Ospedale Covid in Fiera, dieci indagati
Tra loro l'ex capo della protezione civile Puglia, Mario Lerario
giovedì 18 luglio 2024
19.07
Concluse le indagini preliminari in relazione all'ospedale Covid in Fiera a Bari. Sono dieci gli indagati.
I soggetti in questione, a vario titolo, sono indagati per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti. Le indagini non hanno comunque riguardato solo l'ospedale Covid, ma si sono poi estese anche ad oltre 250 procedure ad evidenza pubblica (per un valore di circa 100 milioni di euro).
I finanzieri hanno eseguito "mirate" acquisizioni documentali e diverse perquisizioni presso le Sezioni Protezione Civile e Provveditorato Economato della Regione Puglia e nei confronti di alcuni imprenditori aggiudicatari degli appalti.
All'esito delle complesse investigazioni svolte sarebbe emerso (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che due soggetti, il primo nella qualità di dirigente ad interim della sezione protezione civile della Regione Puglia e il secondo quale responsabile unico del procedimento avente ad oggetto la realizzazione della struttura sanitaria emergenziale denominata "Covid Fiera", con importo a base d'asta di Euro 9.599.000,00, avrebbero condizionato di fatto la scelta del contraente con mezzi fraudolenti, consistiti nell'inserire nella lettera di invito trasmessa a 6 ditte (oggetto asseritamente di sorteggio pubblico di cui non vi è traccia in atti) un algoritmo per il calcolo del punteggio da attribuire all'offerta economica che aveva quale diretta conseguenza - come evidenziato dai consulenti tecnici nominati da questa Procura - il sostanziale azzeramento della rilevanza dell'elemento prezzo nella formazione della graduatoria di gara.
I due e un ulteriore componente della commissione di gara, inoltre, dopo una preliminare stesura dei prospetti riportanti i punteggi attribuiti all'offerta tecnica, favorevoli ad uno dei partecipanti, si sarebbero determinati alla preferenza per l'altro operatore economico concorrente, mediante mezzi fraudolenti (come risultante dalle numerose correzioni manoscritte apposte su alcuni prospetti acquisiti dalla P.G. in fase di perquisizione) consistiti nell'attribuire alle singole voci di valutazione dell'offerta tecnica (si pensi alle capacità tecniche e alla pregressa esperienza specifica) punteggi numerici in maniera del tutto anomala, sviata e viziata, anche solo a un sindacato estrinseco di mera logicità e ragionevolezza. I predetti indagati si trovavano, peraltro, quale presidente e componente della commissione in parola, in una situazione di incompatibilità, avendo, in particolare uno, assunto la determina a contrarre, approvato gli atti di gara e aggiudicato l'appalto; l'altro, rivestito la qualifica di tecnico redattore del progetto posto a base di gara e curato l'esecuzione del contratto nelle vesti di direttore di lavori.
Gli approfondimenti investigativi avrebbero consentito di acclarare ulteriori condotte illecite, con specifico riferimento alla turbativa delle procedure ad evidenza pubblica concernenti la fornitura di arredi, attrezzature ed articoli vari per la sala mensa del Consiglio Regionale; la realizzazione di aiuole ornamentali a servizio delle aree verdi presso la Regione Puglia da parte di una impresa individuale che avrebbe iniziato le opere ancor prima dell'aggiudicazione della gara; la realizzazione di interventi di riqualificazione generale di un complesso immobiliare sito in Castellaneta Marina (TA); l'accettazione da parte del dirigente ad interim della Sezione Protezione Civile da un imprenditore edile di una utilità consistita nell'esecuzione di lavori di ristrutturazione presso un immobile di proprietà sito in Acquaviva delle Fonti, eseguiti al prezzo di costo (o comunque di gran lunga inferiore al prezzo di mercato); l'accettazione da parte del medesimo dirigente dal legale rappresentante di una società – partecipante in RTI (Raggruppamento temporaneo di imprese) a una procedura di gara per l'affidamento dei servizi di pulizia ed igiene ambientale – la promessa di denaro per il compimento di atti contrari a doveri del proprio ufficio; la sottoscrizione di atti dirigenziali relativi alla liquidazione di importi non dovuti per il pagamento della fornitura di un container, adibito a sala controllo e preparazione per TAC, destinato all'ospedale Covid in Fiera, ma di fatto mai consegnato; l'appropriazione di denaro di cui avevano la disponibilità per ragioni del loro ufficio, consentendone il conseguimento a soggetti terzi, aggiudicatari di appalti, attraverso l'indicazione, in sede di impegno di spesa da parte della Sezione Provveditorato Economato della Regione Puglia, di un'I.V.A. superiore a quella poi indicata in fattura; la produzione di false attestazioni in ordini di servizio e atti dirigenziali.
Gli esiti dell'attività d'indagine costituiscono un'ulteriore testimonianza del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza di Bari - in sinergia con la Procura della Repubblica di Bari- a tutela della legalità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione.
I dieci indagati sono: Mario Lerario, 52 anni, di Acquaviva delle Fonti, Antonio Mercurio, 52 anni, di Bari, Felice Antonio Spaccavento, 53 anni di Bisceglie, Vito De Mitri, 77 anni, di Lecce, Francesco Girardi, 38 anni, di Acquaviva delle Fonti, Vito Vincenzo Leo, 59 anni, di Acquaviva delle Fonti, Andrea Barili, 54 anni, di Bari, Domenico Tancredi, 42 anni, di Altamura, Sigismondo Zema, 57 anni, di Bari, Alessandro Goffredo Nuzzo, 71 anni, di Santa Cesarea Terme.
