Monopoli, il 6 aprile i ristoratori aprono: «Non è una provocazione, ma una questione di sopravvivenza»

La manifestazione OraLavoro organizzata da MIO ITALIA: «Stiamo guardando con i nostri occhi la morte delle nostre attività e della nostra stessa vita»

domenica 28 marzo 2021 13.15
Dall'Associazione Operatori Centro Storico Monopoli riceviamo e pubblichiamo:

«Come già successo il 27 Aprile dello scorso anno, quando aderimmo all'iniziativa di lasciare accese le insegne dei nostri locali chiusi, questa volta aderiamo alla nuova iniziativa OraLavoro. Dal 6 Aprile il governo ci "obbliga" ad aprire a pranzo e a cena. Ogni giorno si allarga il fronte delle adesioni e anche noi aderiamo alla manifestazione organizzata da MIO ITALIA su tutto il nostro territorio. Da martedì 6 aprile i piccoli imprenditori del comparto dell'ospitalità a tavola (Horeca) associati a Operatori centro storico di Monopoli, apriranno a pranzo e a cena. Non è una provocazione, né un atto dimostrativo, ma una questione di sopravvivenza».

Il responsabile dell'associazione Campanelli Christian, lo sta ribadendo a tutti gli esponenti politici regionali e pugliesi in questi giorni rappresentando, altresì, l'adesione a tale iniziativa, di centinaia di operatori del settore.

«Da un anno i piccoli imprenditori dell'ospitalità a tavola sono costretti a chiudere-aprire-chiudere, in contrasto con le evidenze scientifiche, senza prospettive, programmazioni, piani di rilancio, indennizzi ragionevoli, interventi sui costi fissi. Nulla. Stiamo guardando con i nostri occhi la morte delle nostre attività e della nostra stessa vita. Non siamo più padroni del presente e del futuro, ne di quello delle nostre famiglie. Con l'ultimo decreto Sostegno è stata prevista un'elemosina, che aiuta una piccola parte delle nostre aziende, fra l'altro in arrivo dopo il 10 aprile. Non abbiamo avuto aiuti sui canoni di fitto, non abbiamo avuto riduzioni di costi, di bollette, di tasse e non abbiamo avuto neanche una certezza sugli aiuti per la prossima stagione estiva. Con la speranza che altre città e altre associazioni si accodino a questa scelta».