Olio straniero spacciato per pugliese su scaffali e ristoranti

Per Coldiretti ci sarebbe stato un aumento degli acquisti di olive estere del 21 per cento

venerdì 10 gennaio 2020
Ci sarebbero ben 10 milioni di chili di olio extravergine d'oliva straniero nei magazzini di stoccaggio pugliesi, ovvero un aumento di quasi il 21% rispetto all'anno precedente. Lo dice Coldiretti Puglia su dati di 'Frantoio Italia' al 15 dicembre 2019 rispetto allo stesso periodo del 2018 dell'Ispettorato Centrale Repressioni Frodi (ICQRF) del Ministero delle Politiche Agricole.
"Dall'anello più debole della catena fino alla trasformazione, tutta la filiera dell'olio è strozzata da pratiche commerciali che hanno fatto crollare del 40% il prezzo dell'olio. L'invasione di olio d'oliva spagnolo con le importazioni che nel 2019 sono cresciute in quantità del 48% non fanno che aggravare la situazione con gravi ripercussioni sul mercato e sull'Uliveto Italia", denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
Intanto, è corsa all'acquisto da parte di frantoiani salentini di olive prodotte nelle province di Bari e BAT, che con la produzione in provincia di Lecce ridotta al lumicino dopo 6 anni di Xylella, hanno acquistato e molito le olive dei cugini baresi.
A favorire gli arrivi di olio straniero dall'estero è la mancanza di trasparenza nonostante sia obbligatorio indicarla per legge in etichetta dal primo luglio 2009, in base al Regolamento comunitario n.182 del 6 marzo 2009. Sulle bottiglie di extravergine ottenute da olive straniere in vendita nei supermercati – denuncia Coldiretti - è quasi impossibile, nella stragrande maggioranza dei casi, leggere le scritte "miscele di oli di oliva comunitari", "miscele di oli di oliva non comunitari" o "miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari" obbligatorie per legge nelle etichette dell'olio di oliva. La scritta è riportata in caratteri molto piccoli, posti dietro la bottiglia e, in molti casi, in una posizione sull'etichetta che la rende difficilmente visibile. Inoltre spesso bottiglie con extravergine ottenuto da olive straniere sono vendute con marchi italiani e riportano con grande evidenza immagini, frasi o nomi che richiamano all'italianità fortemente ingannevoli. I consumatori dovrebbero fare la spesa con la lente di ingrandimento per poter scegliere consapevolmente.
Ma c'è poca chiarezza anche nei ristoranti dove andrebbero fatte rispettare le normative vigenti in una situazione in cui nei locali – conclude Coldiretti – è fuorilegge 1 contenitore di olio su 4 (22%) che non rispetta l'obbligo del tappo antirabbocco, entrato in vigore con la Legge 30 Ottobre 2014, n. 161 che prevede anche sanzioni e la confisca del prodotto.