Lotta all'immigrazione clandestina, arrestati a Bari 16 cinesi e tre albanesi
Gli uomini sono stati fermati in diverse operazioni al porto e all'aeroporto, tutti tentavano illegalmente di entrare in territorio italiano
martedì 22 maggio 2018
19.03
Nessuna tregua per la lotta all'immigrazione clandestina da parte della polizia di frontiera marittima e aerea di Bari. Un altro duro colpo è stato inferto alla criminalità organizzata di tipo transnazionale dedita proprio al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, grazie alla tenacia e alla professionalità degli agenti sotto la guida del I Dirigente della Polizia di Stato dott. Giovanni Casavola.
Significativi i risultati conseguiti soprattutto rispetto ad un nuovo ed inaspettato fenomeno che vede come vittime del favoreggiamento all'immigrazione clandestina i cittadini della Repubblica Popolare Cinese. Ben 12 cittadini cinesi, infatti, sono stati tratti in arresto in tre distinte circostanze: uno di essi è stato deferito alla locale autorità giudiziaria in quanto aveva tentato di favorire l'ingresso illegale nel territorio nazionale di sette suoi connazionali, tutti muniti di passaporti falsificati. Gli altri, invece, sono stati fermati per possesso e fabbricazione di falsi documenti di identificazione. Nella fattispecie LY Cheng, confidando nella possibilità che la disponibilità di un regolare titolo di soggiorno di cui risultava essere in possesso e l'applicazione delle targhe francesi applicate al veicolo da lui condotto potessero costituire un valido espediente per sottrarsi ai controlli a campione previsti per i passeggeri ed i veicoli provenienti dalla Grecia, aveva riferito agli Agenti operanti, addetti ai citati controlli, di essere il riferimento di tutte le persone presenti all'interno dell'abitacolo per un viaggio in Italia giustificato da motivi di turismo. L'acume investigativo del personale operante e la professionalità consolidata anche grazie a pregresse esperienze maturate nel contrasto all'immigrazione clandestina, tuttavia, hanno consentito di avere la meglio rispetto ad un palese tentativo di raggiro.
Il contrasto al fenomeno della immigrazione clandestina ha portato, inoltre, all'arresto, in ambito portuale, di due cittadini di nazionalità albanese, D.H. di anni 51 e C.T. di anni 25. In particolare quest'ultimo, nel tentativo di guadagnare l'ingresso nel Territorio nazionale, pur non avendone titolo, essendo stato emesso nei suoi confronti un provvedimento di espulsione dalla Prefettura di Ascoli Piceno, valido fino al 2020, aveva corrisposto al D.H., autista di un mezzo pesante compiacente, suo connazionale, una congrua somma di denaro, al fine di poter eludere i controlli di Polizia, nascondendosi all'interno del vano di carico.
Al fine di accertare la fondatezza di quanto dichiarato dal D.H., nell'immediatezza delle attività d'indagine condotta con perfetta ed adeguata sinergia, il personale operante procedeva ad una accurata perquisizione sia del mezzo all'interno del quale verosimilmente si era nascosto lo straniero che in dosso al conducente per verificare che fosse in possesso del denaro corrispostogli per l'ingresso illegale.
La perquisizione si concludeva con esito positivo; infatti all'interno della cabina di guida veniva rinvenuto un borsone identico a quello descritto dal C.T. di sua proprietà, all'interno del quale vi erano i suoi effetti personali, sì da lasciar intendere inconfutabilmente che il predetto avesse viaggiato proprio all'interno della cabina medesima. L'Autista del mezzo veniva inoltre trovato in possesso di una somma di denaro della quale non era stato in grado di fornirne idonee giustificazioni in merito al possesso medesimo. L'autista, dunque, è stato tratto in arresto per favoreggiamento all'immigrazione clandestina aggravato, mentre il C.T. in quanto inottemperante ad un provvedimento di espulsione in virtù del quale gli era fatto divieto di rientrare in Italia per un periodo di tre anni, fino cioè al 2020.
Anche in ambito aeroportuale non sono mancati rilevanti risultati in termini di contrasto alla criminalità finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina cinese: quattro cittadini cinesi, in particolare, in procinto di imbarcarsi alla volta di Londra sono stati tratti in arresto in quanto avevano esibito, in due casi, dei passaporti genuini a loro intestati, sui quali, tuttavia risultavano applicate delle vignette-visto Schengen risultate contraffate, così come contraffatte sono risultate le impronte dei timbri datari Schengen, apparentemente emesse dal persone di frontiera aerea in servizio presso gli aeroporti di città europee ed apposte sulle pagine dei passaporti esibiti dai quattro stranieri. In altri due casi, invece, i due cittadini cinesi avevano esibito dei passaporti giapponesi, apparentemente a loro intestati, risultati contraffatti.
Sempre in ambito aeroportuale, il contrasto all'immigrazione clandestina ha portato all'arresto di un cittadino albanese, D.Z. di anni 27, per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. In particolare, lo straniero, in procinto di imbarcarsi a bordo di un aeromobile diretto a Londra, aveva tentato di raggirare il personale di Polizia addetto ai controlli documentali, esibendo una carta d'identità italiana, riportante i dati anagrafici di un connazionale e risultata contraffatta. Un altro arresto ha, invece, riguardato un cittadino rumeno destinatario di un provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale dei minori di Catanzaro. L'attenzione posta in essere dalla Polizia di Frontiera di Bari resta sempre alta e costante, anche e soprattutto in considerazione dei delicati momenti internazionali, verso i quali la minaccia terroristica è fortemente incombente e in relazione a quello che appare in fenomeno in crescita, rappresentato dal tentativo di ingresso illegale di cittadini cinesi nei Paesi europei.