I soggetti in questione, a vario titolo, sono indagati per le ipotesi delittuose di corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e turbata libertà degli incanti. Le indagini non hanno comunque riguardato solo l'ospedale Covid, ma si sono poi estese anche ad oltre 250 procedure ad evidenza pubblica (per un valore di circa 100 milioni di euro).
I finanzieri hanno eseguito "mirate" acquisizioni documentali e diverse perquisizioni presso le Sezioni Protezione Civile e Provveditorato Economato della Regione Puglia e nei confronti di alcuni imprenditori aggiudicatari degli appalti.
All'esito delle complesse investigazioni svolte sarebbe emerso (allo stato, fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che due soggetti, il primo nella qualità di dirigente ad interim della sezione protezione civile della Regione Puglia e il secondo quale responsabile unico del procedimento avente ad oggetto la realizzazione della struttura sanitaria emergenziale denominata "Covid Fiera", con importo a base d'asta di Euro 9.599.000,00, avrebbero condizionato di fatto la scelta del contraente con mezzi fraudolenti, consistiti nell'inserire nella lettera di invito trasmessa a 6 ditte (oggetto asseritamente di sorteggio pubblico di cui non vi è traccia in atti) un algoritmo per il calcolo del punteggio da attribuire all'offerta economica che aveva quale diretta conseguenza - come evidenziato dai consulenti tecnici nominati da questa Procura - il sostanziale azzeramento della rilevanza dell'elemento prezzo nella formazione della graduatoria di gara.
I due e un ulteriore componente della commissione di gara, inoltre, dopo una preliminare stesura dei prospetti riportanti i punteggi attribuiti all'offerta tecnica, favorevoli ad uno dei partecipanti, si sarebbero determinati alla preferenza per l'altro operatore economico concorrente, mediante mezzi fraudolenti (come risultante dalle numerose correzioni manoscritte apposte su alcuni prospetti acquisiti dalla P.G. in fase di perquisizione) consistiti nell'attribuire alle singole voci di valutazione dell'offerta tecnica (si pensi alle capacità tecniche e alla pregressa esperienza specifica) punteggi numerici in maniera del tutto anomala, sviata e viziata, anche solo a un sindacato estrinseco di mera logicità e ragionevolezza. I predetti indagati si trovavano, peraltro, quale presidente e componente della commissione in parola, in una situazione di incompatibilità, avendo, in particolare uno, assunto la determina a contrarre, approvato gli atti di gara e aggiudicato l'appalto; l'altro, rivestito la qualifica di tecnico redattore del progetto posto a base di gara e curato l'esecuzione del contratto nelle vesti di direttore di lavori.
Gli approfondimenti investigativi avrebbero consentito di acclarare ulteriori condotte illecite, con specifico riferimento alla turbativa delle procedure ad evidenza pubblica concernenti la fornitura di arredi, attrezzature ed articoli vari per la sala mensa del Consiglio Regionale; la realizzazione di aiuole ornamentali a servizio delle aree verdi presso la Regione Puglia da parte di una impresa individuale che avrebbe iniziato le opere ancor prima dell'aggiudicazione della gara; la realizzazione di interventi di riqualificazione generale di un complesso immobiliare sito in Castellaneta Marina (TA); l'accettazione da parte del dirigente ad interim della Sezione Protezione Civile da un imprenditore edile di una utilità consistita nell'esecuzione di lavori di ristrutturazione presso un immobile di proprietà sito in Acquaviva delle Fonti, eseguiti al prezzo di costo (o comunque di gran lunga inferiore al prezzo di mercato); l'accettazione da parte del medesimo dirigente dal legale rappresentante di una società – partecipante in RTI (Raggruppamento temporaneo di imprese) a una procedura di gara per l'affidamento dei servizi di pulizia ed igiene ambientale – la promessa di denaro per il compimento di atti contrari a doveri del proprio ufficio; la sottoscrizione di atti dirigenziali relativi alla liquidazione di importi non dovuti per il pagamento della fornitura di un container, adibito a sala controllo e preparazione per TAC, destinato all'ospedale Covid in Fiera, ma di fatto mai consegnato; l'appropriazione di denaro di cui avevano la disponibilità per ragioni del loro ufficio, consentendone il conseguimento a soggetti terzi, aggiudicatari di appalti, attraverso l'indicazione, in sede di impegno di spesa da parte della Sezione Provveditorato Economato della Regione Puglia, di un'I.V.A. superiore a quella poi indicata in fattura; la produzione di false attestazioni in ordini di servizio e atti dirigenziali.
Gli esiti dell'attività d'indagine costituiscono un'ulteriore testimonianza del costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza di Bari - in sinergia con la Procura della Repubblica di Bari- a tutela della legalità e del buon andamento della Pubblica Amministrazione.
I dieci indagati sono: Mario Lerario, 52 anni, di Acquaviva delle Fonti, Antonio Mercurio, 52 anni, di Bari, Felice Antonio Spaccavento, 53 anni di Bisceglie, Vito De Mitri, 77 anni, di Lecce, Francesco Girardi, 38 anni, di Acquaviva delle Fonti, Vito Vincenzo Leo, 59 anni, di Acquaviva delle Fonti, Andrea Barili, 54 anni, di Bari, Domenico Tancredi, 42 anni, di Altamura, Sigismondo Zema, 57 anni, di Bari, Alessandro Goffredo Nuzzo, 71 anni, di Santa Cesarea Terme.