La città di Bari divisa tra undici clan, la mappa nel rapporto della Dia
La mafia pugliese è sempre meno violenta e più infiltrata nell'economia del territorio
giovedì 7 aprile 2022
10.10
La mafia pugliese si evolve sempre di più verso un modello che punta ad infiltrarsi nell'economia, e diventa sempre meno "violenta". È quanto emerge dal rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, relativo al periodo gennaio-giugno 2021.
«La fluidità delle formule organizzative - si legge - riflette una spiccata connotazione imprenditoriale della criminalità organizzata pugliese, che conduce ad un allentamento dei tratti predatori e militari, lasciando spazio a profili e condotte economiche che tenderebbero a invadere i mercati», l'organizzazione criminale: «Punterebbe a infiltrarsi nell'economia legale condizionandone i flussi finanziari e il libero mercato».
Sul territorio di Bari insistono ad oggi ben 11 clan, che si dividono il territorio. E sono: Strisciuglio (che grazie ai diversi clan a loro affiliati controllano Libertà, San Girolamo, Fesca, Enziteto-San Pio, San Paolo, Borgo Antico, Carbonara e Ceglie); Capriati (San Girolamo, San Cataldo, Borgo Antico e Fesca); Fiore-Risoli (Carrassi, Poggiofranco, San Pasquale); Di Cosimo-Rafaschieri (Madonnella); Parisi-Palermiti (Japigia); Velluto (Carrassi, Picone, Poggiofranco, San Pasquale); ex Di Cosola (Carbonara, Ceglie del Campo e Loseto); Anemolo (Carrassi); Mercante-Diomede (Carrassi, Libertà, Poggiofranco, San Paolo, San Pasquale); Lorusso (San Girolamo, San Cataldo, Fesca); Misceo - ex Strisciuglio (San Paolo).
Nella relazione si legge che: «Lo scenario criminale della città di Bari è stato incisivamente segnato dagli esiti giudiziari dell'inchiesta "Vortice-Maestrale"24 che ha fotografato "la perdurante operatività del sodalizio di tipo mafioso denominato clan STRISCIUGLIO e di alcune sue articolazioni territoriali, documentando l'evoluzione storica della consorteria mafiosa "che da costola defezionista del clan Capriati è riuscito a concretizzare un piano espansionistico talmente efficace da diventare il più esteso e tra i più temuti clan camorristici di Bari"». Caratteristica del clan era quella di mirare: «Costantemente ad implementare il suo raggio d'azione attraverso una spietata aggressività che ha segnato la sua parabola ascendente nel panorama criminale di Bari e provincia».
Nei quartieri Libertà, San Paolo, Enziteto-San Pio, Catino e San Girolamo presente: «un'asfissiante controllo del territorio che si manifesta attraverso le estorsioni».
L'inchiesta di cui sopra ha anche: «fatto luce anche sulle contrapposizioni di alcuni gruppi come quelli operativi a Conversano, dove alcune fazioni del clan Parisi sarebbero transitate nella compagine criminale degli Strisciuglio. Analogo conflitto di interessi si registra nel quartiere San Paolo dove il clan "della luna" è operativo con il gruppo Telegrafo staccato dai Misceo. Quest'ultimi presumibilmente sarebbero transitati nella confederazione mafiosa opposta costituita dagli altri clan baresi tra cui in primis i Capriati e i Diomede-ex Mercante. Nel quartiere Madonnella il clan Strisciuglio conterebbe sul gruppo Di Cosimo-Rafaschieri che, reduce da una scissione interna, avrebbe dato vita ad un'alleanza con soggetti appartenenti al primo clan».
A Japigia continua ad essere radicato il clan Parisi: «contraddistinto da una struttura interna di tipo piramidale articolata su vari livelli. Sarebbe formato da una serie di sottogruppi autonomi che, nella gestione delle attività criminali operano in sinergia, non priva di contrasti, nei rispettivi territori». Tra questi sottogruppi il più influente è senz'altro quello dei Palermiti, il quale nel semestre di riferimento avrebbe interagito "in comparanza" con il clan Anemolo a Carrassi.
Inoltre, sotto l'egida dei Parisi nei quartieri San Pasquale, Carrassi e Poggiofranco sono attivi, in sinergia con l'alleato gruppo Velluto, i Fiore-Risoli, e nella medesima area d'azione facente capo ai Parisi è presente il clan Capriati, storicamente attivo nel Borgo Antico di Bari e nella provincia. Indebolita dalla morte del suo capo storico, risulta essere la famiglia Mercante, da sempre operativa al Libertà, pressata anche dall'incontrastata presenza nel rione del capo dei Caldarola, esponente di spicco degli Strisciuglio.
