Mafia a Bari, le mani del clan Parisi sull'Amtab. «Qui comandiamo noi»
L'azienda, da ieri, è in amministrazione giudiziaria. «Mi stanno mettendo, non in croce… di più!», si sfogava l'ex responsabile dell'area sosta
martedì 27 febbraio 2024
9.26
Tommaso Lovreglio, Massimo Parisi e Michele De Tullio. Sarebbero stati loro a far «riferimento alla necessità di rispettare una gerarchia all'interno dell'Amtab di Bari», da ieri in amministrazione giudiziaria. In ballo ci sarebbero state le «assunzioni in occasione della Fiera del Levante 2018 di persone vicine al clan Parisi».
Si parla di «richieste» in cambio di «protezione mafiosa». È il 6 settembre 2018, quando Lovreglio, Parisi e De Tullio «imponevano a Giovanni Del Core, all'epoca capo dell'area sosta, le assunzioni di Luigi Carrassi (imparentato con Tommaso Lovreglio), Annaelena Parisi (figlia di Massimo Parisi), Annarosa Lovreglio (figlia di Battista Lovreglio) e Iolanda Stringano (moglie di Donato De Tullio)». Il 18 giugno 2019, poi, è il turno di «Tommaso Gargano (cugino di Tommaso Lovreglio)».
È Del Core a parlarne al telefono con Lovreglio, in conversazioni il cui «tenore manifesta come gli indagati agivano nella totale convinzione di poter disporre della società uti dominus, potendo decidere chi doveva essere assunto e in quale ordine», è scritto agli atti. «Mi stanno mettendo, non in croce... di più - lo sfogo di Del Core al telefono con Lovreglio -. Sta Lovreglio, sta Parisi, Carrassi, De Tullio, non è uno solo! L'anno prossimo, finito! Io non mi metto più in questa situazione!».
E quando Lovreglio si mostra preoccupato («Che cazzo di figura ci faccio io!»), Del Core risponde: «Tu puoi dire quello che vuoi… il direttore, il presidente sai che ha detto? "Non serve prendere più nessuno, prendi le persone da mezzo alla strada"». Ed è lì che Lovreglio sbotta: «Il presidente non è il padrone! Bell bell eh… è sempre il presidente, però non è mica il padrone. Padrone non ce ne stanno! Qua non è nessuno il padrone! C'è solo un rispetto e basta… il rispetto reciproco».
E quando Del Core dice che «per la figlia di Carrassi abbiamo fatto in modo che andasse lui a parlare ed è entrato negli otto suoi», Lovreglio propone un incontro: «Cioè tu vuoi che vado io a parlare di persona?». Tutto passava da lui, secondo le carte dell'inchiesta: «Ma questi che si sentono padroni dell'Amtab… si sentono? Da me deve passare! Io do il lasciapassare - urlava al telefono Lovreglio con Carrassi -. Queste sono le persone che devono chiamare», in effetti tutte assunte.
A sviscerare altri episodi ci ha pensato il pentito Nicola De Santis. «Sono tanti gli affiliati assunti: Massimo Parisi, Tommaso Lovreglio, Michele Lafirenze, Nicola Lafirenze, Michele De Tullio, Gaetano Franco». Su Parisi, in particolare, ha detto che «questi si era impegnato nelle campagne elettorali di Decaro e D'Amore».
Si parla di «richieste» in cambio di «protezione mafiosa». È il 6 settembre 2018, quando Lovreglio, Parisi e De Tullio «imponevano a Giovanni Del Core, all'epoca capo dell'area sosta, le assunzioni di Luigi Carrassi (imparentato con Tommaso Lovreglio), Annaelena Parisi (figlia di Massimo Parisi), Annarosa Lovreglio (figlia di Battista Lovreglio) e Iolanda Stringano (moglie di Donato De Tullio)». Il 18 giugno 2019, poi, è il turno di «Tommaso Gargano (cugino di Tommaso Lovreglio)».
È Del Core a parlarne al telefono con Lovreglio, in conversazioni il cui «tenore manifesta come gli indagati agivano nella totale convinzione di poter disporre della società uti dominus, potendo decidere chi doveva essere assunto e in quale ordine», è scritto agli atti. «Mi stanno mettendo, non in croce... di più - lo sfogo di Del Core al telefono con Lovreglio -. Sta Lovreglio, sta Parisi, Carrassi, De Tullio, non è uno solo! L'anno prossimo, finito! Io non mi metto più in questa situazione!».
E quando Lovreglio si mostra preoccupato («Che cazzo di figura ci faccio io!»), Del Core risponde: «Tu puoi dire quello che vuoi… il direttore, il presidente sai che ha detto? "Non serve prendere più nessuno, prendi le persone da mezzo alla strada"». Ed è lì che Lovreglio sbotta: «Il presidente non è il padrone! Bell bell eh… è sempre il presidente, però non è mica il padrone. Padrone non ce ne stanno! Qua non è nessuno il padrone! C'è solo un rispetto e basta… il rispetto reciproco».
E quando Del Core dice che «per la figlia di Carrassi abbiamo fatto in modo che andasse lui a parlare ed è entrato negli otto suoi», Lovreglio propone un incontro: «Cioè tu vuoi che vado io a parlare di persona?». Tutto passava da lui, secondo le carte dell'inchiesta: «Ma questi che si sentono padroni dell'Amtab… si sentono? Da me deve passare! Io do il lasciapassare - urlava al telefono Lovreglio con Carrassi -. Queste sono le persone che devono chiamare», in effetti tutte assunte.
A sviscerare altri episodi ci ha pensato il pentito Nicola De Santis. «Sono tanti gli affiliati assunti: Massimo Parisi, Tommaso Lovreglio, Michele Lafirenze, Nicola Lafirenze, Michele De Tullio, Gaetano Franco». Su Parisi, in particolare, ha detto che «questi si era impegnato nelle campagne elettorali di Decaro e D'Amore».