L'amore contro il bullismo nel murale di Giuseppe D'Asta alla Massari-Galilei
L'autore: «Ho lavorato sulle emozioni, soprattutto quella la cui mancanza causa determinati comportamenti»
domenica 19 maggio 2019
12.00
Un murale per dire a tutti, ragazzi e adulti, che il bullismo si può combattere con l'amore. Un'opera d'arte sbocciata nei giorni scorsi sulle mura esterne della scuola Massari-Galilei ad opera di Giuseppe D'Asta, illustratore che aveva già provveduto a riqualificare un'altra scuola con una sua opera, la Mazzini-Modugno in centro. La street art come mezzo di comunicazione, quindi, ma anche come modo per riqualificare gli spazi cittadini. Ne abbiamo parlato con l'autore cercando di approfondire cosa ci fosse dietro questa nuova opera.
Pochi mesi fa sei stato autore insieme a Retake della riqualificazione del muro della Massari-Modugno con un lunghissimo disegno che rappresentava il dramma dei migranti. Oggi, sempre sulle mura esterne di una scuola una nuova opera su bullismo e cyberbullismo. Com'è nato questo progetto?
Questo progetto nasce in modo completamente diverso dall'altro, ed è la parte finale di un percorso di formazione fatto dai ragazzi della scuola e portato avanti dalla Regione Puglia, coinvolgendo diverse istituzioni scolastiche. Il progetto complessivo si chiama: "Prevenzione dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo" e la rete regionale ha coinvolto l'I.I.S.S. "Galileo Ferraris" di Molfetta (BA) come scuola capofila, oltre all'Istituto Comprensivo "Massari Galilei" di Bari, l'I.P.S.E.O.A. "Sandro Pertini" di Brindisi, l'I.I.S.S. "A. De Pace" di Lecce, l'I.I.S.S. "Altamura-Da Vinci" di Foggia, il Liceo Statale "Tito Livio" di Martina Franca (TA). l'I.I.S.S. "Marco Polo" di Bari. È stato fortemente voluto dal direttore generale Anna Cammalleri e coordinato dal dirigente tecnico Francesca Romana Di Febo. La scuola Massari - Galilei ha coinvolto come esperto Rosy Paparella, già Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Puglia, che materialmente è stata colei che mi ha contattato.
Come hai voluto che si svolgesse il lavoro? Sono stati coinvolti i ragazzi nella realizzazione dell'opera?
I ragazzi hanno contribuito al lavoro, nella prima fase, hanno realizzato alcune delle parti più semplici che poi io ho definito e terminato. Ma prima di passare all'azione ho voluto incontrarli in aula, ho portato in classe un libro da me illustrato e pubblicato lo scorso anno in cui si parla anche della tematica. Ho voluto in questo modo cercare di cogliere eventuali esperienze di bullismo che i ragazzi potessero aver vissuto direttamente o indirettamente. E grazie a quanto venuto fuori si è poi iniziato a lavorare sul murale.
Ci spieghi cosa rappresenta? Perché hai scelto proprio determinati soggetti? Qual era il messaggio che volevi comunicare?
Ho voluto lavorare sulle emozioni, giocando su quella che ritengo essere l'opposto ovvero l'amore, perché credo che alla base di comportamenti come bullismo e cyberbullismo ci sia prima di tutto una mancanza di amore. Il disegno fatto rappresenta, in chiave un po' onirica, un amore che sboccia tra i due ragazzi che sono uno ad una estremità e uno all'altra, collegati da auricolari, oggetto legato sia alla musica che allo smartphone. I fiori vogliono rappresentare proprio questo sentimento che sboccia, mentre i bambini che giocano a nascondino si ricollegano al progetto fatto dai ragazzi con Rosy Paparella dato che il gioco è il modo più immediato per avvicinare i bambini. Il gatto invece vuole essere omaggio al quartiere dato che mi è stato detto che nella zona ci sono delle colonie e che alcune signore danno loro da mangiare. In ultimo, il grande cuore sulla porta vuole rappresentare il fatto che da quella porta non si entra nella scuola ma nella casa dell'amore.
Questa è la tua seconda opera a Bari e in entrambi i casi si tratta di scuole? La street art può essere quindi un modo per comunicare soprattutto con i più giovani? Oltre che un mezzo per riqualificare i luoghi?
I due progetti sono nati separatamente, e solo per caso sono entrambi su due scuole. Mi auguro che in questo modo però il messaggio possa essere più forte, inoltre spero che quest'ultimo possa davvero sensibilizzare i ragazzi su un tema molto delicato. Spesso non si rendono conto di quanto certe azioni possano fare male, io stesso ho vissuto da bambino un'esperienza simile e so quello che si prova.
Hai altri progetti di questo tipo in programma?
