La zona rossa soffoca gli operatori della bellezza, Salvo Binetti: «Ci sentiamo abbandonati»

Il grido dell'hair stylist di Molfetta che interpreta il disagio di una intera categoria

mercoledì 7 aprile 2021 19.06
A cura di Giuseppe Di Bisceglie
Abbiamo ascoltato il grido degli ambulanti, dei ristoratori, dei commercianti. Ma non meno silenzioso è il grido degli operatori della bellezza, parrucchieri ed estetisti, tra le categorie che stanno particolarmente risentendo delle limitazioni della zona rossa. Le loro attività sono le prime a dover chiudere ogniqualvolta le maglie si restringono per l'incremento dei casi. A loro non è consentito operare, benché da sempre sostengano di essere in grado di poter lavorare in massima sicurezza, avendo adeguato le proprie strutture con ogni forma di precauzione.

A Corato questa mattina i parrucchieri hanno inscenato una protesta silenziosa, aprendo a metà le loro serrande: «un modo per ricordare a tutti che esistiamo anche noi», fa notare qualcuno. La voce però è unanime in ogni angolo della Puglia e in tutta Italia.
«Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni, ignorati. Quasi non esistessimo» lamenta Salvo Binetti che, oltre ad essere un hair stylist è un imprenditore, la cui impresa conta 24 dipendenti.

«Abbiamo adeguato i nostri spazi e le nostre attività a tutte le possibili forme di sicurezza, dopo il primo lockdown. Agiamo, da sempre, in maniera scrupolosa riservando come è importante nelle nostre attività il massimo dell'attenzione all'igiene. Lavoriamo bardati, con mascherine e visiere ed abbiamo eliminato il rischio assembramento nelle nostre strutture lavorando su appuntamento. Misuriamo la temperatura ai nostri clienti, forniamo dei kit di sicurezza ai nostri clienti, eppure siamo rimasti tra le poche categorie a non poter riprendere a lavorare e, francamente, non ne comprendiamo il motivo» continua Binetti.

La sua voce è la voce di tanti altri colleghi per i quali, è inoltre, inconcepibile il fatto che per la loro categoria non si senta parlare di ristori.

«Non abbiamo certezze, non sappiamo quando riaprire. E l'incertezza non gioca certamente un assist favorevole alle nostre attività ma anche alla nostra serenità» spiega Binetti.

«Le nostre attività meritano attenzione, meritano risposte. Quando ci è stato chiesto di fare la nostra parte l'abbiamo fatta, con responsabilità. Ora le istituzioni facciano la loro nei nostri confronti, con responsabilità» conclude.