Monopoli, parcheggiava nei posti riservati ai disabili con un pass falso. Nei guai imprenditore
L'uomo ha dapprima negato di essere proprietario del veicolo, poi davanti alla minaccia di sequestro della polizia locale ha consegnato il contrassegno non valido
lunedì 11 novembre 2019
10.21
Utilizzava un pass contraffatto per parcheggiare sulle strisce gialle, quelle che contrassegnano i posti auto riservati ai disabili. Succede a Monopoli: nei giorni scorsi, in un controllo di routine, finalizzato a sanzionare le soste in aree dedicate ai disabili, una pattuglia della polizia locale monopolitana si è imbattuta in un contrassegno per disabili, all'apparenza valido. All'occhio esperto dei due agenti, tuttavia, non sono sfuggiti alcuni particolari del pass, non identificabili dai più, che hanno lasciato qualche dubbio sull'autenticità del titolo esposto sul parabrezza del veicolo, parcheggiato in piazza Manzoni, in zona di sosta a pagamento.
Accertata la proprietà del mezzo, gli agenti si sono accorti che l'auto era intestata alla figlia di un imprenditore della zona. Raggiunto l'imprenditore, questi prima ha negato di avere la disponibilità del mezzo, poi - quando gli agenti gli hanno fatto intendere che avrebbero provveduto al sequestro del veicolo in attesa dell'arrivo del proprietario - l'imprenditore ha consegnato agli agenti il contrassegno che da un controllo più attento è risultato evidentemente falso, nonostante fosse stato molto ben riprodotto, a colori e con l'ologramma e il timbro del Comune di Monopoli, area polizia locale.
Dei fatti è stata data comunicazione all'autorità giudiziaria; nel corso delle indagini si dovrà accertare anche l'autore materiale del falso certificato. In concorso con il reato di falso, si potrebbero ipotizzare e contestare anche altri reati, tra cui sicuramente la truffa ai danni del Comune, in quanto il soggetto, dovendo pagare il ticket, era solito sottrarvisi con l'esposizione del pass falso.
Con una recente sentenza la Corte di Cassazione ha affermato che la «Mera esposizione del contrassegno per invalidi falso sul parabrezza dell'autovettura integra il delitto di uso di atto falso, anche se il mezzo risulti parcheggiato in area di sosta a pagamento, delimitata da strisce blu».
Il Comandante della polizia locale di Monopoli, Michele Cassano, ricorda che «L'art. 489 del codice penale disciplina il reato di uso di atto falso, prevedendo le stesse sanzioni indicate dagli artt. 476, 477 e 478 c.p. per chi, senza essere concorso nella falsificazione di un atto operata da un privato, faccia uso di tale documento. Tale norma è posta a presidio non solo della fiducia della collettività nella genuinità dei documenti, ma anche della funzione e dello scopo tipico dell'atto su cui ricade l'attività illecita e punisce chi si avvale di un documento artefatto, rappresentandosi e volendo usarlo come se fosse veritiero e genuino».
Accertata la proprietà del mezzo, gli agenti si sono accorti che l'auto era intestata alla figlia di un imprenditore della zona. Raggiunto l'imprenditore, questi prima ha negato di avere la disponibilità del mezzo, poi - quando gli agenti gli hanno fatto intendere che avrebbero provveduto al sequestro del veicolo in attesa dell'arrivo del proprietario - l'imprenditore ha consegnato agli agenti il contrassegno che da un controllo più attento è risultato evidentemente falso, nonostante fosse stato molto ben riprodotto, a colori e con l'ologramma e il timbro del Comune di Monopoli, area polizia locale.
Dei fatti è stata data comunicazione all'autorità giudiziaria; nel corso delle indagini si dovrà accertare anche l'autore materiale del falso certificato. In concorso con il reato di falso, si potrebbero ipotizzare e contestare anche altri reati, tra cui sicuramente la truffa ai danni del Comune, in quanto il soggetto, dovendo pagare il ticket, era solito sottrarvisi con l'esposizione del pass falso.
Con una recente sentenza la Corte di Cassazione ha affermato che la «Mera esposizione del contrassegno per invalidi falso sul parabrezza dell'autovettura integra il delitto di uso di atto falso, anche se il mezzo risulti parcheggiato in area di sosta a pagamento, delimitata da strisce blu».
Il Comandante della polizia locale di Monopoli, Michele Cassano, ricorda che «L'art. 489 del codice penale disciplina il reato di uso di atto falso, prevedendo le stesse sanzioni indicate dagli artt. 476, 477 e 478 c.p. per chi, senza essere concorso nella falsificazione di un atto operata da un privato, faccia uso di tale documento. Tale norma è posta a presidio non solo della fiducia della collettività nella genuinità dei documenti, ma anche della funzione e dello scopo tipico dell'atto su cui ricade l'attività illecita e punisce chi si avvale di un documento artefatto, rappresentandosi e volendo usarlo come se fosse veritiero e genuino».