Medimex a Taranto con Placebo e Kraftwerk, Veronico: «Non abbiamo tolto nulla a Bari»

Presentata l'edizione 2018 del festival che diventa da quest'anno 'itinerante' e fa tappa nella città ionica dal 7 al 10 giugno

giovedì 12 aprile 2018
A cura di Elga Montani
È stata presentata martedì a Taranto l'edizione 2018 del Medimex, il festival della musica pugliese che grande successo aveva avuto lo scorso anno in quel di Bari con la presenza di Iggy Pop e non solo. Una scelta, quella di spostare tutto a Taranto, per questa edizione, che ha suscitato qualche dubbio, anche se il programma presentato è di tutto rispetto, e di sicuro ha i presupposti per essere di nuovo un successo. Grandi nomi della musica internazionale come Krafwerk e Placebo, oltre ad una mostra sul grunge e Kurt Cobain e tanto altro ancora, con un programma che non è ancora definito e che verrà svelato piano piano da qui al prossimo giugno. Ne abbiamo parlato con Cesare Veronico di PugliaSounds, per comprendere meglio sia le ragioni della scelta di spostarsi a Taranto, sia per capire le scelte fatte in merito al cartellone.

Prima di tutto vorremmo capire qualcosa di più sul programma e sulle scelte ancora da fare.

«Il programma, oltre ai concerti, comprende come al solito workshop, film, incontri d'autore, presentazione di libri, siamo a buon punto e piano piano daremo le anticipazioni fino alla presentazione definitiva. Per quanto riguarda i concerti quest'anno, a parte gli headliners che sono i Krafwerk e i Placebo, ci sono dei bandi di PugliaSounds, già usciti, che riguardano proprio la parte live. Attraverso tali bandi gli operatori ci proporranno gli artisti, una commissione valuterà tali proposte e verranno stabiliti quali saranno i concerti».

E invece per quanto riguarda la scelta degli headliners, i Placebo e i Krafwerk, vuole spiegarci a cosa è legata? Perché questi due artisti quest'anno?

«Il progetto del festival di quest'anno verte su due assi principali. Uno è legato anche alla scelta di Taranto in quanto città suo malgrado indissolubilmente legata all'ILVA, ed è il tema del futuro, perché riteniamo che le arti, la cultura, la musica possano rappresentare uno sviluppo alternativo, o meglio un ulteriore sviluppo per questa città. Taranto ha bisogno che si parli di futuro, e noi parleremo di futuro con tutte le attività del festival anche quelle 'collaterali' come focus e workshop. Legata a questo tema del futuro è la scelta di uno dei due artisti di punta, i Kraftwerk, perché fin dal 1970 rappresentano il futuro della musica. D'altronde anche il loro show è particolarmente innovativo, è uno show 3d, per questo li ho inseguiti più di tutti perché assolutamente pertinenti al tema. La 'seconda gamba' del progetto è invece legata alla mostra sul Grunge e Kurt Cobain. In pratica mentre negli Stati Uniti negli anni '90 c'era il grunge, all'epoca il genere nuovo del momento, in Inghilterra c'era il brit-pop e c'erano appunto gruppi come i Placebo che ben rappresentano questo secondo tema del festival».

Molti hanno 'criticato' la scelta di spostare il festival da Bari, che cosa risponde a tale obiezione?

«Fin dalla fine della scorsa edizione abbiamo parlato di una edizione itinerante. Già lo scorso anno andammo via dalla Fiera del Levante, ritenendo esaurita quella fase e scegliendo di girare. Non abbiamo lasciato Bari, abbiamo deciso per un Festival senza radici. E abbiamo scelto Taranto, o meglio Emiliano ha fatto direttamente questa scelta per questa edizione, perché ritiene che questa città abbia bisogno ora di questo tipo di iniziative. Inoltre è una città che si presta ad iniziative di carattere culturale e musicale anche per la sensibilità dei tarantini, basta vedere il successo dell'1 maggio. Non abbiamo tolto nulla a Bari andando a Taranto, il progetto è della Regione ed è giusto che si visitino diverse città».

Questo vuol dire che non rimarrete a Taranto? Il prossimo anno la location verrà cambiata di nuovo?

«Il prossimo anno cambieremo di nuovo location, anche se non sappiamo ancora dove andremo. Il Medimex può ora definirsi a tutti gli effetti un festival itinerante, il luogo dovrà necessariamente essere compatibile con le esigenze organizzative. Bari e Taranto si prestano facilmente avendo le strutture idonee».

Per concludere ci vuole spiegare la scelta di questa edizione di far pagare un biglietto di ingresso per le due serate principali?

«Abbiamo scelto come location dei posti belli di Taranto, che avessero una storia da raccontare, posti riconoscibili. Tra questi il più idoneo per i concerti ci è sembrato la rotonda del lungomare, per dare di Taranto a livello internazionale l'immagine di una delle più belle città d'Italia che ad oggi non viene identificata per i suoi veri valori. La rotonda di Taranto però non ha una dimensione come può essere corso Vittorio Emanuele a Bari, e dal punto di vista della sicurezza ci è stato consigliato di creare un piccolo argine organizzativo, che abbiamo creato con questo biglietto "popolare" (15 euro per ogni concerto, 25 per entrambi)».