Nei quartieri del litorale nord del capoluogo (San Girolamo, Fesca e San Cataldo) sono presenti i Lorusso, gruppo satellite dei Capriati, che sarebbe in contrasto per il controllo e la gestione delle attività illecite con l'articolazione Campanale affiliata agli Strisciuglio.
La principale risorsa della criminalità organizzata barese resta il traffico di stupefacenti, e che sembra sfruttare sia i canali di approvvigionamento nazionali, sia quelli esteri. Non mancano i furti perpetrati in danno delle attività commerciali, così come continuano gli incendi, spesso di origine dolosa, riguardanti autovetture o attività commerciali. Resta cospicua la disponibilità di armi, comprovata dai numerosi arresti e sequestri eseguiti a carico anche di incensurati. Proliferano le pratiche di usura, legate anche alla difficile situazione economica legata alla pandemia.
Infine: «Per quanto attiene agli "affari" criminali e politico-amministrativi bisogna citare l'esecuzione di una misura cautelare per corruzione in atti giudiziari nei confronti di un giudice del capoluogo pugliese e di un avvocato del foro di Bari che avrebbero percepito somme di denaro in cambio di scarcerazioni in favore di appartenenti a famiglie mafiose o legate alla criminalità organizzata barese, foggiana e garganica».
«La gravità della dimensione mafiosa a Bari non viene percepita dalla cittadinanza - sottolinea il sociologo Leonardo Palmisano - soprattutto non quando spara, ma quando non spara. Gli ultimi episodi di sangue a Bari riguardano sistemi come quello degli Strisciuglio, dei Campanale, dei Rafaschieri e dei Di Cosola. Ma, gli ultimi episodi di sequestri importanti di beni e di imprese riguardano il sistema di Parisi. Stiamo parlando di decine di milioni di euro, non pochi spiccioli. Un grande sistema criminale di stampo mafioso è, quindi, penetrato nell'economia legale, non soltanto barese. D'altronde, Bari non ha una economia così appetibile per sistemi così ricchi, ma guardano a Malta oltre ad avere legami con altri sistemi in giro per l'Italia. Questo ha una sua oggettiva pericolosità, essendo la sede di questo sistema proprio a Bari».
«Penso che si debba raccontare questa penetrazione alla città partendo dalle scuole - conclude Palmisano - oltre a fare anche una campagna nelle scuole che faccia capire che la polizia per strada, a Bari, c'è».
«La fluidità delle formule organizzative - si legge - riflette una spiccata connotazione imprenditoriale della criminalità organizzata pugliese, che conduce ad un allentamento dei tratti predatori e militari, lasciando spazio a profili e condotte economiche che tenderebbero a invadere i mercati», l'organizzazione criminale: «Punterebbe a infiltrarsi nell'economia legale condizionandone i flussi finanziari e il libero mercato».
Sul territorio di Bari insistono ad oggi ben 11 clan, che si dividono il territorio. E sono: Strisciuglio (che grazie ai diversi clan a loro affiliati controllano Libertà, San Girolamo, Fesca, Enziteto-San Pio, San Paolo, Borgo Antico, Carbonara e Ceglie); Capriati (San Girolamo, San Cataldo, Borgo Antico e Fesca); Fiore-Risoli (Carrassi, Poggiofranco, San Pasquale); Di Cosimo-Rafaschieri (Madonnella); Parisi-Palermiti (Japigia); Velluto (Carrassi, Picone, Poggiofranco, San Pasquale); ex Di Cosola (Carbonara, Ceglie del Campo e Loseto); Anemolo (Carrassi); Mercante-Diomede (Carrassi, Libertà, Poggiofranco, San Paolo, San Pasquale); Lorusso (San Girolamo, San Cataldo, Fesca); Misceo - ex Strisciuglio (San Paolo).
L'ANALISI DELLA SITUAZIONE A BARI
Nella relazione si legge che: «Lo scenario criminale della città di Bari è stato incisivamente segnato dagli esiti giudiziari dell'inchiesta "Vortice-Maestrale"24 che ha fotografato "la perdurante operatività del sodalizio di tipo mafioso denominato clan STRISCIUGLIO e di alcune sue articolazioni territoriali, documentando l'evoluzione storica della consorteria mafiosa "che da costola defezionista del clan Capriati è riuscito a concretizzare un piano espansionistico talmente efficace da diventare il più esteso e tra i più temuti clan camorristici di Bari"». Caratteristica del clan era quella di mirare: «Costantemente ad implementare il suo raggio d'azione attraverso una spietata aggressività che ha segnato la sua parabola ascendente nel panorama criminale di Bari e provincia».
