Mobilità sostenibile: il Piano della ASL Bari per gli spostamenti casa-lavoro
Obiettivo: contribuire al decongestionamento del traffico nelle aree urbane e alla lotta all’inquinamento
venerdì 6 gennaio 2023
Andare da casa al lavoro nel modo più intelligente possibile. Usando maggiormente il trasporto pubblico locale, limitando l'uso del mezzo privato e quindi abbattendone i "costi" (in termini di carburante, parcheggi e smog), condividendo il viaggio in auto con colleghi tramite app oppure utilizzando mezzi di trasporto più sostenibili e meno inquinanti, dalle biciclette ai monopattini sino alle auto elettriche. E' basato sui più moderni concetti chiave della "smart mobility" il Piano degli Spostamenti Casa-Lavoro (PSCL) appena varato dalla ASL Bari e messo a punto dall'ing. Luigi Damiano Coluccia, mobility manager aziendale, in attuazione del "Decreto Rilancio" del 2020 contenente "Misure per incentivare la mobilità sostenibile".
«Sono diverse le misure che possono essere previste nell'ambito del Piano – spiega il Direttore generale ASL Bari, Antonio Sanguedolce - per incentivare comportamenti virtuosi e orientare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti verso forme di mobilità sostenibile alternative all'uso individuale del veicolo privato a motore, contribuendo concretamente al decongestionamento del traffico veicolare nelle aree urbane e alla lotta all'inquinamento. Piccoli ma fondamentali passi per ciascun dipendente che diventano grandi cambiamenti nell'ottica di un'azienda sanitaria come la nostra, sempre attenta alla salute e al benessere delle persone così come alla sostenibilità e salubrità dell'ambiente in cui vivono e lavorano».
La definizione delle misure da implementare in un PSCL è strettamente legata ai risultati emersi dalle indagini condotte che dovrebbero mettere in evidenza come e a quali condizioni i dipendenti siano disposti a modificare le proprie abitudini di viaggio verso modi di trasporto più sostenibili. Un cambio di marcia, insomma, anche culturale. Dal punto di vista strettamente progettuale, le misure proposte per l'anno 2023 scaturiscono dall'incrocio tra la domanda di trasporto analizzata attraverso un questionario online proposto ai dipendenti di 11 strutture aziendali di Bari e provincia con più di 100 lavoratori (Ospedali, ex CTO e PTA di Conversano) e l'offerta di servizi aziendali e pubblici, tenendo in conto la propensione al cambiamento dichiarata dagli stessi dipendenti, nonché le risorse aziendali disponibili.
«I benefici saranno molteplici – commenta il Direttore Amministrativo Luigi Fruscio – e riguarderanno innanzitutto i dipendenti, in termini di minori costi di trasporto, riduzione dello stress e dell'incidentalità, poi l'azienda sanitaria per la riduzione della congestione dei parcheggi aziendali ma anche per il minor tasso di malattie e la maggiore efficienza, quindi per la collettività che potrà giovarsi della riduzione delle emissioni inquinanti e della congestione causata dal traffico veicolare. L'impatto del Piano per gli spostamenti può davvero essere rilevante, basti considerare che ogni giorno circa 10mila persone si muovono da casa per andare a lavorare in una sede della ASL Bari».
Il risultato finale, in linea con la filosofia aziendale "green" che ha già prodotto il manuale di buone pratiche per il risparmio energetico e, soprattutto, con i tempi che impongono costi dei carburanti sempre più alti, è un'analisi chiara – spiega il mobility manager Coluccia - «in cui si evidenzia una netta prevalenza di dipendenti residenti nella provincia (84%) e di residenti nel Comune di lavoro, per cui intervenire sulle modalità di spostamento puntando su un sistema di trasporto pubblico locale diffuso ed efficiente, sull'utilizzo di piste ciclabili e altre forme di mobilità sostenibile locale può essere un'ottima soluzione, soprattutto considerando le difficoltà segnalate e note, come l'organizzazione del lavoro in turni h24, che limitano l'incentivazione verso modalità di trasporto sostenibile».
Dall'analisi alle soluzioni percorribili, secondo i cinque assi d'intervento individuati: disincentivare l'uso individuale dell'auto privata, attraverso la creazione di app e/o spazi dedicati su intranet per la gestione del car pooling aziendale, ossia la condivisione del viaggio tra colleghi con il mezzo privato; favorire l'uso delle linee di Trasporto Pubblico Locale (TPL) che effettuano servizio nei pressi dell'azienda e avviare convenzioni con le aziende di TPL al fine di fornire abbonamenti a prezzi agevolati per i dipendenti; favorire la mobilità ciclabile e o la micromobilità, grazie alla realizzazione di stalli per biciclette custoditi e/o videosorvegliati, alla sottoscrizione di convenzioni con aziende di bikesharing e micromobilità a prezzi agevolati per i dipendenti, nonché convenzioni con i comuni per l'utilizzo di app di rimborso chilometrico e di voucher per l'acquisto di bici. E ancora si può ridurre la domanda di mobilità adottando ulteriori misure sia informative sia di sensibilizzazione dei dipendenti sui temi della mobilità sostenibile, oltre che con la realizzazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Obiettivi da raggiungere anche con l'attivazione di risorse economiche previste per l'attuazione delle misure e delle politiche di mobility management, le quali – rimarca l'ing. Coluccia - «derivano in modo pressoché totalitario da finanziamenti (o co-finanziamenti) intercettati tramite bandi e contributi specifici di provenienza pubblica: Comune, Provincia, Regione e Ministero per la Transizione Ecologica».
