Lavoro nero a Bari ai tempi del Coronavirus, si può fare l'autocertificazione?
Sono in molti in Puglia e nella nostra città i lavoratori senza contratto che devono uscire per questo, ecco come funziona
domenica 15 marzo 2020
19.05
Bari ai tempi del Coronavirus. Tra le diverse problematiche che stanno emergendo in questi giorni, tiene banco nei dibattiti tra cittadini quella legata al lavoro nero. D'altronde, come da decreto firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le motivazioni per poter uscire di casa sono legate a lavoro, salute o necessità. La domanda che sorge ora è: se lavoro in nero, posso compilare una autocetificazione che attesta che esco per andare al lavoro?
Il quesito non è di poco conto, se consideriamo i dati in merito comunicati da INPS e riferiti al 2018. Nell'anno di riferimento, in merito ad operazioni di controllo, sono stati ben 42.306 i lavoratori in nero segnalati. «Il loro numero è pari ad oltre il 40% del totale rilevato di lavoratori irregolari e la loro presenza è stata riscontrata in oltre il 48% delle ispezioni in cui sono stati accertati illeciti». La Puglia risulta la seconda regione in questa classifica non di merito, dopo la Campania, con 3.536 sanzioni. Tali lavoratori, a livello nazionale, sono per lo più impiegati nel settore ristorazione, seguito da commercio, edilizia, attività manifatturiere e agricoltura.
Per cui si evince che la problematica riguarda ad oggi ancora diversi settori che, nonostante le ultime misure più stringenti, continuano a lavorare, e a portare molti di questi lavoratori senza contratto a dover uscire di casa per recarsi sul posto di lavoro.
Legalmente, tali lavoratori comunque sono assimilati ai lavoratori che hanno un regolare rapporto subordinato, come da sentenza di cassazione n. 9599/2013 del 19/04/2013. Per questo motivo, il cittadino che si trova in tale situazione lavorativa, può presentare autocertificazione attestante che l'uscita è dovuta da motivi di lavoro, starà poi alle autorità competenti verificare e in caso di accertamento della mancanza di contratto non sarà il lavoratore ad avere eventuali problemi, ma il suo datore di lavoro. L'importante è sempre non dichiarare il falso, per non incorrere nelle conseguenze di legge previste.
Il quesito non è di poco conto, se consideriamo i dati in merito comunicati da INPS e riferiti al 2018. Nell'anno di riferimento, in merito ad operazioni di controllo, sono stati ben 42.306 i lavoratori in nero segnalati. «Il loro numero è pari ad oltre il 40% del totale rilevato di lavoratori irregolari e la loro presenza è stata riscontrata in oltre il 48% delle ispezioni in cui sono stati accertati illeciti». La Puglia risulta la seconda regione in questa classifica non di merito, dopo la Campania, con 3.536 sanzioni. Tali lavoratori, a livello nazionale, sono per lo più impiegati nel settore ristorazione, seguito da commercio, edilizia, attività manifatturiere e agricoltura.
Per cui si evince che la problematica riguarda ad oggi ancora diversi settori che, nonostante le ultime misure più stringenti, continuano a lavorare, e a portare molti di questi lavoratori senza contratto a dover uscire di casa per recarsi sul posto di lavoro.
Legalmente, tali lavoratori comunque sono assimilati ai lavoratori che hanno un regolare rapporto subordinato, come da sentenza di cassazione n. 9599/2013 del 19/04/2013. Per questo motivo, il cittadino che si trova in tale situazione lavorativa, può presentare autocertificazione attestante che l'uscita è dovuta da motivi di lavoro, starà poi alle autorità competenti verificare e in caso di accertamento della mancanza di contratto non sarà il lavoratore ad avere eventuali problemi, ma il suo datore di lavoro. L'importante è sempre non dichiarare il falso, per non incorrere nelle conseguenze di legge previste.