Liste di attesa al Policlinico di Bari, il dg Migliore rimanda al mittente la richiesta di chiarimenti
Sindacati sul piede di guerra in seguito al rifiuto di un incontro motivato con interventi già in atto:« Pronti alla mobilitazione»
venerdì 26 luglio 2019
I segretari generali di Cgil Cisl e Uil di Bari contro il direttore generale del Policlinico Giovanni Migliore, reo di non aver voluto avere un incontro per discutere delle problematiche relative alle liste di attesa negli ospedali. Riceviamo e pubblichiamo una loro nota integrale in cui spiegano le loro ragioni e annunciano possibili mobilitazioni nei prossimi giorni.
«A questo punto è evidente che il direttore generale del Policlinico di Bari, dottor Giovanni Migliore, ha una concezione abbastanza singolare rispetto alla gestione delle relazioni con le organizzazioni sindacali.Del resto, al di là dei numeri della sanità locale, che parlano da soli, avevamo già percepito qualche avvisaglia negli scorsi mesi. Il direttore del più grande centro ospedaliero regionale è da tempo protagonista di un confronto sterile con le categorie della sanità e pressoché inesistente con le confederazioni, preferendo portare avanti una gestione totalmente autonoma, che stride peraltro con la linea dettata dallo stesso presidente della giunta regionale Michele Emiliano circa un anno fa, improntata a una maggiore condivisione degli obiettivi e degli strumenti».
Cgil Cisl Uil Bari, infatti, avevano richiesto agli inizi di luglio un incontro urgente al direttore Migliore: «in ottemperanza all'accordo sottoscritto con la Regione Puglia il 12 dicembre 2016 e in considerazione della situazione, ormai drammatica, della gestione delle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie, che sta creando enorme disagio nella cittadinanza dell'area metropolitana di Bari, la quale si avvale delle prestazioni dei plessi ospedalieri afferenti alla direzione del Policlinico. Inoltre, riteniamo improrogabile una discussione sulla condizione del servizio di emergenza-urgenza in un periodo estremamente caldo, non solo dal punto di vista climatico, qual è quello estivo, con il flusso dei turisti in costante aumento anche in provincia di Bari«.
«Dal dg del Policlinico, però – proseguono Bucci Boccuzzi Busto – è giunto il più classico dei 'due di picche', con un laconico messaggio nel quale si evidenza come 'le problematiche evidenziate dalle organizzazioni sindacali siano già oggetto di interventi e monitoraggio da parte della direzione' e che 'l'amministrazione del Policlinico avrà cura di comunicare eventuali provvedimenti intrapresi'. Premesso che se davvero ci sono interventi in atto saremmo curiosi di conoscerli, visto al momento non se ne è reso conto nessuno, almeno alla luce dei risultati pressoché nulli, consideriamo l'atteggiamento del direttore generale una sgarbatezza istituzionale e una incredibile mancanza di rispetto nei confronti non solo delle organizzazioni sindacali, ma anche della presidenza della Regione Puglia, firmataria dell'accordo con i sindacati, alla quale a questo punto chiediamo di intervenire tempestivamente per porre fine a una gestione del Policlinico che non soddisfa i bisogni di cura e di assistenza della collettività e piuttosto autoreferenziale, prima che i cittadini baresi paghino, sulla propria pelle, un conto fin troppo salato. Intanto, nei prossimi giorni valuteremo ogni forma possibile di mobilitazione per chiedere il rispetto di quanto pattuito nel protocollo del 12 dicembre 2016 e la tutela di un diritto sacrosanto espressamente riconosciuto dalla nostra Costituzione».
«A questo punto è evidente che il direttore generale del Policlinico di Bari, dottor Giovanni Migliore, ha una concezione abbastanza singolare rispetto alla gestione delle relazioni con le organizzazioni sindacali.Del resto, al di là dei numeri della sanità locale, che parlano da soli, avevamo già percepito qualche avvisaglia negli scorsi mesi. Il direttore del più grande centro ospedaliero regionale è da tempo protagonista di un confronto sterile con le categorie della sanità e pressoché inesistente con le confederazioni, preferendo portare avanti una gestione totalmente autonoma, che stride peraltro con la linea dettata dallo stesso presidente della giunta regionale Michele Emiliano circa un anno fa, improntata a una maggiore condivisione degli obiettivi e degli strumenti».
Cgil Cisl Uil Bari, infatti, avevano richiesto agli inizi di luglio un incontro urgente al direttore Migliore: «in ottemperanza all'accordo sottoscritto con la Regione Puglia il 12 dicembre 2016 e in considerazione della situazione, ormai drammatica, della gestione delle liste d'attesa delle prestazioni sanitarie, che sta creando enorme disagio nella cittadinanza dell'area metropolitana di Bari, la quale si avvale delle prestazioni dei plessi ospedalieri afferenti alla direzione del Policlinico. Inoltre, riteniamo improrogabile una discussione sulla condizione del servizio di emergenza-urgenza in un periodo estremamente caldo, non solo dal punto di vista climatico, qual è quello estivo, con il flusso dei turisti in costante aumento anche in provincia di Bari«.
«Dal dg del Policlinico, però – proseguono Bucci Boccuzzi Busto – è giunto il più classico dei 'due di picche', con un laconico messaggio nel quale si evidenza come 'le problematiche evidenziate dalle organizzazioni sindacali siano già oggetto di interventi e monitoraggio da parte della direzione' e che 'l'amministrazione del Policlinico avrà cura di comunicare eventuali provvedimenti intrapresi'. Premesso che se davvero ci sono interventi in atto saremmo curiosi di conoscerli, visto al momento non se ne è reso conto nessuno, almeno alla luce dei risultati pressoché nulli, consideriamo l'atteggiamento del direttore generale una sgarbatezza istituzionale e una incredibile mancanza di rispetto nei confronti non solo delle organizzazioni sindacali, ma anche della presidenza della Regione Puglia, firmataria dell'accordo con i sindacati, alla quale a questo punto chiediamo di intervenire tempestivamente per porre fine a una gestione del Policlinico che non soddisfa i bisogni di cura e di assistenza della collettività e piuttosto autoreferenziale, prima che i cittadini baresi paghino, sulla propria pelle, un conto fin troppo salato. Intanto, nei prossimi giorni valuteremo ogni forma possibile di mobilitazione per chiedere il rispetto di quanto pattuito nel protocollo del 12 dicembre 2016 e la tutela di un diritto sacrosanto espressamente riconosciuto dalla nostra Costituzione».