Mamma aggredisce insegnante, il preside: «Niente giustifica reazioni violente»

L'istituto sta predisponendo un regolamento restrittivo per l'accesso ai plessi che verrà presentato lunedì ai genitori

venerdì 20 ottobre 2017
A cura di Elga Montani
Pochi giorni fa la notizia di un aggressione di un'insegnante da parte della madre di un'alunna, alla scuola media Don Bosco. La mamma della giovane avrebbe reagito male al fatto che l'insegnante aveva ripreso la ragazza durante la lezione. E, raggiunta la figlia all'interno dell'istituto, avrebbe schiaffeggiato la giovane professoressa, che di conseguenza è stata soccorsa dagli operatori del 118 per uno stato di agitazione. Abbiamo cercato di capire meglio l'accaduto con il preside dell'istituto Don Bosco, Giuseppe Capozza, dove è avvenuto il fatto. Capire non solo quanto successo, ma anche i provvedimenti eventualmente ritenuti idonei per contrastare tali comportamenti, considerato che, purtroppo, quello dei giorni scorsi non è il primo episodio simile all'interno dell'istituto del quartiere Libertà.

«I provvedimenti nei confronti della madre - ha dichiarato Giuseppe Capozza - come precisato dal sottufficiale alla professoressa, fanno capo al diritto di querela di parte, cioè dipendono dalla volontà dell'insegnante. Al momento la docente non è intenzionata ad agire legalmente, anche perché ha avuto un colloquio chiarificatore in presidenza alla mia presenza e del sottufficiale dell'Arma».

«L'aggressione è avvenuta il giorno 17. Il consiglio d'Istituto - prosegue - convocato mercoledì 18, ha redatto, sulla base di una bozza da me presentata, un regolamento restrittivo per l'accesso ai locali scolastici, che sarà pubblicizzato lunedì 23, in occasione delle elezioni dei genitori nei consigli di classe».

«Lo stesso giorno dell'aggressione - ribadisce Capozza - avvenuta alle ore 13,00, sono riuscito a fare incontrare alle ore 15,00 la mamma e la professoressa a colloquio. L'incontro si è svolto in modo civile e si è concluso in modo pacifico. Ho avuto occasione di riferire che questo tipo di episodi coinvolgono genitori in situazioni, personali e familiari, di particolare gravità. Ma messun atteggiamento ritenuto, a torto o a ragione, severo da parte di un insegnante, può giustificare una reazione guidata da istinti violenti».

«I figli guardano come si comportano i genitori e imparano - ci tiene a sottolineare il preside - divenuti grandi, non solo faranno altrettanto nei confronti degli altri, ma non è escluso che aggrediscano anche i loro genitori (e di questi episodi domestici la cronaca è più copiosa di quella scolastica). Mi auguro che gli adulti insegnino ai giovani come comportarsi civilmente anche se si ritiene (ammesso che al rimprovero per aver disturbato una lezione è "giusto" reagire in modo violento) di aver subito un torto».