In dettaglio, il Piano prevede risorse da dedicare alla creazione di app e/o spazi dedicati su intranet per la gestione del car pooling aziendale, realizzazione di stalli per biciclette custoditi e/o videosorvegliati e realizzazione di rastrelliere fisse con diversi interventi che si svilupperanno lungo il corso dell'anno.
«Sono diverse le misure che possono essere previste nell'ambito del Piano – spiega il Direttore generale ASL Bari, Antonio Sanguedolce - per incentivare comportamenti virtuosi e orientare gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti verso forme di mobilità sostenibile alternative all'uso individuale del veicolo privato a motore, contribuendo concretamente al decongestionamento del traffico veicolare nelle aree urbane e alla lotta all'inquinamento. Piccoli ma fondamentali passi per ciascun dipendente che diventano grandi cambiamenti nell'ottica di un'azienda sanitaria come la nostra, sempre attenta alla salute e al benessere delle persone così come alla sostenibilità e salubrità dell'ambiente in cui vivono e lavorano».
La definizione delle misure da implementare in un PSCL è strettamente legata ai risultati emersi dalle indagini condotte che dovrebbero mettere in evidenza come e a quali condizioni i dipendenti siano disposti a modificare le proprie abitudini di viaggio verso modi di trasporto più sostenibili. Un cambio di marcia, insomma, anche culturale. Dal punto di vista strettamente progettuale, le misure proposte per l'anno 2023 scaturiscono dall'incrocio tra la domanda di trasporto analizzata attraverso un questionario online proposto ai dipendenti di 11 strutture aziendali di Bari e provincia con più di 100 lavoratori (Ospedali, ex CTO e PTA di Conversano) e l'offerta di servizi aziendali e pubblici, tenendo in conto la propensione al cambiamento dichiarata dagli stessi dipendenti, nonché le risorse aziendali disponibili.
«I benefici saranno molteplici – commenta il Direttore Amministrativo Luigi Fruscio – e riguarderanno innanzitutto i dipendenti, in termini di minori costi di trasporto, riduzione dello stress e dell'incidentalità, poi l'azienda sanitaria per la riduzione della congestione dei parcheggi aziendali ma anche per il minor tasso di malattie e la maggiore efficienza, quindi per la collettività che potrà giovarsi della riduzione delle emissioni inquinanti e della congestione causata dal traffico veicolare. L'impatto del Piano per gli spostamenti può davvero essere rilevante, basti considerare che ogni giorno circa 10mila persone si muovono da casa per andare a lavorare in una sede della ASL Bari».
Il risultato finale, in linea con la filosofia aziendale "green" che ha già prodotto il manuale di buone pratiche per il risparmio energetico e, soprattutto, con i tempi che impongono costi dei carburanti sempre più alti, è un'analisi chiara – spiega il mobility manager Coluccia - «in cui si evidenzia una netta prevalenza di dipendenti residenti nella provincia (84%) e di residenti nel Comune di lavoro, per cui intervenire sulle modalità di spostamento puntando su un sistema di trasporto pubblico locale diffuso ed efficiente, sull'utilizzo di piste ciclabili e altre forme di mobilità sostenibile locale può essere un'ottima soluzione, soprattutto considerando le difficoltà segnalate e note, come l'organizzazione del lavoro in turni h24, che limitano l'incentivazione verso modalità di trasporto sostenibile».
Dall'analisi alle soluzioni percorribili, secondo i cinque assi d'intervento individuati: disincentivare l'uso individuale dell'auto privata, attraverso la creazione di app e/o spazi dedicati su intranet per la gestione del car pooling aziendale, ossia la condivisione del viaggio tra colleghi con il mezzo privato; favorire l'uso delle linee di Trasporto Pubblico Locale (TPL) che effettuano servizio nei pressi dell'azienda e avviare convenzioni con le aziende di TPL al fine di fornire abbonamenti a prezzi agevolati per i dipendenti; favorire la mobilità ciclabile e o la micromobilità, grazie alla realizzazione di stalli per biciclette custoditi e/o videosorvegliati, alla sottoscrizione di convenzioni con aziende di bikesharing e micromobilità a prezzi agevolati per i dipendenti, nonché convenzioni con i comuni per l'utilizzo di app di rimborso chilometrico e di voucher per l'acquisto di bici. E ancora si può ridurre la domanda di mobilità adottando ulteriori misure sia informative sia di sensibilizzazione dei dipendenti sui temi della mobilità sostenibile, oltre che con la realizzazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Obiettivi da raggiungere anche con l'attivazione di risorse economiche previste per l'attuazione delle misure e delle politiche di mobility management, le quali – rimarca l'ing. Coluccia - «derivano in modo pressoché totalitario da finanziamenti (o co-finanziamenti) intercettati tramite bandi e contributi specifici di provenienza pubblica: Comune, Provincia, Regione e Ministero per la Transizione Ecologica».
In dettaglio, il Piano prevede risorse da dedicare alla creazione di app e/o spazi dedicati su intranet per la gestione del car pooling aziendale, realizzazione di stalli per biciclette custoditi e/o videosorvegliati e realizzazione di rastrelliere fisse con diversi interventi che si svilupperanno lungo il corso dell'anno.