Norman Atlantic, una spina nel fianco della città
Una raccolta firme per chiedere il dissequestro e l'allontanamento dal porto di Bari
giovedì 15 marzo 2018
10.46
"Un vero e proprio danno di immagine per la nostra città". Con queste parole Antonio Vasile vicepresidente di Aeroporti di Puglia, imprenditore, nonché privato cittadino amante del mare, ha lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org per far rimuovere il relitto della Norman Atlantic ormeggiato nella banchina San Vito del porto di Bari ormai da tre anni. In un giorno hanno già firmato 582 persone grazie al tam tam di facebook, l'obiettivo è mille adesioni.
La tragedia avvenne nella notte del 28 dicembre 2014 al largo delle coste albanesi. A bordo alcuni tir presero fuoco, le operazioni di spegnimento delle fiamme sarebbero state attivate troppo tardi, l'allarme fu lanciato circa 20 minuti dopo il primo avvistamento di fumo quando il fuoco aveva già raggiunto gli altri ponti. Anche le procedure di evacuazione, rese difficili dalle cattive condizioni meteo, non furono fatte a regola d'rate, per salire sulle lance di salvataggio c'erano passerelle senza sufficienti protezioni che evitassero la caduta in mare. Quasi tutte le vittime, 12 in totale, morirono per assideramento seguito da annegamento, altre 19 sono considerare disperse, 64 i feriti, su un totale di 519 passeggeri. I resti del traghetto furono trainati nel porto di Bari e messi sotto sequestro.
Nell'inchiesta coordinata dai pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, si ipotizzano i reati di cooperazione colposa in naufragio, omicidio plurimo e lesioni. Gli indagati sono il comandante Argilio Giacomazzi, l'armatore Carlo Visentini e due società la Visemar, proprietaria della nave, e la Anek, noleggiatrice del traghetto.
Indagini a parte quello che a molti non va giù è che a pagare le spese sia la città di Bari totalmente estranea alla vicenda. "Il danno di immagine per il porto e l'intera città - scrive Vasile nella sua richiesta - è di grande portata. Alcune compagnie di navigazione hanno lasciato Bari per trasferirsi a Taranto, perché il turista non tollerava la vista dei rottami anneriti di una nave naufragata. Altre compagnie hanno posto come condizione al loro approdo a Bari lo spostamento del relitto. Appoggiamo la battaglia dell'Autorità del sistema portuale dell'Adriatico per far rimuovere il relitto che rischia di vanificare la crescita di traffico del porto di Bari, sia nel settore dei traghetti sia in quello delle crociere".
La tragedia avvenne nella notte del 28 dicembre 2014 al largo delle coste albanesi. A bordo alcuni tir presero fuoco, le operazioni di spegnimento delle fiamme sarebbero state attivate troppo tardi, l'allarme fu lanciato circa 20 minuti dopo il primo avvistamento di fumo quando il fuoco aveva già raggiunto gli altri ponti. Anche le procedure di evacuazione, rese difficili dalle cattive condizioni meteo, non furono fatte a regola d'rate, per salire sulle lance di salvataggio c'erano passerelle senza sufficienti protezioni che evitassero la caduta in mare. Quasi tutte le vittime, 12 in totale, morirono per assideramento seguito da annegamento, altre 19 sono considerare disperse, 64 i feriti, su un totale di 519 passeggeri. I resti del traghetto furono trainati nel porto di Bari e messi sotto sequestro.
Nell'inchiesta coordinata dai pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, si ipotizzano i reati di cooperazione colposa in naufragio, omicidio plurimo e lesioni. Gli indagati sono il comandante Argilio Giacomazzi, l'armatore Carlo Visentini e due società la Visemar, proprietaria della nave, e la Anek, noleggiatrice del traghetto.
Indagini a parte quello che a molti non va giù è che a pagare le spese sia la città di Bari totalmente estranea alla vicenda. "Il danno di immagine per il porto e l'intera città - scrive Vasile nella sua richiesta - è di grande portata. Alcune compagnie di navigazione hanno lasciato Bari per trasferirsi a Taranto, perché il turista non tollerava la vista dei rottami anneriti di una nave naufragata. Altre compagnie hanno posto come condizione al loro approdo a Bari lo spostamento del relitto. Appoggiamo la battaglia dell'Autorità del sistema portuale dell'Adriatico per far rimuovere il relitto che rischia di vanificare la crescita di traffico del porto di Bari, sia nel settore dei traghetti sia in quello delle crociere".