Palagiustizia, la Procura si oppone al trasferimento in via Brigata: «Troppo poco spazio»

Il procuratore Volpe scrive al presidente della Repubblica e al ministero: «Nessuna soluzione idonea dagli organi competenti»

mercoledì 22 agosto 2018 17.05
La scadenza dei termini per lo sgombero della sede del tribunale penale di Bari in via Nazariantz si avvicina a grandi passi. La data del 30 agosto è dietro l'angolo e l'assemblea dei magistrati della Procura torna a bacchettare il ministero. In una lettera inviata al presidente della Repubblica e al guardasigilli, il procuratore Giuseppe Volpe dice di aver preso atto del fatto che dagli «Organi competenti non è stata data soluzione al problema della idonea collocazione dell'ufficio della Procura».

Il chiaro riferimento è al paventato trasferimento nella sede di via Brigata Regina, ritenuta dagli addetti ai lavori della Procura insufficiente a soddisfare i bisogni di una macchina così imponente. Si passerebbe, infatti, dai 4.800 metri quadri della sede di via Nazariantz ai 1.050 della nuova struttura. «Le dimensioni minime dell'edificio - prosegue Volpe - consentiranno il trasferimento solo degli uffici centralizzati (ricezione notizie di reato, ufficio esecuzione etc.) e di pochi magistrati. Che sarebbero collocati in tre o quattro in una stanza di 20 metri quadri, in violazione delle nome sulla sicurezza e dignità del lavoro. Non sarà possibile, ad esempio, ricevere avvocati, effettuare interrogatori con la dovuta riservatezza, dare ascolto alle persone offese, tenere riunioni».

«Sulla base di queste osservazioni - prosegue Volpe a nome di tutti i colleghi magistrati - appare del tutto evidente che le funzioni proprie della Procura (la sesta d'Italia per dimensioni) verrebbero seriamente compromesse se non addirittura paralizzate, con riflessi in tema di tutela dei diritti e della sicurezza delle persone. Non si potranno garantire indagini e processi ad esempio sulla criminalità del territorio foggiano, vera emergenza nazionale».

Infine l'appello, l'ennesimo: «Di tutto ciò devono essere consapevoli le Istituzioni perché venga individuata, con la massima urgenza, una soluzione che permetta a questo ufficio di poter svolgere il proprio lavoro, al fine di assicurare il servizio Giustizia e il perseguimento dei reati del territorio».