Morte Di Gioia, insulti e minace ai Carabinieri sui social: 13 indagati
Tra gi indagati anche la madre e il fratello della vittima: gli altri sono quasi tutti di Bari e dell'area metropolitana
giovedì 28 novembre 2024
13.17
Dopo la morte di Christian Di Gioia, il 27enne morto la notte tra 21 e 22 giugno 2023 dopo una caduta dalla moto nel quartiere Japigia di Bari, avrebbero insultato l'Arma dei Carabinieri con post e messaggi sui social. Offese, in molti casi, rivolte ad un militare, accusato di aver speronato la moto su cui viaggiava la vittima.
La Procura della Repubblica di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di 13 persone, tra cui la madre e il fratello della vittima, indagate a vario titolo per vilipendio alle forze armate, oltraggio ai carabinieri e istigazione a delinquere. Un'indagata di Fasano avrebbe, come anche altri indagati, ricondiviso su Facebook un post in cui Annamaria Marino, madre del 27enne, scriveva: «Carabiniere maledetto che mi hai ucciso mio figlio cosa hai risolto? Devi fare una brutta fine (in dialetto)».
«Ciò che hanno fatto a mio fratello non la passeranno liscia, lo Stato andrà tutto a terra», è il commento per cui il fratello della vittima, Dennis Di Gioia, è indagato per istigazione a delinquere. Nell'indagine del pubblico ministero Silvia Curione erano inizialmente coinvolti altri sette, tra cui Eugenio Palermiti (nipote omonimo del capoclan), per cui è stata chiesta l'archiviazione. Tra le persone offese compaiono l'Arma, la Stazione di Bari Scalo e lo Stato, ma non il militare interessato.
Le indagini accertarono il mancato coinvolgimento dell'auto dei militari nell'incidente. Dopo i funerali, un corteo di moto scortò il feretro di Di Gioia da Japigia al cimitero, passando anche contromano sotto il carcere di Bari. Per quest'ultima vicenda in 10 sono imputati per blocco stradale aggravato dal metodo mafioso.
La Procura della Repubblica di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di 13 persone, tra cui la madre e il fratello della vittima, indagate a vario titolo per vilipendio alle forze armate, oltraggio ai carabinieri e istigazione a delinquere. Un'indagata di Fasano avrebbe, come anche altri indagati, ricondiviso su Facebook un post in cui Annamaria Marino, madre del 27enne, scriveva: «Carabiniere maledetto che mi hai ucciso mio figlio cosa hai risolto? Devi fare una brutta fine (in dialetto)».
«Ciò che hanno fatto a mio fratello non la passeranno liscia, lo Stato andrà tutto a terra», è il commento per cui il fratello della vittima, Dennis Di Gioia, è indagato per istigazione a delinquere. Nell'indagine del pubblico ministero Silvia Curione erano inizialmente coinvolti altri sette, tra cui Eugenio Palermiti (nipote omonimo del capoclan), per cui è stata chiesta l'archiviazione. Tra le persone offese compaiono l'Arma, la Stazione di Bari Scalo e lo Stato, ma non il militare interessato.
Le indagini accertarono il mancato coinvolgimento dell'auto dei militari nell'incidente. Dopo i funerali, un corteo di moto scortò il feretro di Di Gioia da Japigia al cimitero, passando anche contromano sotto il carcere di Bari. Per quest'ultima vicenda in 10 sono imputati per blocco stradale aggravato dal metodo mafioso.