Significativi i risultati conseguiti soprattutto rispetto ad un nuovo ed inaspettato fenomeno che vede come vittime del favoreggiamento all'immigrazione clandestina i cittadini della Repubblica Popolare Cinese. Ben 12 cittadini cinesi, infatti, sono stati tratti in arresto in tre distinte circostanze: uno di essi è stato deferito alla locale autorità giudiziaria in quanto aveva tentato di favorire l'ingresso illegale nel territorio nazionale di sette suoi connazionali, tutti muniti di passaporti falsificati. Gli altri, invece, sono stati fermati per possesso e fabbricazione di falsi documenti di identificazione. Nella fattispecie LY Cheng, confidando nella possibilità che la disponibilità di un regolare titolo di soggiorno di cui risultava essere in possesso e l'applicazione delle targhe francesi applicate al veicolo da lui condotto potessero costituire un valido espediente per sottrarsi ai controlli a campione previsti per i passeggeri ed i veicoli provenienti dalla Grecia, aveva riferito agli Agenti operanti, addetti ai citati controlli, di essere il riferimento di tutte le persone presenti all'interno dell'abitacolo per un viaggio in Italia giustificato da motivi di turismo. L'acume investigativo del personale operante e la professionalità consolidata anche grazie a pregresse esperienze maturate nel contrasto all'immigrazione clandestina, tuttavia, hanno consentito di avere la meglio rispetto ad un palese tentativo di raggiro.
Il contrasto al fenomeno della immigrazione clandestina ha portato, inoltre, all'arresto, in ambito portuale, di due cittadini di nazionalità albanese, D.H. di anni 51 e C.T. di anni 25. In particolare quest'ultimo, nel tentativo di guadagnare l'ingresso nel Territorio nazionale, pur non avendone titolo, essendo stato emesso nei suoi confronti un provvedimento di espulsione dalla Prefettura di Ascoli Piceno, valido fino al 2020, aveva corrisposto al D.H., autista di un mezzo pesante compiacente, suo connazionale, una congrua somma di denaro, al fine di poter eludere i controlli di Polizia, nascondendosi all'interno del vano di carico.
Al fine di accertare la fondatezza di quanto dichiarato dal D.H., nell'immediatezza delle attività d'indagine condotta con perfetta ed adeguata sinergia, il personale operante procedeva ad una accurata perquisizione sia del mezzo all'interno del quale verosimilmente si era nascosto lo straniero che in dosso al conducente per verificare che fosse in possesso del denaro corrispostogli per l'ingresso illegale.
La perquisizione si concludeva con esito positivo; infatti all'interno della cabina di guida veniva rinvenuto un borsone identico a quello descritto dal C.T. di sua proprietà, all'interno del quale vi erano i suoi effetti personali, sì da lasciar intendere inconfutabilmente che il predetto avesse viaggiato proprio all'interno della cabina medesima. L'Autista del mezzo veniva inoltre trovato in possesso di una somma di denaro della quale non era stato in grado di fornirne idonee giustificazioni in merito al possesso medesimo. L'autista, dunque, è stato tratto in arresto per favoreggiamento all'immigrazione clandestina aggravato, mentre il C.T. in quanto inottemperante ad un provvedimento di espulsione in virtù del quale gli era fatto divieto di rientrare in Italia per un periodo di tre anni, fino cioè al 2020.
Anche in ambito aeroportuale non sono mancati rilevanti risultati in termini di contrasto alla criminalità finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina cinese: quattro cittadini cinesi, in particolare, in procinto di imbarcarsi alla volta di Londra sono stati tratti in arresto in quanto avevano esibito, in due casi, dei passaporti genuini a loro intestati, sui quali, tuttavia risultavano applicate delle vignette-visto Schengen risultate contraffate, così come contraffatte sono risultate le impronte dei timbri datari Schengen, apparentemente emesse dal persone di frontiera aerea in servizio presso gli aeroporti di città europee ed apposte sulle pagine dei passaporti esibiti dai quattro stranieri. In altri due casi, invece, i due cittadini cinesi avevano esibito dei passaporti giapponesi, apparentemente a loro intestati, risultati contraffatti.
Sempre in ambito aeroportuale, il contrasto all'immigrazione clandestina ha portato all'arresto di un cittadino albanese, D.Z. di anni 27, per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. In particolare, lo straniero, in procinto di imbarcarsi a bordo di un aeromobile diretto a Londra, aveva tentato di raggirare il personale di Polizia addetto ai controlli documentali, esibendo una carta d'identità italiana, riportante i dati anagrafici di un connazionale e risultata contraffatta. Un altro arresto ha, invece, riguardato un cittadino rumeno destinatario di un provvedimento restrittivo emesso dal Tribunale dei minori di Catanzaro. L'attenzione posta in essere dalla Polizia di Frontiera di Bari resta sempre alta e costante, anche e soprattutto in considerazione dei delicati momenti internazionali, verso i quali la minaccia terroristica è fortemente incombente e in relazione a quello che appare in fenomeno in crescita, rappresentato dal tentativo di ingresso illegale di cittadini cinesi nei Paesi europei.