Non c'è pace per gli ex Om, sit-in a Bari per la mobilità in deroga

Nonostante le conferme nessun sussidio è arrivato da giugno scorso, intanto si dilatano i tempi per la reindustrializzazione

mercoledì 29 gennaio 2020 8.57
A cura di Elga Montani
Gli ex Om a Bari non riescono a vedere la tanto desiderata luce in fondo a un tunnel ormai lungo quasi dieci anni. Dopo le rassicurazioni da parte di Governo e Regione e la conferma della mobilità in deroga, ad oggi si trovano ancora senza alcun sostentamento economico dal giugno scorso. E per questo motivo i sindacati hanno proclamato un nuovo sit-in, l'ennesimo di questa brutta storia, per domani dalle 11.30 alle 16 davanti alla sede dell'assessorato regionale alla formazione e al lavoro.

«Questa manifestazione - dichiara Samantha Partipilo di UGL Metalmeccanici - è per reclamare l'indennità di mobilità in deroga da giugno 2019, che non è stata ancora autorizzata. Lo facciamo per sensibilizzare le istituzioni, perché abbiano la responsabilità del fatto che dietro le loro firme ci sono persone, e famiglie, senza reddito da molti mesi».

Intanto, lunedì pomeriggio c'è stato l'ultimo incontro tra le parti e Selektica per definire un'ulteriore volta il piano industriale e comprendere bene i tempi e i modi in cui andrà a realizzarsi quella che, da molti, era stata definita una specie di "rinascita" dello stabilimento che per anni ha ospitato la ex Om. Purtroppo le prime stime si sono rivelate illusorie, in quanto alla firma dell'accordo si parlava di assunzioni a partire dai primi mesi del 2020, e ora a gennaio 2020 si parla invece della necessità di impiegare ancora almeno 18 mesi per iniziare.

«La società ha presentato il piano industriale - spiega Partipilo - che prevede un investimento di 13,3 milioni di euro per 2 linee di produzione (1 per la plastica e 1 per il vetro) e l'impiego di 128 lavoratori ex Om con le varie tipologie di contratto. Ciò che ci preoccupa sono i tempi, occorre attendere fino a fine aprile per le autorizzazioni ambientali, attendere le autorizzazioni del progetto da parte di Puglia Sviluppo ed ancora attendere i lavori di ammodernamento del capannone e di installazione degli impianti che porteranno via altri 18 mesi, a decorrere da tutte le autorizzazioni. Resta la preoccupazione per come dovranno vivere i lavoratori nell'attesa».

«L'azienda e la bontà del progetto sono davvero di grandissimo spessore - ribadisce Andea Toma di Uilm - ma, precauzionalmente, abbiamo ritenuto opportuno rimettere in esercizio un tavolo di concertazione regionale. Riteniamo che gli attori firmatari del protocollo di intesa (istituzioni, azienda, parti sociali e comuni) debbano fare sistema. Il tempo non deve essere assolutamente inflazionato per problematiche di natura politica, per noi questa variabile è tossica per i lavoratori e per la prossima occupazione».