Nuovo Dpcm, scettici i sindaci d’Italia. Decaro: «Bisognava partire un mese fa»
Il presidente Anci e primo cittadino di Bari: «Non credo servirà a contenere i contagi, ma ora stop alle polemiche»
giovedì 5 novembre 2020
11.05
«Probabilmente dovevamo partire prima, almeno di un mese. Noi chiedevamo da diverso tempo un parametro oggettivo, per avere restrizioni in base a un parametro numerico così da liberare anche tutti da una responsabilità nei confronti dei cittadini. Ci sono dei dati numerici con cui stabilire le restrizioni regione per regione». Lo ha detto Antonio Decaro, presidente Anci e primo cittadino di Bari, intervenendo questa mattina a La7 e portando la posizione dei sindaci sul nuovo Dpcm che entrerà in vigore da domani, con la divisione dell'Italia in tre diverse zone di rischio (Puglia in fascia "arancione", livello medio-alto per la diffusione del Covid-19).
«Se fossimo partiti prima con queste restrizioni probabilmente avremmo contenuto il contagio, che comunque continua ad aumentare e non credo che riusciremo a limitarlo anche con queste restrizioni - ha proseguito Decaro. È come se fosse una fisarmonica: più aumentano i numeri, più aumentano le restrizioni, se i numeri diminuiscono le restrizioni si allentano. Questo fino a quando non ci sarà il vaccino».
Il sindaco di Bari, poi, si augura che «Non ci siano ulteriori polemiche. Sui ristori è giusto che le forze politiche e i rappresentanti delle categorie dicano la loro, è giusto che il dibattito parlamentare non venga esautorato, ma siamo in una fase di emergenza sanitaria e le istituzioni debbano avere un comportamento univoco sulle restrizioni. L'auspicio è che ci sia una voce unica anche da parte della scienza. Capisco che si tratti di un virus nuovo, ma ormai ci conviviamo da febbraio».
«Se fossimo partiti prima con queste restrizioni probabilmente avremmo contenuto il contagio, che comunque continua ad aumentare e non credo che riusciremo a limitarlo anche con queste restrizioni - ha proseguito Decaro. È come se fosse una fisarmonica: più aumentano i numeri, più aumentano le restrizioni, se i numeri diminuiscono le restrizioni si allentano. Questo fino a quando non ci sarà il vaccino».
Il sindaco di Bari, poi, si augura che «Non ci siano ulteriori polemiche. Sui ristori è giusto che le forze politiche e i rappresentanti delle categorie dicano la loro, è giusto che il dibattito parlamentare non venga esautorato, ma siamo in una fase di emergenza sanitaria e le istituzioni debbano avere un comportamento univoco sulle restrizioni. L'auspicio è che ci sia una voce unica anche da parte della scienza. Capisco che si tratti di un virus nuovo, ma ormai ci conviviamo da febbraio».