La verità di Decaro: «Mai incontrato la sorella di nessuno. Foto con persone estranee alla mafia»
Un lungo video in diretta social del primo cittadino per rispondere alle accuse: «Porta aperta alla commissione e piena disponibilità»
lunedì 25 marzo 2024
16.02
«Non ho mai incontrato la sorella di nessun esponente dei clan, non so cosa ricordi Emiliano. E stamattina mi sono trovato in prima pagina sui quotidiani nazionali e ho ci ho messo del tempo per capire chi fossero le due donne con me nella foto».
Il sindaco Antonio Decaro risponde in una diretta Facebook alle accuse che da sabato, dopo un discorso in piazza di Emiliano, gli vengono fatte. Sottolineando che non ha nulla da nascondere e che le porte del Comune sono aperte per la commissione di accesso, giunta oggi.
«Stamattina io mi sono svegliato e ho trovato la diciamo la mia faccia su alcuni giornali nazionali e con accostata tra l'altro al termine mafia - spiega Decaro - ci ho messo del tempo a capire chi fossero quelle signore con me in quella foto, grazie a Don Franco l'ho scoperto, sono parenti dei Capriati ma non hanno nulla a che fare con la famiglia».
«Io le spalle larghe e ho scelto di fare il sindaco - prosegue -, ma mi è dispiaciuto finire in una fotografia dove vengo accostato alla mafia, e mi immagino la difficoltà di queste persone che non c'entrano nulla nel trovarsi su giornali e tv nazionali».
In merito all'episodio incriminato di cui ha parlato Emiliano dal palco, secondo il quale Decaro avrebbe incontrato la sorella di Capriati all'epoca in cui faceva l'assessore e stava lavorando per chiudere alle auto la città vecchia ribadisce: «In quei giorni mi è capitato di incontrare persone che mi hanno maltrattato. Una sera c'erano dei ragazzi abbastanza grandi che mi hanno maltrattato, tra di loro ce n'era uno che mi ha avvicinato il giubbotto e non so che aveva in tasca. Il giorno dopo lo dissi ad Emiliano e qualche giorno dopo, mentre andavamo in cattedrale da soli, abbiamo incontrato questo gruppo di persone ed Emiliano a modo suo, da magistrato antimafia disse a quelle persone "Decaro lo dovete lasciare stare, quello è un ingegnere e sta lavorando per me, serve al quartiere e serve soprattutto ai bambini". Non so cosa ricordi Emiliano, ma non c'è stato alcun incontro con nessuna sorella».
Mentre sulle accuse di non aver voluto rispondere su Amtab in questi anni, ribadisce di non essersi mai tirato indietro, in merito alla Commissione di Accesso, arrivata oggi conclude: «Abbiamo dato la nostra completa disponibilità e tutta la documentazione. Abbiamo anche fatto una direttiva a tutti i dirigenti delle ripartizioni di mettersi a disposizione di questa commissione per audizioni o per avere documentazione. Le porte del Comune sono spalancate. Non abbiamo niente da nascondere, abbiamo sempre cercato di lavorare nel rispetto delle regole e della legalità».
Il sindaco Antonio Decaro risponde in una diretta Facebook alle accuse che da sabato, dopo un discorso in piazza di Emiliano, gli vengono fatte. Sottolineando che non ha nulla da nascondere e che le porte del Comune sono aperte per la commissione di accesso, giunta oggi.
«Stamattina io mi sono svegliato e ho trovato la diciamo la mia faccia su alcuni giornali nazionali e con accostata tra l'altro al termine mafia - spiega Decaro - ci ho messo del tempo a capire chi fossero quelle signore con me in quella foto, grazie a Don Franco l'ho scoperto, sono parenti dei Capriati ma non hanno nulla a che fare con la famiglia».
«Io le spalle larghe e ho scelto di fare il sindaco - prosegue -, ma mi è dispiaciuto finire in una fotografia dove vengo accostato alla mafia, e mi immagino la difficoltà di queste persone che non c'entrano nulla nel trovarsi su giornali e tv nazionali».
In merito all'episodio incriminato di cui ha parlato Emiliano dal palco, secondo il quale Decaro avrebbe incontrato la sorella di Capriati all'epoca in cui faceva l'assessore e stava lavorando per chiudere alle auto la città vecchia ribadisce: «In quei giorni mi è capitato di incontrare persone che mi hanno maltrattato. Una sera c'erano dei ragazzi abbastanza grandi che mi hanno maltrattato, tra di loro ce n'era uno che mi ha avvicinato il giubbotto e non so che aveva in tasca. Il giorno dopo lo dissi ad Emiliano e qualche giorno dopo, mentre andavamo in cattedrale da soli, abbiamo incontrato questo gruppo di persone ed Emiliano a modo suo, da magistrato antimafia disse a quelle persone "Decaro lo dovete lasciare stare, quello è un ingegnere e sta lavorando per me, serve al quartiere e serve soprattutto ai bambini". Non so cosa ricordi Emiliano, ma non c'è stato alcun incontro con nessuna sorella».
Mentre sulle accuse di non aver voluto rispondere su Amtab in questi anni, ribadisce di non essersi mai tirato indietro, in merito alla Commissione di Accesso, arrivata oggi conclude: «Abbiamo dato la nostra completa disponibilità e tutta la documentazione. Abbiamo anche fatto una direttiva a tutti i dirigenti delle ripartizioni di mettersi a disposizione di questa commissione per audizioni o per avere documentazione. Le porte del Comune sono spalancate. Non abbiamo niente da nascondere, abbiamo sempre cercato di lavorare nel rispetto delle regole e della legalità».