Noci, amministrazione comunale accoglie una famiglia in fuga dall'Afghanistan
I coniugi Noor e i loro quattro figli sono entrati a far parte del programma di accoglienza nell'ambito del progetto SAI "La nuova dimora"
giovedì 2 settembre 2021
17.30
Arrivata a Noci lo scorso 21 luglio dopo essere fuggita dall'Afghanistan, la famiglia Noor è entrata a far parte del programma di accoglienza per richiedenti asilo del progetto SAI "La nuova dimora". Il Sindaco Domenico Nisi, l'Assessore alle Pari opportunità Marta Jerovante e la dott.ssa Alina Liuzzi del Servizio Sociale Comunale, hanno incontrato e dato il benvenuto ai signori Noor e ai loro quattro figli.
«Nel darvi il benvenuto, voglio testimoniarvi la vicinanza della nostra comunità, soprattutto in questo momento di particolare dolore per quelli che sono gli accadimenti che stanno interessando il vostro Paese. Noci è una città aperta all'accoglienza, come sancito anche nel nostro Statuto comunale, e voglio che possiate sentirvi, per tutto il tempo della vostra permanenza parte di questa comunità, nocesi a pieni titolo. Da parte nostra, v'è tutta la disponibilità a fare in modo che possiate ricevere tutto ciò di cui avete bisogno» queste le parole con cui il Sindaco Nisi ha voluto salutare i nuovi arrivati».
A dare man forte alle sue parole, è l'Assessore Jerovante: «So che quello che vi aspetta è un percorso lungo e doloroso: siamo abituati ad incrociare esperienze come la vostra nell'ambito del progetto SAI "La nuova dimora". Ma sappiate che il mio Assessorato e la dott.ssa Liuzzi sono a vostra disposizione per fornirvi tutto il possibile in termini di conoscenze, contatti e relazione, affinché possiate trascorrere questo periodo nel modo più sereno possibile».
La coordinatrice del progetto, dott.ssa Livia Cantore, ha voluto sottolineare il fatto che i Comuni di Putignano e Noci, dove il progetto SAI ha sede, sono stati fra i primi – già lo scorso giugno, quando ancora non erano cominciati gli scontri scoppiati di lì a poco – a dichiarare la propria disponibilità all'accoglienza.
«Grazie! – ha risposto il signor Noor, prima che il Sindaco gli consegnasse il gagliardetto del Comune di Noci. – Dal primo giorno a Noci, ci siamo sentiti come a casa. Un giorno, per esempio, ero seduto ad una panchina, in piazza, ed un signore del posto mi ha chiesto se poteva sedersi accanto a me. È stato un segno di rispetto inaspettato e grandioso».
«Nel darvi il benvenuto, voglio testimoniarvi la vicinanza della nostra comunità, soprattutto in questo momento di particolare dolore per quelli che sono gli accadimenti che stanno interessando il vostro Paese. Noci è una città aperta all'accoglienza, come sancito anche nel nostro Statuto comunale, e voglio che possiate sentirvi, per tutto il tempo della vostra permanenza parte di questa comunità, nocesi a pieni titolo. Da parte nostra, v'è tutta la disponibilità a fare in modo che possiate ricevere tutto ciò di cui avete bisogno» queste le parole con cui il Sindaco Nisi ha voluto salutare i nuovi arrivati».
A dare man forte alle sue parole, è l'Assessore Jerovante: «So che quello che vi aspetta è un percorso lungo e doloroso: siamo abituati ad incrociare esperienze come la vostra nell'ambito del progetto SAI "La nuova dimora". Ma sappiate che il mio Assessorato e la dott.ssa Liuzzi sono a vostra disposizione per fornirvi tutto il possibile in termini di conoscenze, contatti e relazione, affinché possiate trascorrere questo periodo nel modo più sereno possibile».
La coordinatrice del progetto, dott.ssa Livia Cantore, ha voluto sottolineare il fatto che i Comuni di Putignano e Noci, dove il progetto SAI ha sede, sono stati fra i primi – già lo scorso giugno, quando ancora non erano cominciati gli scontri scoppiati di lì a poco – a dichiarare la propria disponibilità all'accoglienza.
«Grazie! – ha risposto il signor Noor, prima che il Sindaco gli consegnasse il gagliardetto del Comune di Noci. – Dal primo giorno a Noci, ci siamo sentiti come a casa. Un giorno, per esempio, ero seduto ad una panchina, in piazza, ed un signore del posto mi ha chiesto se poteva sedersi accanto a me. È stato un segno di rispetto inaspettato e grandioso».