Omicidio Vessio, arrestati due affiliati agli Strisciuglio
Sono accusati di concorso in omicidio, porto e detenzione di armi
lunedì 25 giugno 2018
11.55
A seguito di un'indagine svolta da militari del Nucleo Investigativo di Bari, dopo l'assassinio di VESSIO Luigi, 50enne, commesso il 15 aprile 2014, nella frazione di S. Spirito, appartenente all'articolazione, attiva nei quartieri baresi di Enziteto-San Pio e Catino, i Carabinieri del Comando Provinciale del capoluogo pugliese, hanno dato esecuzione a 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della locale D.D.A. Si tratta di LAMBIASE Francesco, 42enne e CIARMITARO Nicola, 31enne del luogo, affiliati al clan cittadino degli Strisciuglio, ritenuti responsabili, in concorso, di omicidio, porto e detenzione in luogo pubblico di armi, con l'aggravante d'aver agito con il metodo mafioso.
In particolare, la vittima trovava la morte, essendo stata attinta da un colpo d'arma da fuoco, esplosogli contro da distanza ravvicinata, che gli recideva l'arteria femorale sinistra.
Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo con il coordinamento della D.D.A. di Bari, si sono arricchite anche del contributo di due collaboratori di giustizia ed hanno consentito di ricostruire la vicenda omicidiaria, incardinandola nell'ambito dei contrasti interni a quell'articolazione del citato clan Strisciuglio. In particolare la decisione di "punire" il VESSIO sarebbe nata dal rifiuto di quest'ultimo di proseguire nell'attività di spaccio di sostanze stupefacenti per conto di uno dei due degli odierni destinatari del provvedimento e di saldare il debito di 800,00 euro contratto con lo stesso.
In particolare, la vittima trovava la morte, essendo stata attinta da un colpo d'arma da fuoco, esplosogli contro da distanza ravvicinata, che gli recideva l'arteria femorale sinistra.
Le indagini condotte dal Nucleo Investigativo con il coordinamento della D.D.A. di Bari, si sono arricchite anche del contributo di due collaboratori di giustizia ed hanno consentito di ricostruire la vicenda omicidiaria, incardinandola nell'ambito dei contrasti interni a quell'articolazione del citato clan Strisciuglio. In particolare la decisione di "punire" il VESSIO sarebbe nata dal rifiuto di quest'ultimo di proseguire nell'attività di spaccio di sostanze stupefacenti per conto di uno dei due degli odierni destinatari del provvedimento e di saldare il debito di 800,00 euro contratto con lo stesso.