L'altro volto del patrono di Bari. San Nicola diventa "Underground"
La città tappezzata con l'immagine del santo che invita tutti ad "Andare a rubare". L'autrice: «Volevo rendergli gli onori della strada»
martedì 8 maggio 2018
10.05
Cavo teso tra la chiesa cattolica d'occidente e la confessione greco-ortodossa d'oriente, santo dei due continenti, patrono di Bari trafugato dalla città turca di Myra, autore dei tre miracoli e addirittura portatore di doni a Natale. San Nicola lo conosciamo in tutte le sue molteplici vesti e con tutti i suoi diversi volti, ma quello di icona pop "stradaiola" proprio ci mancava. Ebbene, la festa patronale 2018 a Bari ci ha regalato anche questo.
Non serve essere attentissimi osservatori per notare le icone di cui è tappezzato il centro cittadino e non solo in questi giorni di festa. Dal lungomare a largo Ciaia, per Bari spopola un Nicola alla maniera di Andy Warhol, accompagnato dal più barese degli inviti: "Andate tutti a rubare". Stavolta, però, l'icona nicolaiana non è il complemento di termine nell'esortazione, bensì ne diventa soggetto. È, infatti, il santo stesso che nell'irriverente iconografia dell'artista, che si firma con i nomi di St. Lella ed Eleonora Lella, caldeggia l'ipotesi presso i suoi devoti fedeli.
Un colpo di genio a sorpresa di una talentuosa illustratrice che ha fatto breccia nei cuori dei baresi. Nel giorno del corteo storico, infatti, l'opera è diventata virale nel tempo di un "amen", riempiendo Facebook, Instagram e i vari canali social con una versione di San Nicola che tra ironia, provocazione e pulsione artistica vuole non solo far sorridere, ma anche far riflettere.
«Non so esattamente come sia nata l'idea - spiega Eleonora Lella sulle nostre colonne. Ricordo che con un amico stavamo chiacchierando di San Nicola e della sua iconografia, e da lì è partito tutto il processo artistico che mi ha spinto a celebrare il santo a modo mio. All'inizio avevo in mente di realizzare delle icone un po' pop, mescolate con l'iconografia tradizionale: foglie d'oro e un fumetto di San Nicola erano nel progetto originario. Pian piano l'idea è sparita, per far posto a una nuova versione. Credo che in città avessimo bisogno di qualcosa che smuovesse le coscienze, che onorasse il santo da un'altra prospettiva, quella della strada. Tutto nasce da lì: l'underground è il succo di qualsiasi iniziativa artistica».
Disegno più scritta: un cocktail micidiale e irresistibile. Eleonora ha fatto goal a porta vuota: «Prima ho realizzato il disegno; per la "didascalia" c'è stato bisogno di un po' più di tempo, perché era necessario trovare una frase a effetto. Volevo colpire ma non troppo, suscitare polemica ma non troppo. Volevo portare pareri differenti su un terreno comune. Mi sono divertita a tornare sui "luoghi del delitto" per ascoltare commenti (soprattutto degli anziani) del tipo: "Che fine ha fatto San Nicola..." oppure "Shat tutt' a r'bba". Ero un po' indecisa se scrivere in italiano o in dialetto, ma alla fine ho optato per la prima soluzione. È un po' come se il santo rivolgesse a tutti, non solo ai baresi, l'invito tipicamente barese ad andare a rubare, parlando però dalla strada».
La cosa, come detto, è presto "sfuggita di mano", diventando in poche ore di dominio nazionale e oltre grazie al mare di condivisioni: «L'effetto virale era assolutamente inaspettato - ammette Eleonora. Io ho stampato le immagini e le ho attaccate in città, ho creato una pagina Facebook e poi non ho fatto più nulla. Ci sono state condivisioni su condivisioni, si sono creati degli hashtag. Ne è venuta fuori una bella storia, di cui sono contenta: la strada è la culla della cultura pop, e io ne voglio far parte».
Non serve essere attentissimi osservatori per notare le icone di cui è tappezzato il centro cittadino e non solo in questi giorni di festa. Dal lungomare a largo Ciaia, per Bari spopola un Nicola alla maniera di Andy Warhol, accompagnato dal più barese degli inviti: "Andate tutti a rubare". Stavolta, però, l'icona nicolaiana non è il complemento di termine nell'esortazione, bensì ne diventa soggetto. È, infatti, il santo stesso che nell'irriverente iconografia dell'artista, che si firma con i nomi di St. Lella ed Eleonora Lella, caldeggia l'ipotesi presso i suoi devoti fedeli.
Un colpo di genio a sorpresa di una talentuosa illustratrice che ha fatto breccia nei cuori dei baresi. Nel giorno del corteo storico, infatti, l'opera è diventata virale nel tempo di un "amen", riempiendo Facebook, Instagram e i vari canali social con una versione di San Nicola che tra ironia, provocazione e pulsione artistica vuole non solo far sorridere, ma anche far riflettere.
«Non so esattamente come sia nata l'idea - spiega Eleonora Lella sulle nostre colonne. Ricordo che con un amico stavamo chiacchierando di San Nicola e della sua iconografia, e da lì è partito tutto il processo artistico che mi ha spinto a celebrare il santo a modo mio. All'inizio avevo in mente di realizzare delle icone un po' pop, mescolate con l'iconografia tradizionale: foglie d'oro e un fumetto di San Nicola erano nel progetto originario. Pian piano l'idea è sparita, per far posto a una nuova versione. Credo che in città avessimo bisogno di qualcosa che smuovesse le coscienze, che onorasse il santo da un'altra prospettiva, quella della strada. Tutto nasce da lì: l'underground è il succo di qualsiasi iniziativa artistica».
Disegno più scritta: un cocktail micidiale e irresistibile. Eleonora ha fatto goal a porta vuota: «Prima ho realizzato il disegno; per la "didascalia" c'è stato bisogno di un po' più di tempo, perché era necessario trovare una frase a effetto. Volevo colpire ma non troppo, suscitare polemica ma non troppo. Volevo portare pareri differenti su un terreno comune. Mi sono divertita a tornare sui "luoghi del delitto" per ascoltare commenti (soprattutto degli anziani) del tipo: "Che fine ha fatto San Nicola..." oppure "Shat tutt' a r'bba". Ero un po' indecisa se scrivere in italiano o in dialetto, ma alla fine ho optato per la prima soluzione. È un po' come se il santo rivolgesse a tutti, non solo ai baresi, l'invito tipicamente barese ad andare a rubare, parlando però dalla strada».
La cosa, come detto, è presto "sfuggita di mano", diventando in poche ore di dominio nazionale e oltre grazie al mare di condivisioni: «L'effetto virale era assolutamente inaspettato - ammette Eleonora. Io ho stampato le immagini e le ho attaccate in città, ho creato una pagina Facebook e poi non ho fatto più nulla. Ci sono state condivisioni su condivisioni, si sono creati degli hashtag. Ne è venuta fuori una bella storia, di cui sono contenta: la strada è la culla della cultura pop, e io ne voglio far parte».