Medico aggredito, l'ordine contro l'ospedale
Lo scorso 22 dicembre un paziente aveva picchiato un ortopedico a Monopoli
sabato 29 dicembre 2018
8.53
Si fa sempre più grave la questione dei medici aggrediti da pazienti. L'ultimo caso in Puglia è accaduto poco prima di Natale, all'ospedale di Monopoli. Un uomo aveva infatto picchiato un ortopedico del nosocomio procurandogli un trauma toracico, due costole rotte, una ferita al labbro inferiore, escoriazioni al volto e alle braccia, oltre a uno stato di ansia generalizzata, dovuta al trauma.
Ma l'ordine dei medici stavolta attacca e invia un esposto alla procura di Bari. Motivo il voler che sia valutato se siano ravvisabili condotte penalmente rilevanti in modo poi da procedere nei confronti degli eventuali responsabili di "condotte omissive e commissive". Secondo l'Ordine sono infatti ravvisabili reati di omissione di atti di ufficio, in particolare relativamente all predisposizione di ambiente di lavoro sicuro ed idoneo all'esercizio della professione sanitaria in ambito di SSN, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.
Nell'esposto si ricordano i quotidiani episodi di violenza ai danni degli operatori e i ricorrenti richiami avanzati da parte dell'Ordine alle autorità competenti affinché intervenissero su condizioni di lavoro che non tutelano la sicurezza degli operatori e ledono i valori di dignità, decoro, autonomia e buon nome della professione medica.
«Non è ammissibile che in un paese industrializzato e civilizzato come dovrebbe essere il nostro - scrive Filippo Anelli - si continui ad esercitare la professione medica esponendo i professionisti ad ogni rischio e confidando solo nella buona sorte».
Ma l'ordine dei medici stavolta attacca e invia un esposto alla procura di Bari. Motivo il voler che sia valutato se siano ravvisabili condotte penalmente rilevanti in modo poi da procedere nei confronti degli eventuali responsabili di "condotte omissive e commissive". Secondo l'Ordine sono infatti ravvisabili reati di omissione di atti di ufficio, in particolare relativamente all predisposizione di ambiente di lavoro sicuro ed idoneo all'esercizio della professione sanitaria in ambito di SSN, interruzione di pubblico servizio e violenza privata.
Nell'esposto si ricordano i quotidiani episodi di violenza ai danni degli operatori e i ricorrenti richiami avanzati da parte dell'Ordine alle autorità competenti affinché intervenissero su condizioni di lavoro che non tutelano la sicurezza degli operatori e ledono i valori di dignità, decoro, autonomia e buon nome della professione medica.
«Non è ammissibile che in un paese industrializzato e civilizzato come dovrebbe essere il nostro - scrive Filippo Anelli - si continui ad esercitare la professione medica esponendo i professionisti ad ogni rischio e confidando solo nella buona sorte».