Palagiustizia, Decaro: «Protesta di oggi necessita rispetto, ma soprattutto una risposta»

Diverse le reazioni in seguito alla pacifica marcia di magistrati e avvocati, Fratelli d'Italia: «Situazione da terzo mondo», M5S: «Garantire la sicurezza»

lunedì 28 maggio 2018 20.22
Non smette di far discutere la situazione della giustizia a Bari dopo la dichiarazione di inagibilità del palagiustizia e la costruzione delle tende da parte della protezione civile come aule per far svolgere le udienze. E dopo la marcia silenziosa in segno di protesta fatta oggi da magistrati e avvocati, arrivano le prime reazioni da parte della politica.

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, a termine della conferenza permanente tenutasi presso il Tribunale di piazza De Nicola, ha dichiarato: «La situazione che la giustizia penale barese sta vivendo è emergenziale. Lo Stato non può restare indifferente. Per questo insisto nella richiesta che venga dichiarato lo stato di emergenza che permetterebbe di intervenire con rimedi eccezionali nel più breve tempo possibile. Le immagini della marcia di oggi, che ha visto partecipare insieme avvocati e giudici, ci offrono una testimonianza di grande unità tra tutti gli operatori di giustizia, senza distinzioni di ruoli».

«A questa testimonianza di composta, ma ferma protesta civile si deve rispetto - sottolinea Decaro - ma anche una risposta. Per questo ho apprezzato molto la proposta del vicepresidente Legnini e dei consiglieri CSM presenti a Bari. Se non dovesse essere possibile l'intervento della Protezione Civile, diventa allora indispensabile uno specifico provvedimento legislativo. Questo dovrà essere il primo dossier del nuovo Governo, qualunque esso sia».

«Siamo passati dalla Cittadella alla Tendopoli – commentano i consiglieri regionali M5S Grazia Di Bari e Antonella Laricchia – Sono anni che questa situazione viene denunciata, ma non è mai stato trovato rimedio. Per quanto le esigenze di non dover procedere ad una eccessiva movimentazione dei fascicoli portino a dover utilizzare la tendopoli, si trascura la più importante esigenza di sicurezza sul lavoro e tutela degli addetti ai lavori, che devono obbligatoriamente entrare nell'edificio per accedere ai fascicoli d'ufficio conservati in un palazzo la cui precaria stabilità era conosciuta da tempo. In questa totale instabilità si colloca il grido di dignità lanciato da diversi magistrati costretti a dover svolgere il proprio dovere di giudice in una tenda, nominando Ctu psichiatriche e ascoltando detenuti in video conferenza senza il benché minimo rispetto della privacy e della riservatezza richiesta per gestire situazioni talmente delicate sia per gli imputati che per le vittime».

«Con la collaborazione del 'Dipartimento Rapporti con le Professioni' e con tanti operatori della Giustizia abbiamo inteso presentare in tempi non sospetti, ancor prima che si evidenziasse l'inagibilità del Palazzo della Giustizia, un'interrogazione parlamentare che pone al centro dell'attenzione nazionale il tema dell'edilizia giudiziaria a Bari – sottolinea il deputato di Fratelli d'Italia Marcello Gemmato a margine del corteo di questa mattina – L'abbiamo fatto denunciando le condizioni in cui versavano e versano le strutture baresi e per questo abbiamo chiesto al Ministro della Giustizia cosa intenda fare per assicurare che in terra di Bari si possa amministrare la Giustizia in condizioni di assoluta normalità. Vedere delle tendopoli oggi, dove avvocati, giudici, cancellieri, saranno costretti a svolgere la professione, mi sembra roba da Terzo Mondo e per questo grideremo lo sdegno di Fratelli d'Italia nei confronti di tutto ciò».

Enorme la partecipazione al corteo di protesta organizzato da avvocati, personale amministrativo e magistrati contro la situazione dell'edilizia giudiziaria di Bari, da destra a sinistra, da Michele Laforgia allo stesso Gemmato, oltre al consigliere comunale Michele Caradonna, il consigliere comunale e presidente provinciale FdI Bari Filippo Melchiorre, fino al coordinatore regionale del Dipartimento Rapporti con le Professioni avv. Michele Rapanà, manifestazione che inoltre, come già sottolineato, ha avuto supporto da diverse associazioni e sindacati.