Monopoli, il deputato Pd Pagano chiede posto in prima fila al lido? La smentita: «Mai abusato del mio ruolo»
Il parlamentare barese espone la sua versione dei fatti: «Avevamo provato a prenotare un ombrellone il giorno prima, non ho alzato i toni»
mercoledì 10 luglio 2019
11.41
Il deputato barese del Partito democratico Ubaldo Pagano finisce sotto i riflettori dei social. Il motivo? Un diverbio avuto domenica scorsa con i gestori di un lido a Capitolo, frazione di Monopoli.
«Arrivo al lido alle 8:45 di domenica 7 luglio insieme a mia moglie e mia figlia di cinque anni, per trascorrere la giornata con la famiglia di un amichetto di mia figlia che ha un abbonamento stagionale al lido. Avevamo provato a prenotare un ombrellone il giorno prima ma dal Lido ci hanno risposto che bastava presentarci molto presto nello stabilimento, entro le ore 9.00, per averlo. E così abbiamo fatto, alle 8,45 in punto eravamo lì». Lo scrive Pagano su Facebook offrendo la sua versione della storia. Secondo alcune ricostruzioni, infatti, il parlamentare Pd avrebbe preteso un posto in prima fila sbandierando il suo status di deputato, e sarebbe stato fermato solo dall'arrivo della Polizia di Stato.
L'esponente Pd originario di Castellana si è trovato a dover ricostruire i fatti relativi a un banale alterco capitato una domenica di luglio in un lido particolarmente affollato. Un episodio che, probabilmente, sarà capitato a molti nella vita senza però finire nel frullatore dei social. «Già dall'ingresso delle auto, ci veniva riferito che probabilmente non c'era disponibilità di alcun ombrellone, ma che potevamo andare a chiedere; quindi, si è recata in cassa mia moglie - continua Pagano. Alla cassa c'era già un'altra persona che lamentava la tipologia di ombrelloni proposta - circa in ventesima fila - a cui era stato impedito di prenotare e pagarlo il giorno prima. Quindi la richiesta di una postazione migliore (non la pretesa della "prima fila" come scritto da qualcuno per romanzare i fatti) avveniva da parte di due famiglie distinte e sconosciute fino ad allora, né io mi sono qualificato in quel momento nella mia veste di parlamentare, ci mancherebbe».
«In un lido di almeno cento/centocinquanta ombrelloni sostenevano, invece, che erano tutti degli ospiti dell'hotel e degli abbonamenti e c'erano solo pochi posti disponibili in penultima e ultima fila della zona chiamata conca, molto distante dal mare. Sarebbe bastato che la stessa cosa ce l'avessero detta il sabato quando abbiamo provato a prenotare per evitare questa discussione. Dopo circa un'ora, dopo aver regolarmente pagato il servizio e atteso inutilmente il direttore dello stabilimento, siamo stati accompagnati a sistemarci all'ombrellone in penultima fila della conca, informandoci solo allora, con fare sfidante, che avremmo dovuto parlare con la polizia che era stata chiamata dal lido, non si capisce bene per quale motivo, visto che in nessun momento della discussione sono stati alzati i toni. Sono stato chiamato mentre ero in riva al mare dopo aver fatto il bagno (probabilmente più di un'ora dopo la nostra sistemazione) e mi sono recato pazientemente in reception dove ho incontrato due agenti della polizia che hanno potuto rilevare la mia assoluta pacificità, pur nel disappunto per la presa in giro subita. Solo a quel punto fornendo le mie generalità agli agenti ho mostrato come documento il tesserino di parlamentare non avendo portato con me la carta di identità».
«Questa storia dimostra che mi sono sempre comportato come ciascuno di voi senza mai abusare del ruolo istituzionale, anche in un momento di disagio come quello dove ritenevo di subire una presa in giro», conclude Pagano.
«Arrivo al lido alle 8:45 di domenica 7 luglio insieme a mia moglie e mia figlia di cinque anni, per trascorrere la giornata con la famiglia di un amichetto di mia figlia che ha un abbonamento stagionale al lido. Avevamo provato a prenotare un ombrellone il giorno prima ma dal Lido ci hanno risposto che bastava presentarci molto presto nello stabilimento, entro le ore 9.00, per averlo. E così abbiamo fatto, alle 8,45 in punto eravamo lì». Lo scrive Pagano su Facebook offrendo la sua versione della storia. Secondo alcune ricostruzioni, infatti, il parlamentare Pd avrebbe preteso un posto in prima fila sbandierando il suo status di deputato, e sarebbe stato fermato solo dall'arrivo della Polizia di Stato.
L'esponente Pd originario di Castellana si è trovato a dover ricostruire i fatti relativi a un banale alterco capitato una domenica di luglio in un lido particolarmente affollato. Un episodio che, probabilmente, sarà capitato a molti nella vita senza però finire nel frullatore dei social. «Già dall'ingresso delle auto, ci veniva riferito che probabilmente non c'era disponibilità di alcun ombrellone, ma che potevamo andare a chiedere; quindi, si è recata in cassa mia moglie - continua Pagano. Alla cassa c'era già un'altra persona che lamentava la tipologia di ombrelloni proposta - circa in ventesima fila - a cui era stato impedito di prenotare e pagarlo il giorno prima. Quindi la richiesta di una postazione migliore (non la pretesa della "prima fila" come scritto da qualcuno per romanzare i fatti) avveniva da parte di due famiglie distinte e sconosciute fino ad allora, né io mi sono qualificato in quel momento nella mia veste di parlamentare, ci mancherebbe».
«In un lido di almeno cento/centocinquanta ombrelloni sostenevano, invece, che erano tutti degli ospiti dell'hotel e degli abbonamenti e c'erano solo pochi posti disponibili in penultima e ultima fila della zona chiamata conca, molto distante dal mare. Sarebbe bastato che la stessa cosa ce l'avessero detta il sabato quando abbiamo provato a prenotare per evitare questa discussione. Dopo circa un'ora, dopo aver regolarmente pagato il servizio e atteso inutilmente il direttore dello stabilimento, siamo stati accompagnati a sistemarci all'ombrellone in penultima fila della conca, informandoci solo allora, con fare sfidante, che avremmo dovuto parlare con la polizia che era stata chiamata dal lido, non si capisce bene per quale motivo, visto che in nessun momento della discussione sono stati alzati i toni. Sono stato chiamato mentre ero in riva al mare dopo aver fatto il bagno (probabilmente più di un'ora dopo la nostra sistemazione) e mi sono recato pazientemente in reception dove ho incontrato due agenti della polizia che hanno potuto rilevare la mia assoluta pacificità, pur nel disappunto per la presa in giro subita. Solo a quel punto fornendo le mie generalità agli agenti ho mostrato come documento il tesserino di parlamentare non avendo portato con me la carta di identità».
«Questa storia dimostra che mi sono sempre comportato come ciascuno di voi senza mai abusare del ruolo istituzionale, anche in un momento di disagio come quello dove ritenevo di subire una presa in giro», conclude Pagano.