Le parole di Alessandro Leogrande diventano street art a Bari
Davanti al liceo Scacchi le "Leggi del Viaggio" di cui parla lo scrittore nel libro "La Frontiera"
lunedì 20 maggio 2019
15.51
Sono 28 le "Leggi del Viaggio" di Alessandro Leogrande, scrittore tarantino scomparso prematuramente nel 2017, presenti nel suo libro "La Frontiera". Ventotto frasi per riflettere, senza alcuna posizione politica, che ora capeggiano davanti al liceo Scacchi, sul muro del ponte di corso Cavour.
L'idea nasce durante l'"Ask Festival" quando gli organizzatori di "Culture Resistenti" chiedono a Pigment Workroom di gestire un workshop sull'arte urbana per gli studenti universitari. E nei cinque incontri che hanno caratterizzato questo corso: «l'obiettivo è stato di studiare le origini del graffiti-writing per capire come si sia arrivati alla attuale "street-art", spingendo i partecipanti a considerare il valore politico e sociale dell'esprimersi negli spazi pubblici. Da qui è emersa la volontà di confrontarsi sul tema delle migrazioni» sottolineano da Pigment.
«Il perché abbiamo voluto realizzare quest'opera è facile - dichiarano - l'arte pubblica per come siamo fatti noi deve essere ancora sociale, quindi non ci limitiamo a decorazioni tanto per colorare. Durante i workshop spieghiamo questa cosa e chiediamo ai partecipanti di sfruttare queste occasioni per riflettere su temi importanti»
«La scelta è caduta su Alessandro Leogrande - spiegano - perché è un autore che è stato in grado di spiegare le cose come sono, senza la retorica politica che infarcisce i media italiani».
L'idea nasce durante l'"Ask Festival" quando gli organizzatori di "Culture Resistenti" chiedono a Pigment Workroom di gestire un workshop sull'arte urbana per gli studenti universitari. E nei cinque incontri che hanno caratterizzato questo corso: «l'obiettivo è stato di studiare le origini del graffiti-writing per capire come si sia arrivati alla attuale "street-art", spingendo i partecipanti a considerare il valore politico e sociale dell'esprimersi negli spazi pubblici. Da qui è emersa la volontà di confrontarsi sul tema delle migrazioni» sottolineano da Pigment.
«Il perché abbiamo voluto realizzare quest'opera è facile - dichiarano - l'arte pubblica per come siamo fatti noi deve essere ancora sociale, quindi non ci limitiamo a decorazioni tanto per colorare. Durante i workshop spieghiamo questa cosa e chiediamo ai partecipanti di sfruttare queste occasioni per riflettere su temi importanti»
«La scelta è caduta su Alessandro Leogrande - spiegano - perché è un autore che è stato in grado di spiegare le cose come sono, senza la retorica politica che infarcisce i media italiani».