Per ora non c'è nulla di certo al 100%, ci sono in programma dei murales che farò con la rete civica urbana del quartiere San Girolamo-San Cataldo attraverso un bando del comune, anche con la mia associazione di illustratori. Il progetto prevede un dipinto su muro per la scuola Marconi e uno per la piazza coperta di San Girolamo. Ci sono altre cose in sospeso a Giovinazzo, forse un altro ad Altamura.
Pochi mesi fa sei stato autore insieme a Retake della riqualificazione del muro della Massari-Modugno con un lunghissimo disegno che rappresentava il dramma dei migranti. Oggi, sempre sulle mura esterne di una scuola una nuova opera su bullismo e cyberbullismo. Com'è nato questo progetto?
Questo progetto nasce in modo completamente diverso dall'altro, ed è la parte finale di un percorso di formazione fatto dai ragazzi della scuola e portato avanti dalla Regione Puglia, coinvolgendo diverse istituzioni scolastiche. Il progetto complessivo si chiama: "Prevenzione dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo" e la rete regionale ha coinvolto l'I.I.S.S. "Galileo Ferraris" di Molfetta (BA) come scuola capofila, oltre all'Istituto Comprensivo "Massari Galilei" di Bari, l'I.P.S.E.O.A. "Sandro Pertini" di Brindisi, l'I.I.S.S. "A. De Pace" di Lecce, l'I.I.S.S. "Altamura-Da Vinci" di Foggia, il Liceo Statale "Tito Livio" di Martina Franca (TA). l'I.I.S.S. "Marco Polo" di Bari. È stato fortemente voluto dal direttore generale Anna Cammalleri e coordinato dal dirigente tecnico Francesca Romana Di Febo. La scuola Massari - Galilei ha coinvolto come esperto Rosy Paparella, già Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Puglia, che materialmente è stata colei che mi ha contattato.
Come hai voluto che si svolgesse il lavoro? Sono stati coinvolti i ragazzi nella realizzazione dell'opera?
I ragazzi hanno contribuito al lavoro, nella prima fase, hanno realizzato alcune delle parti più semplici che poi io ho definito e terminato. Ma prima di passare all'azione ho voluto incontrarli in aula, ho portato in classe un libro da me illustrato e pubblicato lo scorso anno in cui si parla anche della tematica. Ho voluto in questo modo cercare di cogliere eventuali esperienze di bullismo che i ragazzi potessero aver vissuto direttamente o indirettamente. E grazie a quanto venuto fuori si è poi iniziato a lavorare sul murale.
Ci spieghi cosa rappresenta? Perché hai scelto proprio determinati soggetti? Qual era il messaggio che volevi comunicare?
Ho voluto lavorare sulle emozioni, giocando su quella che ritengo essere l'opposto ovvero l'amore, perché credo che alla base di comportamenti come bullismo e cyberbullismo ci sia prima di tutto una mancanza di amore. Il disegno fatto rappresenta, in chiave un po' onirica, un amore che sboccia tra i due ragazzi che sono uno ad una estremità e uno all'altra, collegati da auricolari, oggetto legato sia alla musica che allo smartphone. I fiori vogliono rappresentare proprio questo sentimento che sboccia, mentre i bambini che giocano a nascondino si ricollegano al progetto fatto dai ragazzi con Rosy Paparella dato che il gioco è il modo più immediato per avvicinare i bambini. Il gatto invece vuole essere omaggio al quartiere dato che mi è stato detto che nella zona ci sono delle colonie e che alcune signore danno loro da mangiare. In ultimo, il grande cuore sulla porta vuole rappresentare il fatto che da quella porta non si entra nella scuola ma nella casa dell'amore.
Questa è la tua seconda opera a Bari e in entrambi i casi si tratta di scuole? La street art può essere quindi un modo per comunicare soprattutto con i più giovani? Oltre che un mezzo per riqualificare i luoghi?
I due progetti sono nati separatamente, e solo per caso sono entrambi su due scuole. Mi auguro che in questo modo però il messaggio possa essere più forte, inoltre spero che quest'ultimo possa davvero sensibilizzare i ragazzi su un tema molto delicato. Spesso non si rendono conto di quanto certe azioni possano fare male, io stesso ho vissuto da bambino un'esperienza simile e so quello che si prova.
Hai altri progetti di questo tipo in programma?
Per ora non c'è nulla di certo al 100%, ci sono in programma dei murales che farò con la rete civica urbana del quartiere San Girolamo-San Cataldo attraverso un bando del comune, anche con la mia associazione di illustratori. Il progetto prevede un dipinto su muro per la scuola Marconi e uno per la piazza coperta di San Girolamo. Ci sono altre cose in sospeso a Giovinazzo, forse un altro ad Altamura.