La solidarietà non ha confini, la storia di Maria che dal suo letto d'ospedale fa coperte per i senzatetto

A raccontarla Felice Spaccavento: "Una storia d'amore, di generosità, di forza che mi fa capire che i miracoli esistono anche a Natale"

martedì 14 dicembre 2021 9.41
A cura di Elga Montani
Molto spesso si parla dei nostri tempi come di tempi aridi, in cui ognuno pensa prima di tutto a sé stesso, e in cui l'egoismo è ritenuto una virtù. Ma non sempre, per fortuna, è così. Come dimostra la storia di Maria, ricoverata nell'Hospice San Camillo di Monopoli, e che nonostante i suoi problemi, dal suo letto d'ospedale, lavora all'uncinetto per fare dei quadrotti di lana che diventeranno coperte per i senzatetto. Maria ha risposto all'appello dell'associazione di volontariato In.Con.Tra di Bari e alla sua iniziativa "La felicità al quadrato", alla quale chiunque poteva aderire realizzando all'uncinetto o ai ferri dei quadrati di lana che poi sarebbero stati cuciti insieme dai volontari, per realizzare delle coperte per le persone più sfortunate, costrette a vivere all'aperto.

A raccontare la storia di Maria è stato, via Facebook, il medico Felice Spaccavento che scrive: «Mentre faccio gli ultimi chilometri che mi separano da casa, il mio pensiero va a Maria, una giovane paziente ricoverata presso il nostro Hospice San Camillo di Monopoli. La sua malattia è seria, ma lei non molla, grazie al lavoro straordinario dei miei colleghi, degli infermieri, degli psicologi e di tutto il personale sanitario che rendono magico questo posto cosi complicato, tra la vita e la morte. Un luogo dove l'emozioni, le più svariate, sono all'ordine del giorno. E grazie a tutto questo lavoro la qualità di vita dei malati migliora. Allora Maria, nonostante la sua croce, realizza all'uncinetto delle mattonelle che assemblate serviranno a realizzare una coperta per riscaldare i senzatetto di Bari. Una storia d'amore, di generosità, di forza che mi fa capire che i miracoli, quelli veri, quelli intrisi di umanità esistono anche a Natale».

Basterebbe poco per essere tutti come Maria, e pensare anche agli altri e non solo a noi stessi. Il Covid avrebbe dovuto renderci migliori, imparare da chi come Maria pensa agli altri quando dovrebbe pensare prima di tutto a sé stessa, dovrebbe farci davvero riflettere.