco come è riuscito a parlare di due di dinamiche così delicate come disoccupazione e sfruttamento del lavoro nei campi, mostrando di non conoscere né l'una né l'altra. La Puglia, evidentemente, è un'anima troppo complessa da spiegargli. È più facile ricorrere agli stereotipi». Questo il commento di Michele Abbaticchio, primo cittadino di Bitonto e tra i fondatori del partito.
«Era di San Giorgio Jonico, quindi pugliese, Paola, morta di fatica nei campi mentre lavorava all'acinellatura dell'uva nelle campagne di Andria. È solo un esempio. È solo un caso fra mille, finito alla ribalta della cronaca solo perché ha avuto il più drammatico degli epiloghi. Feltri pensi a questo e si vergogni», sono state le parole di Cosimo Fabbiano, sindaco del comune alle porte di Taranto, ricordando il caso della sua concittadina Paola Clemente, morta di infarto nei campi nel luglio del 2015.
Giuseppe Nitti, neo-eletto a Casamassima, ha ironizzato, ma neanche troppo, sulla uscita di cattivo gusto di Feltri: «Leggo questo post e penso che il caldo inizi a fare un brutto effetto. Invitiamolo in Puglia così potrà godere del nostro cibo, del nostro mare, del nostro sole e anche delle olive e dell'olio. Noi siamo orgogliosi di essere pugliesi. Viva la Puglia!».
Un'idea non del tutto assurda che ha trovato d'accordo anche Tommaso Depalma sindaco di Giovinazzo, Giuseppe Delzotto di Binetto e Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva, di professione giornalista, che ha rilanciato: «Venga a ottobre per la camminata tra gli ulivi che organizziamo con le Città dell'Olio. Potrebbe imparare a raccoglierle, come fanno ancora qui da noi molti suoi coetanei, invece di trascorrere la vecchiaiaa gareggiare per il record mondiale di violazioni deontologiche della professione giornalistica, raccattando in giro i più beceri luoghi comuni sui pugliesi e sui migranti».
«Innanzitutto, bisognerebbe spiegare a Feltri che la disoccupazione in Puglia è figlia di politiche nazionali che non hanno mai garantito parità occupazionali al Nord come al Sud - ha sottolineato Gesualdo - La mancanza di lavoro non è una libera scelta né, tantomeno, un pretesto per stare a casa a fare 'i perdigiorno', ma è un vero e proprio dramma, di cui giornalmente i quotidiani, come quello che lo stesso Feltri dirige, riportano epiloghi di casi estremi e disperati. In secondo luogo, che non c'è nulla da vergognarsi nel cercare di elevare la propria posizione non accettando, magari dopo aver conseguito un titolo di studio, un lavoro nei campi, ma arrivando persino ad abbandonare la propria terra pur di lavorare dignitosamente. Far passare la mancanza di lavoro come 'voglia di non lavorare' è un sillogismo un po' troppo elementare, una visione decisamente semplicistica. Ci saremmo aspettati una disamina un po' più articolata di una situazione così complessa».
Sulla vicenda, si sono espressi anche alcuni dei sindaci aderenti al partito. «Ecco come, in un colpo solo, Feltri è riuscito a offendere tutti i pugliesi, 'rei' di non avere un lavoro, e tutti coloro che, invece, arrivano nella nostra terra in cerca di un futuro migliore. 'Terroni' e 'negri', per usare parole sue. Ed ecco come è riuscito a parlare di due di dinamiche così delicate come disoccupazione e sfruttamento del lavoro nei campi, mostrando di non conoscere né l'una né l'altra. La Puglia, evidentemente, è un'anima troppo complessa da spiegargli. È più facile ricorrere agli stereotipi». Questo il commento di Michele Abbaticchio, primo cittadino di Bitonto e tra i fondatori del partito.
«Era di San Giorgio Jonico, quindi pugliese, Paola, morta di fatica nei campi mentre lavorava all'acinellatura dell'uva nelle campagne di Andria. È solo un esempio. È solo un caso fra mille, finito alla ribalta della cronaca solo perché ha avuto il più drammatico degli epiloghi. Feltri pensi a questo e si vergogni», sono state le parole di Cosimo Fabbiano, sindaco del comune alle porte di Taranto, ricordando il caso della sua concittadina Paola Clemente, morta di infarto nei campi nel luglio del 2015.
Giuseppe Nitti, neo-eletto a Casamassima, ha ironizzato, ma neanche troppo, sulla uscita di cattivo gusto di Feltri: «Leggo questo post e penso che il caldo inizi a fare un brutto effetto. Invitiamolo in Puglia così potrà godere del nostro cibo, del nostro mare, del nostro sole e anche delle olive e dell'olio. Noi siamo orgogliosi di essere pugliesi. Viva la Puglia!».
Un'idea non del tutto assurda che ha trovato d'accordo anche Tommaso Depalma sindaco di Giovinazzo, Giuseppe Delzotto di Binetto e Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva, di professione giornalista, che ha rilanciato: «Venga a ottobre per la camminata tra gli ulivi che organizziamo con le Città dell'Olio. Potrebbe imparare a raccoglierle, come fanno ancora qui da noi molti suoi coetanei, invece di trascorrere la vecchiaiaa gareggiare per il record mondiale di violazioni deontologiche della professione giornalistica, raccattando in giro i più beceri luoghi comuni sui pugliesi e sui migranti».