Nei quartieri Libertà, San Paolo, Enziteto-San Pio, Catino e San Girolamo presente: «un'asfissiante controllo del territorio che si manifesta attraverso le estorsioni».
L'inchiesta di cui sopra ha anche: «fatto luce anche sulle contrapposizioni di alcuni gruppi come quelli operativi a Conversano, dove alcune fazioni del clan Parisi sarebbero transitate nella compagine criminale degli Strisciuglio. Analogo conflitto di interessi si registra nel quartiere San Paolo dove il clan "della luna" è operativo con il gruppo Telegrafo staccato dai Misceo. Quest'ultimi presumibilmente sarebbero transitati nella confederazione mafiosa opposta costituita dagli altri clan baresi tra cui in primis i Capriati e i Diomede-ex Mercante. Nel quartiere Madonnella il clan Strisciuglio conterebbe sul gruppo Di Cosimo-Rafaschieri che, reduce da una scissione interna, avrebbe dato vita ad un'alleanza con soggetti appartenenti al primo clan».
A Japigia continua ad essere radicato il clan Parisi: «contraddistinto da una struttura interna di tipo piramidale articolata su vari livelli. Sarebbe formato da una serie di sottogruppi autonomi che, nella gestione delle attività criminali operano in sinergia, non priva di contrasti, nei rispettivi territori». Tra questi sottogruppi il più influente è senz'altro quello dei Palermiti, il quale nel semestre di riferimento avrebbe interagito "in comparanza" con il clan Anemolo a Carrassi.
Inoltre, sotto l'egida dei Parisi nei quartieri San Pasquale, Carrassi e Poggiofranco sono attivi, in sinergia con l'alleato gruppo Velluto, i Fiore-Risoli, e nella medesima area d'azione facente capo ai Parisi è presente il clan Capriati, storicamente attivo nel Borgo Antico di Bari e nella provincia. Indebolita dalla morte del suo capo storico, risulta essere la famiglia Mercante, da sempre operativa al Libertà, pressata anche dall'incontrastata presenza nel rione del capo dei Caldarola, esponente di spicco degli Strisciuglio.
Nei quartieri del litorale nord del capoluogo (San Girolamo, Fesca e San Cataldo) sono presenti i Lorusso, gruppo satellite dei Capriati, che sarebbe in contrasto per il controllo e la gestione delle attività illecite con l'articolazione Campanale affiliata agli Strisciuglio.
ATTIVITÀ CRIMINALI SUL TERRITORIO
La principale risorsa della criminalità organizzata barese resta il traffico di stupefacenti, e che sembra sfruttare sia i canali di approvvigionamento nazionali, sia quelli esteri. Non mancano i furti perpetrati in danno delle attività commerciali, così come continuano gli incendi, spesso di origine dolosa, riguardanti autovetture o attività commerciali. Resta cospicua la disponibilità di armi, comprovata dai numerosi arresti e sequestri eseguiti a carico anche di incensurati. Proliferano le pratiche di usura, legate anche alla difficile situazione economica legata alla pandemia.
Infine: «Per quanto attiene agli "affari" criminali e politico-amministrativi bisogna citare l'esecuzione di una misura cautelare per corruzione in atti giudiziari nei confronti di un giudice del capoluogo pugliese e di un avvocato del foro di Bari che avrebbero percepito somme di denaro in cambio di scarcerazioni in favore di appartenenti a famiglie mafiose o legate alla criminalità organizzata barese, foggiana e garganica».
L'OPINIONE DELL'ESPERTO
«La gravità della dimensione mafiosa a Bari non viene percepita dalla cittadinanza - sottolinea il sociologo Leonardo Palmisano - soprattutto non quando spara, ma quando non spara. Gli ultimi episodi di sangue a Bari riguardano sistemi come quello degli Strisciuglio, dei Campanale, dei Rafaschieri e dei Di Cosola. Ma, gli ultimi episodi di sequestri importanti di beni e di imprese riguardano il sistema di Parisi. Stiamo parlando di decine di milioni di euro, non pochi spiccioli. Un grande sistema criminale di stampo mafioso è, quindi, penetrato nell'economia legale, non soltanto barese. D'altronde, Bari non ha una economia così appetibile per sistemi così ricchi, ma guardano a Malta oltre ad avere legami con altri sistemi in giro per l'Italia. Questo ha una sua oggettiva pericolosità, essendo la sede di questo sistema proprio a Bari».
«Penso che si debba raccontare questa penetrazione alla città partendo dalle scuole - conclude Palmisano - oltre a fare anche una campagna nelle scuole che faccia capire che la polizia per strada, a Bari, c'è».