Operaio morto ad Adelfia, Cgil: «Sicurezza argomento sconosciuto»
Mentre sono in corso indagini per comprendere l'effettiva dinamica dell'incidente i sindacati dicono la loro
martedì 29 gennaio 2019
«Una terribile notizia ci riporta alla cronaca più dura nel mondo del lavoro di fronte alla tragedia di Adelfia con la morte di un operaio 24enne precipitato dal tetto di un capannone. In attesa di conoscere l'effettiva dinamica, si consuma un'ennesima tragedia mentre il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro continua ad essere argomento sconosciuto per questo governo, mentre vengono svuotati di risorse, di mezzi e di personale gli organi preposti ai controlli».
Con queste parole ieri in serata Cgil Bari ha voluto esprimere il suo pensiero in merito all'incidente sul laviri cistato la vita ad un giovane 24enne di Capurso. «Il nostro pensiero va alla famiglia di un giovane operaio - proseguono - Mentre questo governo pensa alla riduzione del premio INAIL come misura per diminuire il cuneo fiscale e rendere meno pesante il costo del lavoro per le imprese, nel mondo reale i lavoratori continuano a morire per lo scarso interesse verso i temi della sicurezza sui luoghi di lavoro. Intendiamo aprire un tavolo con ispettorato del lavoro, Inail e Inps perché siano intensificati i controlli. Occorre finalmente mettere in atto tutti gli strumenti contrattuali e sensibilizzare le aziende tramite le associazioni di categoria perché questa strage abbia fine».
«È una vera strage quella che quotidianamente registriamo nei luoghi di lavoro ogni giorno in questo Paese - sottolinea Giuseppe Boccioni di Cisl Bari - in provincia di Bari, ad Adelfia un giovane operaio saldatore di appena 24 anni, originario di Capurso, ha trovato la morte sul luogo di lavoro. Siamo terribilmente scossi da questa notizia, che ci porta a denunciare con forza che nei luoghi di lavoro la mattanza degli infortuni mortali è la più atroce responsabilità omissiva di chi deve vigilare e vigila poco e di chi deve ottemperare e ottempera poco e niente. Esprimo il mio più profondo cordoglio e di tutta la Cisl di Bari nei confronti dei familiari della giovane vittima, augurandoci che la morte di Davide Di Gioia possa scuotere le coscienze di chi dovrebbe e potrebbe cambiare questa insicurezza diffusa sui luoghi di lavoro».
«Dove possiamo incidere, lo facciamo con determinazione, soprattutto dove abbiamo le nostre Rsa, Rsu e i nostri Rls - rimarca Boccuzzi - Come Cisl di Bari-Bat e insieme a Cgil e Uil abbiamo sottoscritto con alcuni comuni delle 2 province e con alcuni Enti pubblici, dei protocolli sui lavori pubblici che rafforzano gli interventi di prevenzione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma c'è tanto da fare, perché sono tante le imprese che pur di risparmiare, fanno operare i loro dipendenti in condizioni di estremo pericolo, approfittando dei scarsi controlli da parte delle istituzioni preposte».
Con queste parole ieri in serata Cgil Bari ha voluto esprimere il suo pensiero in merito all'incidente sul laviri cistato la vita ad un giovane 24enne di Capurso. «Il nostro pensiero va alla famiglia di un giovane operaio - proseguono - Mentre questo governo pensa alla riduzione del premio INAIL come misura per diminuire il cuneo fiscale e rendere meno pesante il costo del lavoro per le imprese, nel mondo reale i lavoratori continuano a morire per lo scarso interesse verso i temi della sicurezza sui luoghi di lavoro. Intendiamo aprire un tavolo con ispettorato del lavoro, Inail e Inps perché siano intensificati i controlli. Occorre finalmente mettere in atto tutti gli strumenti contrattuali e sensibilizzare le aziende tramite le associazioni di categoria perché questa strage abbia fine».
«È una vera strage quella che quotidianamente registriamo nei luoghi di lavoro ogni giorno in questo Paese - sottolinea Giuseppe Boccioni di Cisl Bari - in provincia di Bari, ad Adelfia un giovane operaio saldatore di appena 24 anni, originario di Capurso, ha trovato la morte sul luogo di lavoro. Siamo terribilmente scossi da questa notizia, che ci porta a denunciare con forza che nei luoghi di lavoro la mattanza degli infortuni mortali è la più atroce responsabilità omissiva di chi deve vigilare e vigila poco e di chi deve ottemperare e ottempera poco e niente. Esprimo il mio più profondo cordoglio e di tutta la Cisl di Bari nei confronti dei familiari della giovane vittima, augurandoci che la morte di Davide Di Gioia possa scuotere le coscienze di chi dovrebbe e potrebbe cambiare questa insicurezza diffusa sui luoghi di lavoro».
«Dove possiamo incidere, lo facciamo con determinazione, soprattutto dove abbiamo le nostre Rsa, Rsu e i nostri Rls - rimarca Boccuzzi - Come Cisl di Bari-Bat e insieme a Cgil e Uil abbiamo sottoscritto con alcuni comuni delle 2 province e con alcuni Enti pubblici, dei protocolli sui lavori pubblici che rafforzano gli interventi di prevenzione in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Ma c'è tanto da fare, perché sono tante le imprese che pur di risparmiare, fanno operare i loro dipendenti in condizioni di estremo pericolo, approfittando dei scarsi controlli da parte delle istituzioni preposte».