No all'inceneritore Newo, giovedì mattina manifestazione in via Capruzzi

Appuntamento presso il Consiglio Regionale, Borraccino (SI): «Tali strutture non risolvono il problema dei rifiuti e danneggiano la salute»

lunedì 22 gennaio 2018 15.03
Il fronte del No all'inceneritore Newo è sempre più ampio, nonostante la Regione stia continuando per la sua strada. E dopo le diverse posizioni sempre negative espresse sia dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, che da quello di Modugno, Nicola Magrone, giovedì mattina le diverse entità facenti parti del fronte del no si danno appuntamento al Consiglio Regionale in via Capruzzi per protestare proprio contro la costruzione dell'impianto, e contro il muro che la Regione sembra aver posto. Si unisce alla protesta anche il consigliere regionale di Sinistra Italiana/Liberi E Uguali, Mino Borraccino, che ha diffuso oggi una nota in merito.

«Alla mobilitazione delle associazioni ambientaliste di Bari, Bitetto, Modugno e Palo del Colle - dichiara Borraccino - che il 25 gennaio prossimo manifesteranno pacificamente sotto la sede del Consiglio Regionale, va l'adesione convinta mia personale e di Sinistra Italiana/Liberi e Uguali. La politica degli inceneritori, che ha caratterizzato la Destra pugliese e che abbiamo combattuto in passato, non può essere resuscitata dalle scelte di Emiliano. Questo sembra di capire, dopo l'autorizzazione della Regione Puglia all'impianto per il coinceneritore per rifiuti pericolosi e non, rilasciato alla società Newo nella zona industriale di Bari».

«Un provvedimento - sottolinea - assunto nonostante i pareri negativi dei Sindaci del territorio. Invece di incoraggiare la raccolta differenziata dei rifiuti, che dovrebbe caratterizzare il nuovo Piano regionale, si procede per la strada più facile, quella degli inceneritori, trascurando gli effetti dannosi per la salute che essi producono e non tenendo conto delle perplessità chiaramente espresse dall'ARPA».

«E' una strada senza prospettive - conclude Borraccino - senza consenso e senza buon senso. Raccoglieremo, quindi, le ragioni dei territori interessati e chiederemo al Governo regionale di rivedere queste scelte dannose per le comunità interessate e per la Puglia».