Manovra finanziaria, Decaro: «Comuni d'Italia aspettano 564 milioni»
Il sindaco di Bari e presidente Anci: «I sindaci sono responsabili ma non sono stupidi»
mercoledì 16 ottobre 2019
1.06
«Abbiamo 564 milioni di ragioni per pretendere che lo Stato centrale faccia chiarezza: i 564 milioni di euro che dovevano tornare nella disponibilità dei Comuni già nel 2019 e che invece rischiamo di non vedere nemmeno con la nuova manovra. Chiediamo al governo di fare chiarezza: o ce li restituite oppure approvate una nuova norma che stabilisce che il taglio temporaneo a danno dei Comuni diventa permanente. Ma lo si deve dire chiaramente e accettare le conseguenze». Lo dichiara Antonio Decaro, presidente Anci e sindaco di Bari, in relazione ai fondi che il Governo dovrebbe stanziare ai sindaci di tutta Italia nella manovra finanziaria da approvare in questo autunno.
«I sindaci sono responsabili, e l'abbiamo dimostrato in questa e in moltissime altre vicende, ma non sono stupidi - continua Decaro. A 564 milioni ammontava il contributo richiesto ai Comuni nel Dl 66 del 2014, che rivedeva la spesa pubblica in nome "della competitività e della spesa sociale". Ma quel contributo aveva una scadenza: il 2019, appunto. Una scadenza rispettata per Province e Città metropolitane. Per i Comuni, invece, no. Ora non esiste ragione per cui quelle risorse non vengano ripristinate. E troviamo sinceramente sconcertante che dal precedente governo ci rispondessero "fate ricorso" e che il nuovo governo aggiorni la dichiarazione con un invito ad "aspettare l'esito del ricorso"».
Il sindaco di Bari reclama il diritto da parte dei comuni d'Italia ad avere quei soldi per garantire il benessere delle città amministrate: «Se per loro si tratta di prendere tempo, per noi si tratta di tenere i nostri equilibri in bilancio. O meglio di far sopravvivere i servizi dei quali i nostri cittadini hanno bisogno. Perché mentre noi facciamo ricorso, gli intonaci delle scuole crollano, le corse degli autobus diminuiscono e gli asili nido chiudono», conclude Decaro.
«I sindaci sono responsabili, e l'abbiamo dimostrato in questa e in moltissime altre vicende, ma non sono stupidi - continua Decaro. A 564 milioni ammontava il contributo richiesto ai Comuni nel Dl 66 del 2014, che rivedeva la spesa pubblica in nome "della competitività e della spesa sociale". Ma quel contributo aveva una scadenza: il 2019, appunto. Una scadenza rispettata per Province e Città metropolitane. Per i Comuni, invece, no. Ora non esiste ragione per cui quelle risorse non vengano ripristinate. E troviamo sinceramente sconcertante che dal precedente governo ci rispondessero "fate ricorso" e che il nuovo governo aggiorni la dichiarazione con un invito ad "aspettare l'esito del ricorso"».
Il sindaco di Bari reclama il diritto da parte dei comuni d'Italia ad avere quei soldi per garantire il benessere delle città amministrate: «Se per loro si tratta di prendere tempo, per noi si tratta di tenere i nostri equilibri in bilancio. O meglio di far sopravvivere i servizi dei quali i nostri cittadini hanno bisogno. Perché mentre noi facciamo ricorso, gli intonaci delle scuole crollano, le corse degli autobus diminuiscono e gli asili nido chiudono», conclude Decaro.